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Vittorio Rombolà, “…passava il tempo, passava spesso, ma non salutava mai…”, Ed. Pagine, Roma, 2015.

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Recensione di Andrea Giostra

Vittorio Rombolà scrive un libro di denuncia; ma anche una raccolta di tre Opere; ma anche un ritmarsi di versi sparsi tra le righe del suo raccontare; ma anche un Testo Teatrale a due: un Uomo e una Donna che raccontandosi mutano camaleonticamente l’aspetto estetico alla vista dello spettatore che ne rimane disorientato disorientato, mutando le sembianze, le storie, i vissuti, i racconti dolorosi, tetri, spettrali, angoscianti, indifesi, solitari, munchiani; ma è anche una raccolta di foto d’autore in bianco e nero, della bravissima fotografa polacca Ewa Podolska, che ispirandosi ad alcuni versi di Rombolà, vi associa dei soggetti originali scattati a Rocca di Papa in provincia di Roma presso una località boschiva chiamata Località Campi di Annibale.

Casualmente, mi accorgo adesso, che nella prima parte della mia Recensione vengono fuori dalla tastiera due nomi assai celebri: Annibale Barca e Edvard Munch!

AnnibaleAnnibale Barca (247 a.C.-183 a.C. suicida), meglio riconosciuto come Annibale, fu un grandissimo condottiero, generale e politico cartaginese, famosissimo per le sue vittorie durante la seconda guerra punica contro l’imbattibile esercito dell’impero romano; considerato uno dei più grandi strateghi della storia dell’Uomo tanto che le sue strategie si studiano tutt’ora nelle Scuole di Guerra contemporanee. Annibale viene accostato ad Alessandro Magno, Giulio Cesare e Napoleone come uno tra i più grandi generali-condottieri e strateghi della storia dell’Uomo. Ma ben presto Annibale fu però costretto dai romani a ritirarsi a Cartagine. Malgrado ciò, ostinatamente e tenacemente continuò a battersi in Italia per oltre quindici anni, con un piccolo esercito di veterani, isolato in terra italica-straniera, cercando con l’aiuto dei sui dei, della speranza e della provvidenza di contrastare l’irriducibile, spietato e feroce predominio di Roma in tutto il mondo di allora. Per evitare di consegnarsi ai romani, che avevano posto questa condizione per risparmiare Cartagine e tutto il suo popolo dall’essere rasa al suolo e dall’uccidere tutto il popolo senza alcuna pietà, coraggiosamente, non accettando di consegnarsi vivo, si suicidò nel 183 a.C. per farsi consegnare dal suo popolo che lo amava alla follia, morto in un riposo eterno e in un pace ultraterrena che noi viventi non conosciamo ancora.

Munch 1893Edvard Munch (1863-1944), notissimo pittore norvegese, in particolar modo per uno dei suoi quadri più conosciuti in tutto il Pianeta Terra, “L’urlo” (1893), che dipinse dopo una atroce e terribile esperienza allucinogena e psicotica che sperimentò mentre passeggiava con due suoi cari amici, che nelle pagine del suo inseparabile diario racconta cosi: «Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… E sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura». “L’urlo” di Munch è considerato unanimemente da tutti i critici ed esperti d’arte e di cultura del mondo intero, la versione pittorica più straordinariamente empatica dell’ “Angoscia dell’Uomo”.

Ecco allora che ritrovo il filo conduttore delle pagine appena lette di Rombolà che hanno portato la mia tastiera a battere su questo testo i nomi di due importantissimi personaggi della storia dell’Uomo di tutti i tempi, che hanno vissuto e narrato, ognuno con i propri mezzi d’Arte: Ferocia, Conquista ad ogni costo, ricerca dell’Aiuto in Dio, Speranza, Provvidenza, Paura, Vita, Morte, Sofferenza, Dolore, Angoscia devastante e irreversibile.

Sono questi i temi che si rincorrono in uno scritto, che non è una narrazione, ma più uno scrivere freelance senza un vero filo conduttore narrativo che aiuti il lettore a trovare quel pathos che avrebbe dovuto catturarlo e costringerlo ad una lettura rapace e divoratrice!

05 Rombola 0005Rombolà riesce, invece, a creare un’Opera che si succede in stimolazioni che se da un lato non riescono ad empatizzare col lettore, dall’altro lo portano a riflettere in piena autonomia temeraria e solitaria, su temi da sempre attuali, e certamente non-contemporanei, come vorrebbero farci credere i mass-media del nostro tempo!

Sono sempre stati temi contemporanei di ogni epoca storica quelli che hanno a che fare con il maltrattamento, l’abuso, la violenza, il sadismo goduto dal démone che si eccita adrenaliticamente nell’infliggere dolore corporale, psicologico, morale sul “suo prossimo”! Un piacere schizofrenico che ha da sempre caratterizzato l’uomo di ogni tempo che ha tentato di avvicinarsi all’“anti-dio” attraverso il male, spogliando della propria dignità, della propria moralità, della propria integrità, umiliando e denudando della sua anima quell’uomo che non è più un Uomo; quella donna che non è più una Donna; quel bambino che non è più un Bambino; quell’animale che non è più un Animale. E che ridotti quali “larve-umane”, alla vita anelano con tutte le loro forze spirituali la pace e il riposo eterno che solo la morte misericordiosa può donare!

Ma la Morte, sì sa, non arriva a comando. Come la Vita d’altra parte. E ce lo ricorda saggiamente nella prima pagina, nella dedica “a mio Padre”, Rombolà: «…l’aspetto più tedioso della vita è il suo finale scontato…».

Il libro è certamente da leggere, ma il lettore deve essere consapevole che non è uno scritto di facile lettura ed al contempo non è uno scritto che agevola quella necessaria identificazione proiettiva che ogni scrittore desidera possedere tra le sue corde narrative per “imprigionare” il suo lettore all’interno del labirinto “dei-suoi-racconti”.

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Per chi volesse saperne di più su Vittorio Rombolà, ecco alcuni interessanti link che il lettore può facilmente consultare:

Vittorio Rombolà – Recensione de “ilprofumodelladolcevita.com”:

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Vittorio Rombolà – Official Web Site Page:

http://www.vittoriorombola.it/ ;

Vittorio Rombolà – Official Facebook Page:

https://www.facebook.com/vittorio.rombola ;

Vittorio Rombolà – Pagina Ufficiale “Poeti e Poesia”:

http://www.poetipoesia.com/vittorio-rombola/ ;

Vittorio Rombolà – Official “Ibis-Libri” Personal Page:

http://www.ibs.it/ser/serfat.asp?site=libri&xy=vittorio+rombol%E0 ;

I lettori che volessero conoscere l’autore della Recensione, Andrea Giostra, possono consultare la sua “Official Facebook Page” e la sua “Personal Facebook Page”:

https://www.facebook.com/AndreaGiostraFilm/ ;

https://www.facebook.com/andrea.giostra.31 .

 

Claudio Francesco Beaumont, Annibale giura odio ai Romani XVIII Sec

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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