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Boston, caccia all’uomo

Boston, caccia all'uomo
Boston, caccia all’uomo

15 aprile 2013, maratona di Boston, un attentato con 3 morti e 264 feriti.

Peter Berg, nel raccontare un evento realmente accaduto e che formò a suo tempo oggetto del libro di Casey Sherman “ Boston Strong “ dimostra in maniera incisiva come la reazione di una comunità di meno di un milione di abitanti abbia contribuito, senza lasciarsi vincere dal panico e dalla paura, ad unire in un unico blocco l’intera popolazione anche al fine della individuazione degli autori dell’ignobile gesto.

Proprio questo coraggio e l’unione reciproca degli abitanti, il coraggio delle forze dell’ordine, l’efficienza del coordinamento dell’azione investigativa hanno fatto si che in breve tempo gli autori dell’attentato sono stati individuati e catturati e la forza di questa pellicola sta tutta nella dimostrazione sapiente dei vari momenti, dalla preparazione all’esecuzione dell’azione criminale fino alla cattura degli autori.

Furono sufficienti quattro giorni imponente alla task-force di investigatori per catturare Tamerlan Tsamaev e suo fratello Dzhokhar e questi quattro giorni costituiscono il cuore del film, un film thriller ma soprattutto di azione, realizzato ricostruendo perfettamente l’ambiente, le motivazioni, le persone che ne furono protagoniste; una ricostruzione che ha utilizzato una molteplicità di fonti informative validamente assemblate da Peter Berg per descrivere alla perfezione l’impatto che l’evento provocò sulla popolazione e l’unità dell’azione delle varie forze dell’ordine in perfetta sintonia con le autorità locali.

L’importanza di una buona sceneggiatura è qui perfettamente messa a fuoco dalla collaborazione tra lo stesso regista e Joshua Zetumer che, insieme hanno saputo rendere la città di Boston un vero e proprio personaggio all’interno di una serie parallela di storie umane descritte nel film avvalendosi di un attore del calibro di Mark Walberg ( nativo di Boston ), il protagonista di un’azione corale talmente umana da far riflettere positivamente sulla potenza espressiva della pellicola.

Boston
Boston, caccia all’uomo

La ricostruzione della location del film è perfetta, la ricerca del dettaglio quasi ossessiva,altrettanto efficace    e tale da rendere l’azione assolutamente valida e credibile, autentica, basata tanto su personaggi e luoghi reali che su personaggi idealizzati dal regista, come ad esempio quello del protagonista, l’agente Tommy Saunders, che è un mix rappresentativo di vari agenti presenti sul luogo dell’attentato e che idealizza in sintesi l’eroe che da valore ad una città di per se eroica da sempre, già dal 1630 anno della sua fondazione.

Molto valida la ricostruzione fisica e psicologica dei due attentatori oltre che pregnante la rappresentazione della ideologia che li ha spinti verso una azione tanto ignobile che spettacolare: 150 protagonisti di secondo livello, 4500 comparse tra le quali 1500 con vere esperienze maturate nelle forze dell’ordine sono alcune delle cifre che caratterizzano un film  girato nell’arco di 45 giorni e che ha avuto per siti varie aree della città, dal centro a Cambridge, da Watertown a Woburn ed anche un set appositamente allestito a Peabody.

La pellicola, che ha una durata di 122 minuti, è prodotta da una ensemble di partecipanti ed è distribuita da 01 Distribution in esclusiva per l’Italia per Leone Group e Rai Cinema; in sala a partire dal 20 aprile prossimo.