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PREMIAZIONE CANNES 2018: LAZZARO FELICE vince il Premio alla Migliore sceneggiatura

Lazzaro Felice Migliore Sceneggiatura a Cannes 2018

PREMIAZIONE CANNES 2018: LAZZARO FELICE vince il Premio alla Migliore sceneggiatura. A Cannes il nostro “Lazzaro felice” ha appena conquistato – ex aequo con “3 Faces” – il Premio alla Migliore sceneggiatura. A ritirarlo, la regista, Alice Rohrwacher, che dal palco del Grand Auditorium Louis Lumière ha ringraziato (prima in italiano e poi in francese) i produttori (tra cui la Tempesta di Carlo Cresto-Dina e Rai Cinema) per aver creduto “in questa sceneggiatura bislacca” e averla fatta crescere con la dedizione di “un bambino” che ama qualcosa di speciale.
Il film è la storia di Lazzaro, mite ragazzo dagli occhi grandi e innocenti che attraversa a piedi due epoche, passando dalla vecchia vita rurale dell’Inviolata, un luogo – come fa intuire il nome – sospeso nel tempo, dove vivono e lavorano duramente i mezzadri al servizio dell’arida marchesa Alfonsina De Luna (Nicoletta Braschi), e una vicina città dei giorni nostri. Dove Lazzaro incontra alcuni dei suoi compagni di un tempo, tra i quali Tancredi, il figlio della marchesa, e Antonia (Alba Rohrwacher): loro sono cresciuti, Tancredi addirittura invecchiato, Lazzaro no, è sempre lo stesso, la medesima purezza che deve ora confrontarsi con dei tempi profondamente mutati.

Massimo Nardin è Dottore di ricerca in Scienze della comunicazione e organizzazioni complesse, docente universitario presso l'Università LUMSA di Roma e l'Università degli Studi Roma Tre, diplomato in Fotografia allo IED Istituto Europeo di Design di Roma, giornalista pubblicista, critico cinematografico, sceneggiatore e regista. È redattore capo della sezione Cinema della rivista on-line “Il profumo della dolce vita” e membro del comitato di redazione di “Cabiria. Studi di cinema - Ciemme nuova serie”, quadrimestrale del Cinit Cineforum Italiano edito da Il Geko Edizioni (Avegno, GE). È membro della Giuria di “Sorriso diverso”, premio di critica sociale della Mostra del Cinema di Venezia, e del Festival internazionale del film corto “Tulipani di seta nera”. Oltre a numerosi saggi e articoli sul cinema e le nuove tecnologie, ha pubblicato finora tre libri: “Evocare l'inatteso. Lo sguardo trasfigurante nel cinema di Andrej Tarkovskij” (ANCCI, Roma 2002 - Menzione speciale al “Premio Diego Fabbri 2003”), “Il cinema e le Muse. Dalla scrittura al digitale” (Aracne, Roma 2006) e “Il giuda digitale. Il cinema del futuro dalle ceneri del passato” (Carocci, Roma 2008). Ha scritto e diretto diversi cortometraggi ed è autore di due progetti originali per lungometraggio di finzione: “Transilvaniaburg” e “La bambina di Chernobyl”, quest'ultimo scritto assieme a Luca Caprara. “Transilvaniaburg” ha vinto il “Premio internazionale di sceneggiatura Salvatore Quasimodo” (2007) e nel 2010 è stato ammesso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al contributo per lo sviluppo di progetti di lungometraggio tratti da sceneggiature originali; nell'autunno 2020, il MiBACT ha ammesso “La bambina di Chernobyl” al contributo per la scrittura di opere cinematografiche di lungometraggio.