Home Cinema E’ SOLO LA FINE DEL MONDO – l’ultima fatica di Dolan

E’ SOLO LA FINE DEL MONDO – l’ultima fatica di Dolan

E' solo la fine del Mondo-Dolan
E' solo la fine del Mondo-Dolan
E’ solo la fine del Mondo-Dolan

Louis è uno scrittore teatrale. Decide, dopo una dozzina di anni, di tornare nel suo paese d’origine per annunciare alla famiglia la sua morte imminente per malattia. Quando però si trova al cospetto della madre, della sorella minore, del fratello maggiore e della cognata, la tensione emergerà forte come un pugno dritto allo stomaco e Louis dovrà combattere l’incapacità di confessarsi ai suoi.

L’ultima fatica di Xavier Dolan (l’enfant prodige con sei film all’attivo tra cui il capolavoro Mommy) è una pellicola nervosissima, di una drammaticità folgorante. Un’opera, che per quasi la sua intera durata si propone come un film da camera, ricordando per certi versi la teatralità e la posatezza di film del calibro di Settembre di Woody Allen. I silenzi sono fondamentali, i dialoghi pungenti e sofferti e la chiusura degli spazi – tranne in alcune sequenze – è la scelta registica che più si adatta alla drammaticità della vicenda. E’ solo la fine del mondo abbraccia infatti le tematiche già care al regista canadese, a partire principalmente dal conflitto familiare fino ad arrivare all’omosessualità. Tutti argomenti che Dolan sviscera con precisione e, come al suo solito, con invidiabile coraggio e coinvolgimento emozionale. Tramite la tecnica del flashback riesce poi a sviluppare maggiormente i caratteri, tutti ben distinguibli e allo stesso modo sfumati e indecifrabili. Ma l’aspetto più interessante è sicuramente quello emotivo. Sono le meravigliose immagini e le parole, che cadono sullo schermo con grazia, a creare la tensione costante che porterà a litigi estemporanei tra i membri della famiglia e a ripescare nei meandri più bui della memoria ricordi dolorosi e rimpianti struggenti.

E se il film convince per la sua straordinaria spontaneità e la sua costernazione intima, la sfera stilistica è quella che ancora una volta risulta davvero dominante. Dolan, nonostante la sua giovanissima età, continua a stupire con la sua abilità nell’alternare colori caldissimi a tonalità grigio-blu in maniera sublime. Gli infiniti primi piani riflettono sul grande schermo come dipinti impressionistici la lucentezza e il disincanto degli sguardi catturati. E poi, da non sottovalutare, il coraggio con cui questo giovane cineasta crea dissonanze nel suo cinema melodrammatico e serissimo con delle musiche “modaiole” e apparentemente stranianti.

E’ solo la fine del mondo è in conclusione un film molto importante, da vedere; un’opera che ha sicuramente qualche momento di stallo e di immobilità, ma che arriva dritta al cuore. Con un finale, tra i più disorientanti e poetici del cinema di Xavier Dolan.

Luca Di Dio