Home Cinema Loro 2 – il fascino per niente misterioso di Paolo Sorrentino

Loro 2 – il fascino per niente misterioso di Paolo Sorrentino

La seconda parte di un film ( Loro 2 ),che non è certo la biografia di uno degli uomini più in vista dal 2006 al 2010, appare indiscutibilmente legata alla prima ( Loro 1 ) perché la prima pellicola ci aveva lasciato dentro come un senso di vuoto, di incompleto, una suspence per cercare di capire se tutto quanto sapevamo di Silvio Berlusconi sarebbe stato detto e soprattutto mostrato.

Ed è proprio così: la seconda parte si lega sì alla prima, ma è molto, molto di più espressiva e concreta perché non si limita ad esporre nudi e bagordi ma entra nell’animo dell’uomo, del mito dall’aspetto buono, quasi della vittima; e lo fa con una delicatezza ed una efficacia alla quale Sorrentino ci ha da tempo abituati con capolavori del tipo “ la grande bellezza “ ed altri.

La descrizione del Silvio uomo complesso è qui perfetta, quasi maniacale, è un uomo che non lascia mai trapelare i suoi veri sentimenti, forse nemmeno i suoi veri istinti: è un uomo che nessuno riesce ancora oggi a comprendere dall’interno ma che con i suoi comportamenti intonacati di bontà lascia trapelare e trasudare: una bontà che, però, Sorrentino non associa alla fama scandalistica che la politica ha ormai cucito addosso all’ex cavaliere.

Molti passaggi sono vere e proprie opere d’arte, vedi la scena del pranzo con il suo amico Ennio Doris nel corso della quale Silvio comincia a mostrare segni di decadenza pur volendo ancora apparire un vincente, o la scena durante la quale egli torna ai suoi vecchi amori di venditore di appartamenti e riesce a convincere una vecchietta al fine di provare la propria capacità di convincimento per un’altra prova di convincimento assai più ardua e quasi pindarica: convincere sei parlamentari di altri partiti a votare a suo favore per far cadere il governo Prodi: e ci riesce!

Ma a fronte di tanti successi in mezzo ad alcune gaffes clamorose, ecco che si avvicina la sua fine con la scena graffiante, impietosa di sua moglie che gli annuncia di voler divorziare, forse la scena clou di tutto il poderoso lavoro sorrentiniano: un momento brutale che inciderà profondamente nell’animo di Silvio: è l’inizio della fine ed il cavaliere comincia a comportarsi, forse per vendetta verso tutto il mondo, in maniera molto ma molto diversa da ciò che fino ad allora era apparso: amici fidati brutalmente accantonati, nemici distrutti come Veronica ha distrutto lui, un insieme di contraddizioni che lo portano a ciò che poi la politica ha completato.

L’animo dell’imprenditore è ancora, però, vigile e l’Italia che lo applaude e quella che lo accusa emergono dalle immagini del terremoto dell’Aquila, una catastrofe che Berlusconi utilizza per il suo rilancio e per riconquistare un’Italia che non lo sopporta e che Sorrentino descrive magistralmente attraverso una muta sequenza di immagini che evidenziano la sofferenza dei disastrati e dei soccorritori.

Persone evidenziate nel film e del calibro di Fedele Confalonieri, di Mike Bongiorno, di Mariano Apicella, di Santino Recchia, di Kira vengono introdotti dal regista in forma fittizia e/o per inventare dei personaggi che il regista dichiara di aver introdotto nella storia perché voleva essere libero di inventarli; per esempio “ il Dio “ interpretato da Roberto Herlitzka non è altro che la similitudine dell’inizio della decadenza di Silvio mentre il senatore interpretato da Bentivoglio vuole essere il simbolo del camaleontismo berlusconiano;il cantante – amico Apicella rappresenta, secondo Sorrentino, l’esempio della paura di chi circonda Berlusconi di perdere il contatto con lui.

Insomma, l’universo in difficoltà che Sorrentino descrive è un ambiente che può anche non piacere ma è certamente un gran bel film che si ispira ( o imita ? ) Fellini, Scorsese, Kubrick in quanto , dichiara il regista, è sempre cosa buona ispirarsi ai grandi, anche se a volte può non essere facile imitarli.

Quanto alle singole interpretazioni appare inutile descriverle perché i Berlusconi ed i Doris ai quali Servillo dà la figura appaiono inimitabili da qualunque altro attore atteso che la mimica facciale della quale egli dispone è semplicemente unica; Veronica è una insuperabile Elena Sofia Ricci mentre Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen continuano nelle belle ed uniche interpretazioni delle quali hanno dato prova nella versione “ 1 “ di Loro, di quegli italiani che “ Lui “ ha da una parte generosamente trattato e dall’altra ha con la stessa forza tentato di incantare con la sua personalità estremamente complessa e trascinante.