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The Gunman, dal 7 maggio al cinema. Recensione

The Gunman, dal 7 maggio al cinema. Recensione

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THE GUNMAN di Pierre Morel. Recensione di MK.  The Gunman è un altro film d’azione, purtroppo con un cast di riguardo come Sean Penn e Javier Barden che siamo abituati a vedere in pellicole con pretese maggiori. La storia è un po’ la solita: un agente speciale che viene braccato dopo anni per una operazione di guerra che lo aveva esposto. Ora, nonostante abbia cambiato vita è costretto a fuggire perché qualcuno lo vuole morto. Sembra strano che un attore come Sean Penn, che ha interpretato ruoli impegnati e ha ottenuto riconoscimenti unanimi, si cimenti in un ruolo quasi di pura azione proprio quando l’età non glielo consentirebbe più. Ciò non vuol dire che non ne sia all’altezza, perché fisicamente è in ottima forma, ma per una semplice considerazione di natura estetica. La cosa che stupisce è che ne sia anche produttore, viene da chiedersi se sia anche una bassa operazione di cassetta. É vero che c’è nel finale una denuncia esplicita sullo strapotere delle multinazionali che in Africa hanno prodotto, grazie alla loro cupidigia, solo guerre e ora ne stiamo pagando tutti le conseguenze. É vero anche che la comunità internazionale ha permesso a questi “signori del profitto senza scrupoli” di destabilizzare un continente intero e in questo il film prende chiaramente posizione. Questo risvolto della storia è riconducibile sicuramente all’impegno di Penn nel sociale. Infatti Jim Terrier (Sean Penn) cerca di riscattarsi dal suo passato abbracciando la causa della cooperazione sociale proprio nei stessi luoghi dove aveva operato da agente speciale, ovvero da Killer. Questo aspetto della storia è sicuramente apprezzabile, ma il film viene presentato in una forma e con un con un titolo “leggermente” aggressivi, che non rappresentano affatto il senso ultimo del film. Questa può essere una “svista” (che in un film americano succede raramente) che però porta il film direttamente dentro un filone che non lo nobilita granchè. Parlando ora della sua recitazione và detto che non appare particolarmente sentita, quasi fin troppo naturale da essere priva di spessore. Quella di Barden rientra pienamente nelle nostre aspettative, anche se il ruolo sembra poco definito sul piano psicologico e nei risvolti della storia. Sembra quasi una operazione mancata, manca quel quid che coinvoge fisicamente o emotivamente nella storia e che rende piacevole guardare un film. Infine parlando del regista bisogna dire che non è certo portato a valorizzare le qualità degli attori, si salva Mark Rylance un attore del teatro inglese che nonostante tutto non delude, mentre per Jasmine Trinca non si può dire abbia convinto.

https://www.youtube.com/watch?v=qtOzezwoV0o&feature=youtu.be

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