Home Cinema Sarà il mio tipo? Gli opposti si attraggono ma poi…

Sarà il mio tipo? Gli opposti si attraggono ma poi…

Sarà il mio tipo

SARA’ IL MIO TIPO ? Di Lucas Belvaux. Recensione di MK, presentato ai Rendez-vous del Nuovo Cinema Francese e sarà distribuito in sala dal 23 Aprile da Satine Film.

Film sull’amore, con un gusto analitico al limite del psicologico, del sociologico ma anche astrologico. Come due persone diverse culturalmente, con vissuti diversi e segni zodiacali incompatibili (secondo l’autore), finiscono per attrarsi per la famosa legge degli opposti, ma che alla fine, per un’altra legge, che la storia chiarisce in parte, si lasciano. In ballo ci sono due visioni della vita: lei parrucchiera solare, vitale, incolta ma sensibile: Jennifer (Emile Dequenne), lui scrittore freddo, intellettuale, poco solare e poco vitale, quasi introverso, apparentemente anaffettivo, Clement (Loic Corbery). I dialoghi del film sono gustosi e vanno dal Karaoke a Kant, dall’arte del taglio dei capelli alla filosofia. Tutto ciò però alla fine sembra più che un’ analisi sull’ incompatibilità, una costatazione pessimistica sull’ impossibilità dell’ “amore” in quanto le nostre “unicità” sono sempre e comunque diverse. La domanda che pone il regista è atta a cercare una soluzione che comunque sfugge, perché sull’amore e sull’attrazione in genere crediamo di sapere tutto, ma praticamente quasi niente di scientifico. Il film cerca di fare proprio questo in una commedia con toni leggeri ma anche amari. Ottima la sceneggiatura soprattutto nei dialoghi e Emile Dequenne dà una stupenda interpretazione del personaggio che alla fine riesce a conquistarci di più per il semplice fatto che è più vitale e spontanea, in una parola: più semplice. Forse identificando Clement al segno dei gemelli mentre Jennifer alla bilancia ha voluto accentuare due aspetti psicosomatici opposti dell’essere: quello intellettuale /cerebrale /pessimista e quello estetico /superficiale /ottimista. E chiaro che ciò sembra più una generalizzazione simbolica, non necessariamente vera, strumentale e funzionale al senso del film. Il regista ha chiaramente cercato attraverso una storia d’amore apparentemente difficile, ma non impossibile, di analizzare e razionalizzare il campo dei sentimenti secondo i parametri sociali, psicologici, culturali, caratteriali, (ma andrebbe aggiunto anemici) qualche cosa che per quanto ci si siano cimentati poeti, psicologi e filosofi rimane sempre irrazionale.

La Trama

Clement, autore del libro “Dell’amore e del caso”, vorrebbe essere definito ‘filosofo dell’eros’. Lui non crede alla coppia “perché l’amore non deve diventare una prigione”. Tutto viene messo in discussione quando incontra la vitale Jennifer – romanzi rosa e karaoke – convinta che un taglio di capelli possa cambiarti la vita. Lei prova a leggere Kant, lui a ballare. Ma il loro sentimento è destinato a combattere con due diverse visioni della vita…Chi ha ragione e chi ha torto? La filosofia dell’amore resta un mistero anche quanto la passione diventa certezza. “Come dice Renoir «Tutti hanno le loro ragioni»; ed è vero, non importa se sono buone o cattive”, commenta il regista Lucas Belvaux.