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“Il Racconto dei racconti” di Matteo Garrone: film visionario tra horror e fiaba.

Il Racconto dei racconti di Matteo Garrone
Il Racconto dei racconti di Matteo Garrone
Il Racconto dei racconti di Matteo Garrone

“Il Racconto dei racconti” di Matteo Garrone. Recensione di MK.

Un film inaspettato nel panorama italiano che difficilmente si misura su film in costume e ancora meno frequentemente in film visionari o fantastici. Va apprezzato il coraggio, la volontà di cimentarsi su generi diversi, qualità che spesso sono state la cifra di grandi registi. Le tre fiabe raccontate ne “Il racconto dei racconti” fanno parte di una raccolta del ‘600 napoletano, tra le più antiche d’europa (nel senso che le ha inventate) il genio Gianbattista Basile, che tra l’altro ha scritto anche Cenerentola, Il gatto con gli Stivali e La bella Addormentata nel Bosco. Che altro dire, se non che ci dimentichiamo dei nostri più grandi autori e ci facciamo incantare dagli Harry Potter di turno. Il bello di questi racconti è che sono fantastici, ma nello stesso tempo realistici, filosofia propria della tradizione disincantata napoletana che Garrone ama molto. La sorpresa è che “Il Racconto dei racconti” contiene anche una buona dose di horror, che sicuramente serviva all’autore per rendere autentica la crudezza della vita in un mondo appena uscito dal medio evo. Basile è l’autore che, oltre ad aver inventato la fiaba, ha inventato anche l’horror  e Matteo Garrone ce ne restituisce la grandezza  riportando alla luce tutto quello che ci ha dato la Napoli del ‘600. Il regista non tenta minimamente di attenuare le scene cruente per non tradire l’autore, sfatando anche il pensiero comune che nell’horror filmico non può esserci vera arte. Questo è un caso in cui non si può dire “liberalmente tratto” perché il regista rispetta l’autore fino in fondo la sua napoletanità. C’è anche da dire che la cura nella scelta degli attori, delle location, dei costumi, creativamente rivisitati, e dei dialoghi molto essenziali portano lo spettatore ad aumentare l’attenzione e il rapimento sulle immagini. Finalmente le location non sono reinventate, ma reali, patrimonio di questo incredibile Paese e altrettanto gli effetti speciali, cioè i “mostri”, riprendono l’artigianato italiano aiutando gli attori ad entrare meglio nella parte. Finalmente la nostra grande arte del passato riemerge carsicamente affinché non ci si dimentichi del nostro grande bagaglio, un vero spot per il made in italy. Quello che alla fine rimane del film è che nonostante il genere difficile, proprio perché abusato nella filmografia per ragazzi, un qualche messaggio lo trasmette in chiave inconscia, un film che ha bisogno di maturare, di sedimantare per dare il meglio di se. Ottima la scelta di girarlo in inglese che gli dà un vago sapore di Shakespiriano: queste sono le commistioni-contaminazioni che non dispiacciono. Che questo film sia un unicum sul suo genere è certo, vuoi per le scelte originali e coraggiose o per altri motivi sottesi non possiamo augurarci altro che sia giustamente premiato.

“IL Racconto dei racconti” è in concorso al Festival di Cannes e nelle sale italiane dal 14 maggio 2015.