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Biennale di Venezia, il manifesto di Simone Massi dedicato al cinema d’autore

72MIAC_2015Le immagini di Antoine Doinel/Jean-Pierre Léaud e un primo piano dell’attrice Nastassja Kinski sono la scelta per il manifesto della 72esima Mostra del Cinema di Venezia, ideato e realizzato per il quarto anno da Simone Massi e dedicato al grande cinema d’autore. La figura femminile in primo piano rimanda a un’icona del cinema d’autore degli Anni Ottanta, Nastassja Kinski, protagonista del cult movie di Wim Wenders Paris, Texas; sullo sfondo troviamo invece il protagonista del manifesto precedente, ispirato invece dall’inquadratura finale de I 400 colpi di François Truffaut, Antoine Doinel/Jean-Pierre Léaud. I manifesti degli ultimi tre festival si offrono quindi allo sguardo dello spettatore come le tessere di un mini-racconto, liberamente interpretabile in base alle suggestioni evocate dai rimandi e dalle citazioni cinematografiche. La 72esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta, si svolgerà al Lido dal 2 al 12 settembre 2015.
Sulla base dei disegni di Simone Massi è stata fondata l’identità visiva e l’immagine coordinata dell’intera Mostra, curata anche quest’anno dallo Studio Graph.X di Milano. Massi inoltre, con il contributo di Fabrizio Tassi, è anche autore della sigla che dal 2012 introduce le proiezioni ufficiali della Mostra di Venezia: 30 secondi ottenuti da 300 disegni realizzati a mano che citano Fellini, Anghelopulos, Wenders, Olmi, Tarkovskij, Dovženko, Truffaut, accompagnati dalla musica scritta ed eseguita da Francesca Badalini.

Massi, nato a Pergola nel 1970, è fra gli ultimi pionieri dell’animazione “a passo uno”: per i suoi lavori non si serve infatti del computer, ma realizza tutto a mano su carta con matite, carboncini, gessetti, pastelli, grafite e china. Con la tecnica dei “graffi” riesce a completare 6-7 disegni al massimo in una giornata, il che fa sì che per un film di 8 minuti siano necessari anche due anni e mezzo di lavoro.

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