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Venezia 75: “First Man”, l’inesauribile forza di un sogno

Ryan Gosling First Man Venezia 75
Ryan Gosling First Man Venezia 75

Mostra del Cinema di Venezia 2018: in concorso “First Man” (Il primo uomo) – L’inesauribile forza di un sogno. Di Barbara Cianca
Torna alla Mostra del Cinema di Venezia , ad aprirne la 75 edizione il regista statunitense Damien Chazelle – già acclamato vincitore di sei Premi Oscar con l’intenso musical “La La Land”- presentando il lungometraggio biografico “First Man” (Il primo uomo).
Protagonista assoluto l’attore Ryan Gosling nel ruolo di Neil Armstrong, il primo uomo ad essere atterrato sul territorio lunare, affiancato dalla bravissima attrice inglese Claire Foy nella parte di sua moglie. Il film ripercorre la vita di Armstrong negli anni in cui partecipò al programma spaziale della NASA culminato con il primo allunaggio umano il 20 luglio 1969 nella missione Apollo 11.
Per quanto la situazione storico-politica vissuta in quegli anni e la presenza nell’opinione pubblica di pareri contrastanti nei confronti dei programmi spaziali venga denunciata nel film, quest’ultimo risulta essere maggiormente incentrato sugli aspetti più intimi della vita di quest’uomo. Veniamo così resi partecipi fin dall’inizio di un terribile lutto che lo colpì e della sua lenta e quanto mai complessa rielaborazione. Lutto che, unitamente ai sacrifici affrontati e alla perdita di preziosi compagni di viaggio, temprarono il suo animo rendendolo più determinato e al contempo più duro, quasi incapace, alla fine, di relazionarsi, di aprirsi con i suoi stessi familiari. Toccante è il quesito che, alla vigilia del lancio, gli rivolge il figlio maggiore “Potresti non tornare?”. Quesito che, nella sua disarmante semplicità, lo inchioda alle sue responsabilità di padre, costringendolo a scendere sulla Terra prima ancora di salire sulla Luna. E’ in definitiva un film che fa riflettere sulle sfide umane e sul coraggio di affrontarle: sfide importanti il cui esito può incidere sulla storia dell’intera umanità e sfide intime che coinvolgono il proprio essere e che, talvolta, possono rivelarsi più grandi ed ardue delle prime.