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Sandra Milo, incontro con la Musa di Fellini che sarà al Giffoni FF (video)

Sandra Milo, attrice e conduttrice, che negli anni ’60 conobbe il suo momento più alto di notorietà grazie al fortunato incontro con Federico Fellini che le valse ben due Nastri d’Argento come miglior attrice non protagonista, riesce sempre ad affascinare chi ha la fortuna di incontrarla… Non lasciatevi ingannare dal suo inconfondibile timbro di voce in falsetto e i ruoli da diva un po’ svampita che le ha dato  l’immagine di un personaggio sopra le righe, una sognatrice, una donna con la testa tra le nuvole. Tutto questo è vero almeno fino a quando non la si incontra personalmente, oggi, alla bella età di ottantadue anni, la signora Milo è invece più attiva e determinata che mai. Ecco come è apparsa a noi che per la prima volta abbiamo avuto l’occasione di intervistarla all’evento per il quale è “Madrina della solidarietà”, alla presentazione del Calendario 2016 dell’attore e conduttore Anthony Peth il cui ricavato andrà devoluto in beneficenza, appunto, e in rappresentanza del Made in Italy: una donna dolce e sensibile, piena di energia e attenta a ciò che accade nel mondo dei giovani, per nulla appannata dal tempo. Una piacevole sorpresa ascoltarla mentre ci spiega che, pur non amando il riguardarsi nei film che l’hanno resa celebre, è felice di aver lasciato un segno nel cinema italiano. L’incontro con Federico Fellini? Una tappa fondamentale della carriera di attrice: “Federico mi ha insegnato che un attore non può avere pudori. Un attore deve mettersi a nudo, abbandonando se stesso per far vivere il personaggio che interpreta”. Quasi una lezione di recitazione per chi avesse voglia di carpire il segreto più intimo di un attore. Ed è in questo punto preciso dell’intervista che comprendiamo quanto la bravura dell’attrice Sandra Milo ha saputo “ingannare” gli spettatori, essere credibile come vamp, essendo invece molto di più, far confondere vita privata e professionale al punto da non distinguerne il confine, insomma una vera Diva, come non se ne vedono più tante nel mondo del cinema e dello spettacolo. Una diva dal fascino senza tempo. Attualmente impegnata a teatro con “Hanry&Sally nove mesi dopo” per la regia di Claudio Insegno, ci anticipa della sua partecipazione al film per ragazzi “Camminando nel cielo“ che sarà presentato in anteprima alla 45 ma edizione del Giffoni Film Festival, in cui è la zia di un ragazzo che ha perso l’uso delle gambe in un incidente automobilistico…

Lei è un’icona, un emblema del “made in Italy”, conosciuta nel mondo per i suoi film. Che effetto le fa rivedersi?
Non amo rivedermi, quello appartiene al passato. Sono felice di aver lasciato un segno nel cinema, di aver fatto delle cose belle ma oggi sono impegnata in teatro e in un film per ragazzi che sarà presentato al Giffoni Film Festival.
Qual è il titolo del film? Ci può anticipare qualcosa del suo personaggio?
“Camminando in cielo”, è un film a cui tengo molto. Nel film sono la zia di un ragazzo che ha avuto un grave incidente e ha perso l’uso delle gambe. Una tragedia per tutta la famiglia. C’è un difficile ritorno alla vita, la zia lo ama molto è quasi il figlio che non ha mai avuto. E’ un’opera bella per il messaggio positivo di gioia di vivre ed anche un modo per ricordare ai giovani che per attimo di “sballo” può lasciare una tragedia per sempre. La cronaca racconta troppo spesso degli incidenti automobilistici all’uscita delle discoteche, per droga e alcool…Nella vita c’è un destino, l’importante è trovare un interesse per la vita ed andare avanti comunque è questo il significato bello del film: amare la vita!
A proposito di vita e di “dolce vita”, Lei è stata anche protagonista della “Dolce vita”, intesa come periodo d’oro del cinema e non solo. Un periodo in cui c’era grande ottimismo. E’ stata la “musa” di Federico Fellini. Ha un aneddoto, un ricordo di Fellini che ci può raccontare?
Fellini è stato e resta il più grande regista di tutti i tempi. Per me è stata una grande fortuna vivere in quel’epoca, averlo conosciuto e aver lavorato con lui. L’insegnamento più grande che ho ricevuto da lui è che un attore non può permettersi pudori nel senso che non può avere riserve. Per dare emozioni al personaggio deve dare tutto se stesso, mettersi a nudo dimenticando il proprio “io” e rappresentare il personaggio con le sue emozioni. Di questo sono molto grata a Federico perché non è facile perdere totalmente il pudore, non nella vita privata, ma nel lavoro. E’ stata una grande opportunità che mi ha dato la capacità di dare grande spessore, grande verità ai miei personaggi proprio perché mi sono dimenticata di me stessa.
E’ difficile “mettersi a nudo”?
E’ più difficile mettere a nudo l’anima che il corpo. Ogni giorno siamo nudi facendo la doccia o vestendoci, ma mettere a nudo i sentimenti, la propria vita, il proprio essere è molto più difficile.
Quando si mette a nudo l’anima?
Recitando, naturalmente! Perché devi rappresentare il personaggio nelle sue miserie e nelle sue grandezze. Mettendosi a nudo nel senso di dimenticare quel ritegno che si ha nella vita reale. Sarebbe importante insegnarlo ai giovani attori.
Nella vita è difficile mettersi a nudo? Donarsi completamente?
Nella vita è difficile, ma sono riuscita a farlo anche nell’amore, nella famiglia e soprattutto con il pubblico. A darmi con sincerità senza nascondermi, sia nel bene che nel male, ed è per questo credo che sono rimasta nell’affetto del pubblico.

di Rossella Smiraglia Ph. Sabina Filice