Home Cinema Nastro d’Argento Speciale a Gianni Minà: “In Rai sembrava avessi la peste!”

Nastro d’Argento Speciale a Gianni Minà: “In Rai sembrava avessi la peste!”

Gianni Minà, Nastro d'Argento 2017
Gianni Minà, Nastro d’Argento 2017
Laura Delli Colli e ianni Minà

Un Nastro Speciale al giornalista-regista Gianni Minà che, attraverso i suoi racconti ha fissato nella storia i più grandi personaggi  contemporanei. In particolare il Nastro d’Argento 2017 gli è stato assegnato per la  realizzazione  del documentario dell’ultima intervista che Fidel Castro ha rilasciato. L’intervista, diventata poi uno scoop, è nata dalla richiesta diretta di Castro che, avendo saputo della presenza di Minà al seguito di Papa Francesco chiese: “…da me non viene?”. Un episodio particolare che è diventato l’incipit del documentario:  “Su richiesta di Fidel Castro, Gianni Minà ha intervistato il Leader Maximo in occasione della visita di Papa Francesco a Cuba”, così si apre quello che è un documento che rimmarrà nella storia del giornalismo e del cinema. Gianni Minà, però, non ha risparmiato le polemiche verso chi, non si sa per quale motivo, lo ha estromesso dalla Tv di Stato. Ma questo non è bastato a scoraggiarlo, anzi, è andato avanti da solo, realizzando scoop che sono di fatto vere e proprie lezioni di giornalismo. Il suo essere giornalista lo ha affermato ancora una volta, ricordando che: “L’unico modo che conosco per raccontare i fatti è essere dove accadono gli eventi. Devo ringraziare Paolo Del Brocco che è stato l’unico a riconoscere il valore della presenza di un giornalista in occasione della visita di Papa Francesco a Cuba, è l’unico che fa della Rai quella che dovrebbe essere e che è stata in passato”.

Dopo la premiazione abbiamo raggiunto Minà per commentare con lui un’altra sua affermazione in merito alle difficoltà che i giovani hanno nel fare questo mestiere (i registi), “c’è una sorta di depressione o di sconforto…”.

 Queste difficoltà riguardano anche il mestiere del giornalista…ha il polso della situazione? “E’ anche peggio! Purtroppo è un lavoro difficile, bisogna continuare a crederci. Ormai non ho più alcun potere, nessuno più mi fa scrivere. Per anni non mi hanno fatto più lavorare in Rai”.

Tutto quello che ha fatto lo ha fatto da indipendente? “Certo ho fatto per conto mio, in Rai è come se avessi la peste. Io facevo i colpi e loro avevano gli impiegati del catasto che mettevano le loro notiziole…, è per questo che sono polemico” .

Qual è la sua più grande soddisfazione? “Che non mi hanno fatto più lavorare in Rai!”

Nel corso della premiazione sono stati proiettati alcuni piccoli brani dell’intervista a Fidel Castro, in cui Castro risponde a Minà che gli chiede se fosse diventato credente (dopo la visita del Santo Padre), Fidel risponde di essere sempre rimasto quello che era, “non posso dirmi credente” e poi in conclusione è stato proiettato il pezzo in cui Papa Francesco chiede a Castro “di dire un Padre Nostro per lui, ogni tanto…” I racconti video di Minà, narrano la Storia, metre accade e, come lui stesso ha ricordato, esserci è l’unico modo per raccontare. In fondo è proprio questo il senso (o almeno dovrebbe esserlo) del fare giornalismo, raccontare quello che accade mentre accade, documentarlo. E’ così che diventa naturale per Minà la trasposizione, il passaggio, da giornalista a documentarista, imprime su “nastro” ciò che prima si poteva raccontare solo scrivendo.