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“Quello che so di lei”di Martin Provost. Recensione

QUELLO CHE SO DI LEI - BIM Distribuzione
QUELLO CHE SO DI LEI – BIM Distribuzione

“Quello che so di lei” di Martin Provost. L’una di fronte all’altra per le strade di Parigi, nei reparti ospedalieri, nei bar, nelle sale da gioco o in un appartamento. A confrontarsi sono l’ostetrica Claire e Beatrice, interpretate rispettivamente da Catherine Frot e Catherine Deneuve nell’ultimo film di Martin Provost, Quello che so di lei.
Tutto ha inizio da un melanconico messaggio lasciato in segreteria telefonica dopo 30 anni di silenzio: Beatrice dichiara di volere rivedere Claire perché ha bisogno di aiuto a causa di una malattia al cervello. Per lei si tratta di un duro colpo: da bambina Claire ha tanto sofferto la decisione di suo padre, che per amore di Beatrice ha abbandonato la famiglia. Le due sono di carattere completamente opposto: Beatrice è una donna irresponsabile, disoccupata senza arte né parte, abile solo nel gioco d’azzardo e amante del cibo prelibato. Claire invece è orgogliosa del suo lavoro, sempre preoccupata dei bisogni di suo figlio e rigorosamente vegetariana.
La trama nella sua presentazione non promette grandi sorprese: se dapprima non riusciranno ad andare d’accordo, poco alla volta le due impareranno a venirsi incontro e a creare un sodalizio. Sono alcuni piccoli simboli in questo film a rivelarsi originali: la scelta da parte di Claire di utilizzare soltanto la bicicletta al posto dell’automobile, la bistecca e la sigaretta che si rivelano rispettivamente simboli di piacere e libertà e il timore condiviso di non voler fare i conti con il passato.
L’opera di Martin Provost vuole essere anche un omaggio alla figura dell’ostetrica, cui il regista deve la sua vita per avergli donato il suo sangue. In una scena di Quel che so di lei una paziente bisognosa d’aiuto, riesce miracolosamente a partorire nell’ultimo giorno di attività di reparto, offrendo importanti spunti di riflessione.
Martin Provost, da sempre interessato alle vicende familiari, viste da un’ottica femminile, si è mantenuto fedele al suo stile. In Violette, il penultimo lavoro da lui diretto nel 2015, raccontava un intenso e profondo legame tra due donne al termine della seconda guerra mondiale. E anche in questo caso si trattava di un concepimento al di fuori del matrimonio. Con Quello che so di lei, il regista francese continua a percorrere la stessa strada, donando un lungometraggio a tratti lento e forse un po’ lungo, ma anche efficace. Come efficace, sicuramente la prova delle due attrici, di diritto oggi riconosciute come alcune tra le migliori in Francia. Il continuo botta e risposta tra Claire e Beatrice è l’indubbio punto di forza che accelera a tratti il ritmo del film.

QUELLO CHE SO DI LEI è nelle sale italiane dall’11 maggio

Eugenio Bonardi