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UN SOGNO CHIAMATO FLORIDA

UN SOGNO CHIAMATO FLORIDA
La prossima edizione della notte degli Oscar è ormai alle porte e, tra i tanti film candidati alla vittoria finale, spicca il nome di Un sogno chiamato Florida, una storia tenera e affascinante, forse realizzata seguendo la scia lasciata dal successo di Moonlight, indiscusso trionfatore dell’edizione scorsa. Come nel caso del pluripremiato film diretto da Berry Jeckins, anche Un sogno chiamato Florida è ambientato negli stessi territori, quei luoghi espressione di degrado periferico, ma anche di bellezze in grado di attrarre turisti da tutto il mondo. Il lungometraggio diretto da Sam Baker in sala nella prossima primavera, sarà distribuito da Cinema di Valerio De Paolis. Tra i principali attori, Wilem Defoe, che già ha avuto la nomination agli Screen Actors Guild Awards, Bria Vinaite e soprattutto l’ottima prova di una bambina che già all’età di 7 anni è considerata la rivelazione dell’anno, Brooklynn Prince.
Un sogno chiamato Florida racconta le vicende di una famiglia e le sue giornate tipo durante l’estate in compagnia di amici e parenti. Da una parte la gioia e l’allegria dei bambini che giocano e si divertono per le strade, in spiaggia e davanti alla televisione; dall’altra i difficili momenti che gli adulti devono affrontare di fronte alla crisi economica. Un ruolo determinante per lo scorrere dei fatti lo hanno i genitori di Moonie. Halley, la madre, ha una doppia vita: ama molto suo marito e vuole bene alla figlia, ma spesso partecipa ad alcune attività criminali. Bobby, Il padre, proprietario di un hotel di lusso a Orlando, è molto occupato nel lavoro. Ciò nonostante, cerca sempre di dedicare il maggior tempo possibile alla famiglia.
Il film è stato presentato ai numerosi Festival cinematografici di tutto il mondo. Tra questi, ricordiamo Toronto, New York, Londra e non esitiamo a citare Torino, che ha scelto Un sogno chiamato Florida come lungometraggio di chiusura. Ovunque ha riscosso un grande successo. Il magazine inglese Sight and sound lo ha catalogato al 9° posto nella classifica dei migliori film dell’anno. Altre riviste prestigiose come il Times, The Guardian e il New York Magazine, si sono espresse con complimenti e giudizi molto positivi.

Eugenio Bonardi