Come ammazzare il Capo 2. Recensione: in linea con la prima versione

COME AMMAZZARE IL CAPO 2 di Sean Anders. Recensione di MK . Dopo il  primo “COME AMMAZZARE IL CAPO”, questo secondo, “COME AMMAZZARE IL CAPO 2”, segue la storia sui stessi livelli di  demenzialità e con una durata di quasi due ore, che non si giustifica più di tanto. Le gag sono spesso diluite con profusione di dialogo non sempre necessario e, nonostante questo, riesce a divertire il pubblico soprattutto in alcune scene. Non è la stessa comicità demenziale a cui ci siamo abituati dai film di Abrhams e Zucker, ma qualche cosa di diverso che potremmo definire una demenzialità meno d’effetto, con  colpi di scena meno imprevedibili e in un certo senso più giocata sul  dialogo, spesso forzato e a volte meno efficace. Lo spettatore sembra però non disdegnare,  visto il successo del primo, quasi che nonostante la stupidità  patologica dei protagonisti ci si lasci trascinare dentro, in una identificazione al contrario, tipo: io non ci sarei mai cascato. La cosa non è casuale, i tre protagonisti imbranati in fondo sono quanto di più normale ci possa essere, anche come recitazione, quindi perché non lasciarsi trascinare nella “loro” idiozia? Detto ciò, come potrebbero salvarsi tre polli un una società di lupi come quella americana? Ma con la fortuna, perché la fortuna bacia sempre i puri anche se fessi. Messaggio devastante, comunque, non mi è sembrato  ne’ Cristoph Walz e nemmeno Kevin Spacey,  utilizzati al meglio  rispetto le loro potenzialità. C’è anche una scena all’inizio che mi fa un po’ pensare quando un loro amico ebreo, anche  brutto,  è diventato povero e si rende disponibile a masturbare tutti i presenti per pochi dollari, un personaggio che poi  sparisce nel film. Che cos’è razzismo a buon mercato? La scena della doccia dell’amico è senz’altro godibile, anche se già vista, nell’insieme un film che si lascia vedere senza comunque rischiare di sbellicarsi dal ridere.

 Di seguito il nuovo trailer del film Come ammazzare il Capo 2