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Gianluca Masone, Napoli, classe 1980. Attore, regista e formatore napoletano. Nel 2000 si diploma all’Accademia di teatro del teatro Politeama di Napoli, ma la sua formazione è continuata partecipando a seminari, stage e corsi di comunicazione e public speaking. Accanto alla sua professione di attore ha affiancato quella di regia portando in scena spettacoli inseriti nelle stagioni teatrali di alcuni teatri cittadini. Amando l’arte e la cultura a tutto tondo ha fondato una rubrica culturale live dedicata alla teatralizzazione e presentazione di libri dal titolo “SorseggiandAutore”, un premio dedicato agli studenti intitolato “RagazzInArte”, un gioco – quiz teatrale intitolato “Indovina chi viene stasera?”, una rubrica di appuntamenti teatrali per un giornale on line dal titolo “Retropalco” e una web rubrica culturale per la diffusione degli eventi dal titolo “L’evento che tira”. Ha preso parte alle antologie “Napoli in cento parole”, “Napoli in cucina in cento parole”, “Napoli nelle canzoni in cento parole” e “Nemmeno con un fiore”. Anche se la sua creatività e voglia di fare elaborano quotidianamente iniziative culturali, non intende trascurare la sua attività di educatore teatrale perchè il suo principale obiettivo è quello di avvicinare sempre più i giovani alla cultura e al teatro. La sua, infatti, oltre ad essere una professione, è una vera e propria missione. Noi, oggi, abbiamo incontrato il regista ed attore, in esclusiva per il lettori del nostro magazine:
Come nasce il suo amore per il teatro ?
“Il mio amore per il teatro nasce in modo del tutto spontaneo. E’ un qualcosa di indescrivibile che ha da sempre ‘dimorato’ in me sin da bambino. Nel tempo è divenuta un’esigenza, un bisogno irrefrenabile che non ho saputo né voluto più contenere invogliandomi a prendere la decisione di iscrivermi all’ Accademia del teatro Politeama di Napoli. Una passione che, pian piano, è cresciuta sempre più diventando la mia professione. Grazie a ‘questo amore’ ho avuto la possibilità di conoscere, apprezzare e portare in scena testi di autori straordinari di un grande spessore formativo e culturale. Inoltre, mi ha aperto anche una finestra sul mondo della regia dandomi la possibilità di dirigere spettacoli inseriti nei cartelloni di alcuni teatri della mia città avvicinandomi, inoltre, anche al settore della formazione istituendo laboratori e progetti teatrali e di dizione in collaborazione con alcune istituzioni scolastiche regionali. Insomma, quello per il teatro è un amore a tutto tondo”
Perchè vediamo sempre meno giovani a teatro?
“Credo che ci siano molteplici e diversi motivi per i quali non sempre i teatri godono della presenza dei giovani.
Un motivo potrebbe essere legato all’impossibilità che alcuni di essi hanno di acquistare il biglietto, non avendo un lavoro e,di conseguenza, un’entrata economica; un altro motivo potrebbe essere anche legato al disinteresse che alcuni giovani hanno verso la cultura teatrale, o più semplicemente preferiscono un genere piuttosto che un altro e allora vanno a teatro solo quando in scena c’è lo spettacolo appartenente al genere preferito. In generale, però, forse, del teatro ai giovani se ne parla anche poco. In un’epoca in cui regnano la tecnologia, i social, i reality, forse, potrebbe essere interessante vedere in tv il teatro in una formula diversa, con meccanismi accattivanti, coinvolgenti al fine di incuriosire quei giovani che non hanno mai avuto la possibilità di avvicinarsi al teatro e chissà, forse, grazie alla diffusione mediatica, potrebbero iniziare a farlo”
Portare il teatro nelle scuole: iniziativa che Lei svolge regolarmente. Potrebbe essere questo un incentivo per avvicinare i giovani a questo mondo meraviglioso?
“Assolutamente si. E’ da quando ho iniziato la mia attività di ‘formatore’ – esattamente nel 2003 – che mi rendo sempre più conto che il teatro,essendo un codice complesso e completo debba essere inserito tra le materie di studio obbligatorie e non limitarsi soltanto ai progetti che, pur essendo interessanti, hanno il difetto di avere luogo in tempi brevi e limitati. Ai bambini, ai giovani, a mio avviso, vanno fornite alternative a lungo termine permettendogli di poterle ‘esplorare’ fino in fondo, e il teatro è una di queste. Infatti, facendogli ‘vivere’ quotidianamente il teatro da ogni punto di vista, si potrebbe accendere in loro quella curiosità che li spingerebbe, pian piano, ad occupare un posto in platea. Occorrerebbe fare in modo che andare a teatro diventi un’esigenza personale, un bisogno di cui non si può fare a meno. Inoltre, studiandolo quotidianamente si evidenzierebbero anche quegli aspetti formativi capaci di fornire all’individuo mezzi che stimolano la creatività, la consapevolezza, i sensi, aiutandolo a socializzare, a collaborare in gruppo, ad acquisire elementi utili alla comunicazione, alla gestione degli spazi e tant’altro ancora. Io spero davvero che un giorno, non lontano, il teatro diventi materia di studio obbligatoria e che i teatri siano frequentati anche, e soprattutto, da un pubblico giovanile”
Quali sono i suoi programmi per il futuro ?
“Un mio importante programma per il futuro è quello di continuare a credere nella forza dell’arte teatrale e a sperare che, presto o tardi, anche grazie alla cultura e al teatro si possa ‘costruire’ una società, non dico migliore, ma sicuramente più sensibile e attenta ai valori e al rispetto della vita propria e quella altrui.
Per qualcuno, forse, potrei essere un ‘illuso sognatore’, ma con la differenza però, che il mio sogno ha in sé il mio agire quotidiano che non si limita solo alle parole; infatti, in questo periodo sono aperte le iscrizioni a un progetto di recitazione gratuito rivolto ai giovani e agli adulti che ho organizzato in collaborazione con un’Istituzione scolastica napoletana nell’ambito del progetto regionale “Scuola Viva”. Tutte le informazioni sono pubblicate sulla pagina “L’Eclettica – Associazione Culturale”.
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