Home Cinema “Io che amo solo te” (2015) di Mario Ponti. Un amore riscoperto...

“Io che amo solo te” (2015) di Mario Ponti. Un amore riscoperto e d’altri tempi (ri)vissuto ai giorni nostri.

Damiano e Chiara stanno organizzando il loro matrimonio nel paese di origine, Polignano a Mare, a coronamento di una storia d’amore che paradossalmente non è quella dei promessi sposi! Il film racconta, infatti, con una certa dose di brillantezza e un interessante intrigo, storie di genitori, di figli, di zii e di nipoti, che non hanno potuto realizzare i loro sogni d’amore per vicende legate a fatti contingenti di molti anni prima e che la fase organizzativa del matrimonio fa emergere all’occhio dello spettatore che ne rimane intrigato e coinvolto in una verità filmica e romanzata che talvolta lascia l’amaro in bocca. L’interessante sceneggiatura – di Marco Ponti e dello stesso Bianchini, coadiuvato da Lucia Moisio – è tratta dal romanzo di Luca Bianchini, “Io che amo solo te”, e rientra nel genere commedia che a tratti riesce anche ad essere brillante. Il cast di attori è formidabile e dà maggior vigore ad una storia che certamente coinvolte empaticamente lo spettatore in un pathos a tratti realmente incisivo.

Il film diretto da Mario Ponti, in fondo, descrive le piccole e grandi ipocrisie dell’uomo e della donna di oggi, sia nell’aspetto delle relazioni umane ed amorose, che in quelle interiori (riuscire a mentire anche a sé stessi per sfuggire ai sensi di colpa!). La narrazione, ad un certo punto e a tratti, però, perde la sua originalità e la sua identità quando omogeneizza il vecchio col nuovo, la ricchezza ostentata delle vecchie generazioni con la necessità di celebrare un evento, il matrimonio, come se fosse un reality, uno show, uno spettacolo internautico, un evento contemporaneo da web-series! Questo aspetto della sceneggiatura, probabilmente, costringe lo spettatore a riflettere su quello che siamo veramente rispetto a quello che vorremmo essere per mantenerci al passo coi tempi “informatici” e al passo con le relazioni social-network che hanno preso il sopravvento sulle relazioni dove la fisicità, lo sguardo, la parola, i suoni, i profumi e l’atmosfera vivida del momento, davano un senso magico, unico e irripetibile a qualsiasi storia d’amore. Oggi questa magia sentimentale ed empaticamente dirompente, rispetto a quel passato amoroso non compiuto e ben narrato dal film, forse è persa per sempre.

N.B. – Questa è la recensione integrale di Andrea Giostra del Film Io che amo solo te” (2015) di Mario Ponti, di cui uno stralcio è stato pubblicato da “La Repubblica“, Palermo, alla pag. XI, “Spettacoli, Cultura, Sport“, di Domenica 08 Novembre 2015.