Home Moda e Tendenze La Fotomodella dell’anno 2017 è Imane Bassou, diciassettenne abruzzese di origini marocchine

La Fotomodella dell’anno 2017 è Imane Bassou, diciassettenne abruzzese di origini marocchine

IMANE BASSOU-FOTOMODELLA DELL'ANNO ACADEMY 2017
IMANE BASSOU-FOTOMODELLA DELL’ANNO ACADEMY 2017

Imane Bassou di Nereto (Teramo), che a gennaio diventerà maggiorenne ed ha origini marocchine, è la Fotomodella dell’anno 2017. Non solo Milano: la grande moda è anche a Roma, e ieri sera è andata in scena al Grand Hotel Parco dei Principi nella finale nazionale della 34. edizione di “Fotomodella dell’anno Academy”, con il patron Mattia Tiraboschi e la direzione artistica e regia di Sandro Corelli.
Tre stilisti di alta moda hanno vestito le ragazze in gara, provenienti da tutto il territorio nazionale: Jamal Taslaq, Gianni Calignano e Franco Ciambella. La conduzione della serata è stata affidata al bravo Beppe Convertini. La Giuria d’eccezione, presieduta da Giannandrea Pecorelli (produttore di film e fiction di successo quali “Notte prima degli esami” e “Il paradiso delle signore”), era composta da Maria Rosaria Omaggio, Tiziana Luxardo, Vincenzo Merli e Antonio Ciaramella.
Quest’ultimo  ha insignito Imane Bodou anche della fascia “Make Up”. Ad Angelica Preziosi, venticinquenne di Roma, è andata invece la fascia di “Portamento”: l’ha premiata lo sponsor Italdea.

Le sfilate, che hanno messo a confronto le contendenti insieme con le creazioni dei tre stilisti, sono state intervallate dall’esibizione di artisti diversi, che hanno fatto volare la serata sulle note ora della musica ora della comicità: partecipazioni straordinarie quali quelle di Donatella Pandimiglio, Stefania Fratepietro, Luca Notari e Franco Guzzo. Presente anche Irene Perazzelli, vincitrice dell’ultima edizione del Concorso.
Il patron Mattia Tiraboschi ha affermato che “Fotomodella dell’anno Academy” “Nasce da un’esigenza reale manifestatasi all’inizio degli anni Ottanta, la difficoltà degli stilisti italiani di alta moda di trovare modelle italiane per le proprie sfilate e presentazioni di collezioni. Erano anni nei quali le ragazze italiane sembravano essersi allontanate dalle passerelle e da una professione ambita invece dalle giovani di molti paesi stranieri. Le quali, infatti, riempirono le nostre sfilate per molto tempo. Elemento questo di forte condizionamento per l’essenza della professione e per la moda italiana stessa, con una concorrenza sempre più affannosa, in particolare per gli stilisti allora emergenti, soprattutto economicamente. L’idea venne all’avvocato Ezio Guidi, impresario teatrale, e a Massimo Landi, musicista, coadiuvati da me. Nasceva così Fotomodella dell’Anno: era il 1983”.
Il percorso formativo offre alle ragazze una visione completa del mondo del lavoro, indirizzandole nel settore a loro più consono. Il programma FDA Academy è infatti strutturato per svelare le peculiarità di ogni modella, dando loro l’opportunità di esaltare le proprie attitudini. Nel corso dei suoi trentaquattro anni di storia, “Fotomodella dell’Anno Academy” ha lanciato personaggi di successo come Samantha De Grenet, Francesca Rettondini, Hoara Borselli, Michelle Hunziker, Adriana Volpe, Lucia Galeone, Caterina Balivo, Dana Ferrara e Costanza Caracciolo. E si prospettano ulteriori sviluppi, se è vero che il Direttore artistico e regista della serata Sandro Corelli è convinto che “il concorso “Fotomodella dell’Anno Academy” ha grandi potenzialità per crescere ed assumere un rilevante taglio televisivo. La giuria, altamente qualificata, sa ogni volta individuare il nuovo volto per la moda e lo spettacolo”.

Massimo Nardin è Dottore di ricerca in Scienze della comunicazione e organizzazioni complesse, docente universitario presso l'Università LUMSA di Roma e l'Università degli Studi Roma Tre, diplomato in Fotografia allo IED Istituto Europeo di Design di Roma, giornalista pubblicista, critico cinematografico, sceneggiatore e regista. È redattore capo della sezione Cinema della rivista on-line “Il profumo della dolce vita” e membro del comitato di redazione di “Cabiria. Studi di cinema - Ciemme nuova serie”, quadrimestrale del Cinit Cineforum Italiano edito da Il Geko Edizioni (Avegno, GE). È membro della Giuria di “Sorriso diverso”, premio di critica sociale della Mostra del Cinema di Venezia, e del Festival internazionale del film corto “Tulipani di seta nera”. Oltre a numerosi saggi e articoli sul cinema e le nuove tecnologie, ha pubblicato finora tre libri: “Evocare l'inatteso. Lo sguardo trasfigurante nel cinema di Andrej Tarkovskij” (ANCCI, Roma 2002 - Menzione speciale al “Premio Diego Fabbri 2003”), “Il cinema e le Muse. Dalla scrittura al digitale” (Aracne, Roma 2006) e “Il giuda digitale. Il cinema del futuro dalle ceneri del passato” (Carocci, Roma 2008). Ha scritto e diretto diversi cortometraggi ed è autore di due progetti originali per lungometraggio di finzione: “Transilvaniaburg” e “La bambina di Chernobyl”, quest'ultimo scritto assieme a Luca Caprara. “Transilvaniaburg” ha vinto il “Premio internazionale di sceneggiatura Salvatore Quasimodo” (2007) e nel 2010 è stato ammesso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al contributo per lo sviluppo di progetti di lungometraggio tratti da sceneggiature originali; nell'autunno 2020, il MiBACT ha ammesso “La bambina di Chernobyl” al contributo per la scrittura di opere cinematografiche di lungometraggio.