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“68 – Pop Revolution”, la serie che racconta il ’68 italiano, da venerdì 25 maggio su Sky Arte HD

"68 - Pop Revolution"
“68 – Pop Revolution”

Se c’è stato un anno che più di ogni altro è stato uno spartiacque tra diverse stagioni della storia recente dell’Italia e non solo, questo è sicuramente il 1968 e con “68 – Pop Revolution”, la nuova serie in quattro episodi al via in prima visione tv su Sky Arte HD (canale 120 e 400 di Sky) da venerdì 25 maggio alle 21.15, si cerca di spiegare attraverso testimonianze, filmati, animazioni e grafica, come il ’68 in Italia abbia assunto caratteristiche uniche e sia stato qualcosa di antropologicamente rilevante: un’onda che ha investito tutti gli strati sociali.

Attraverso le testimonianze dei protagonisti, la serie ricostruisce il percorso del ’68 italiano, un percorso non solo politico, ma anche culturale e di costume che ha promosso un cambiamento complessivo della società. Tra i testimoni della serie, alcuni tra i leader del movimento studentesco, ma anche storici e protagonisti della società, della cultura e dello spettacolo. Nel corso delle puntate intervengono: Carlo Verdone, Giuliana Biagioli, docente Università di Pisa; Marco Boato, leader ’68 Trento; lo storico Vincenzo Calì; Mario Capanna, leader ’68 Milano; i giornalisti Toni Capuozzo, Luciano Lanna e Flavia Perina; la critica d’arte Ester Coen; lo storico Alberto De Bernardi, dell’Università di Bologna; Steve Della Casa, critico cinematografico; Maria Luisa Frisa, docente IUAV di Venezia; il musicista Ricky Gianco; Guido Viale, leader ’68 Torino; lo storico Peppino Ortoleva dell’Università di Torino; Paolo Pietrangeli, musicista e regista; il regista e drammaturgo Tato Russo, Marianella Sclavi, leader ’68 Trento e il cantante Shel Shapiro.

Nel primo episodio, in onda alle 21.15 e intitolato 68 Pop Revolution – Il vento del cambiamento si racconta della fine degli anni ’60, quando un vento di cambiamento soffia sull’Italia.Dal 1966 scoppiano le prime occupazioni a Pisa e a Trento. Anche la musica risente di questa trasformazione: emerge il beat dei Beatles e dei Rolling Stones, ma anche dell’Equipe84 e dei Rokes. A Trento e a Pisa la contestazione degli studenti è rivolta a migliorare l’organizzazione dei corsi e a ottenere, nel caso trentino, il riconoscimento legale al titolo di studio in sociologia. Dopo l’alluvione di Firenze del novembre ’66, i giovani acquisiscono una nuova consapevolezza e nell’anno successivo le proteste si allargano. A Milano, gli studenti della Cattolica occupano l’università e i loro leader, tra i quali Mario Capanna, vengono espulsi. Questo scatena la protesta in tutta la città.

Nel secondo episodio, in onda a seguire e intitolato 68 Pop Revolution – Rivoluzione, vediamo che tra i precursori del ‘68 c’è Marco Bellocchio che con il suo film I pugni in tasca descrive l’universo della società borghese di provincia. Il movimento coinvolge però anche altri campi artistici come il teatro. Nascono le cantine, micro-teatri di innovazione e i cine club in cui si guardano film d’autore. Ma è un movimento globale: dagli Stati Uniti alla Cina, da Praga a Parigi il ‘68 divampa in tutto il mondo. In Italia le cose prendono una piega violenta quando la Polizia interviene contro gli studenti a Roma, a Valle Giulia. Gli studenti non arretrano ed è scontro fisico. Ma lo scontro è anche culturale: la donna inizia a lottare per la sua emancipazione e comincia a cadere il tabù del sesso.