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Kings of Crime; la vita dei boss in tv

Stasera, alle 21.15, è andata in onda sul canale Nove del digitale terrestre la prima puntata della nuova serie factual di Roberto Saviano: scrittore del cult Gomorra e ideatore dell’omonima e fortunatissima serie fiction di cui attendiamo con ansia la terza stagione. Un personaggio, Saviano, sempre al centro di innumerevoli polemiche per il suo ruolo di  commentatore, costantemente attento  a mostrare i lati oscuri di un paese “inguaiato” come quello italiano. Oltre ad essere uno scrittore, però, Roberto Saviano vanta certamente il merito di essere un grande divulgatore di informazioni; una sorta di pulpito che dona specialmente ai giovani punti di vista e feritoie dai quali osservare un mondo sempre più caustico e doloroso. Lo fa e lo ha fatto tramite i suoi articoli settimanali, dove è onnipresente nel dibattito culturale e politico, nelle trasmissioni dove è invitato a parlare dei suoi temi e soprattutto con i suoi libri.

Il primo episodio di Kings of Crime è stato, e c’era da aspettarselo, davvero interessante, coinvolgente e coerente con lo spirito divulgativo citato poc’anzi. Con un format di tipo documentaristico, che va da interviste a immagini di repertorio, Saviano ci ha portati, in questo primo appuntamento, nel mondo della criminalità organizzata napoletana e nella fattispecie ci ha dato importanti informazioni circa la vita di quello che è stato uno dei boss più importanti del “sistema”:Paolo Di Lauro. Come al solito, con una gestualità ricca e una dialettica concisa e chiara, il messaggio è arrivato. Ha sicuramente convinto e incuriosito! L’autobiografia del boss napoletano – ma ne sono previste anche di narcotrafficanti internazionali – è cruda e semplice, dettagliata ma discorsiva. Interessante, soprattutto, la seconda parte della puntata, dove Saviano intervista personalmente il collaboratore di giustizia ed ex braccio destro di Di Lauro Maurizio Prestieri. Lo scrittore campano ne sviscera i lati umani più conturbanti, gli estorce informazioni di una lucidità quasi spaventosa, lasciando che sia il Male a parlare, a farsi sentire nei suoi deliri e nella sua assoluta non capacità di redimersi. Al netto di questo primo episodio Kings of Crime è quindi una serie da appoggiare, godibile e accattivante, che non annoia e soprattutto, speriamo, riesce a far passare il messaggio che il cinema, anche con la sua spettacolarizzazione intrinseca, non riuscirà mai a superare la realtà.

Luca Di Dio