Antìstatis, il nuovo album dei Tazenda
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C’è chi li considera una band, chi un coro e chi un simbolo di suoni e tradizioni. Qualunque sia la definizione più corretta, è a tutti chiaro che il marchio Tazenda significa soprattutto Sardegna. Dal 1988 il gruppo, formato da bravissimi musicisti come Nicola Nite (voce e chitarra), Gino Marielli (chitarra e cori) e Gigi Cammedda (tastiera e voce) non smette di raccontare la cultura isolana attraverso canzoni in cui la lingua italiana si mischia al dialetto sardo.
Tra i grandi successi, non si può dimenticare la storica collaborazione con Pierangelo Bertoli. Il primo impatto con il brano Spunta la luna dal monte, scritto per il Festival di Sanremo 1991 lasciò letteralmente di stucco il pubblico dell’Ariston che rimase ad ascoltare in religioso silenzio. Poi la reazione: 5 minuti di applausi, una standing ovation piuttosto rara per una nuova canzone. Infine, la storica immagine televisiva di un imbarazzato Pippo Baudo, costretto a incitare i presenti a smettere di battere le mani per via di uno spettacolo che doveva andare avanti.
Da allora sono passati 30 anni ed i Tazenda non potevano permettersi di non festeggiare questa ricorrenza. Loro lo hanno fatto proponendo un nuovo disco, probabilmente uno tra i più complessi della loro carriera. Antìstatis in greco significa resistenza ed il progetto ha richiesto tanto tempo di lavorazione. Il cassetto di inediti raccolti dal 2012, anno del loro ultimo disco era strapieno. Scegliere i migliori da incidere non era certo un compito facile ed oggi questo progetto ha visto finalmente la luce.
Antìstatis si presenta come un disco eterogeneo in cui si fondono sonorità acustiche ed elettroniche. Non ha un genere musicale preciso. Le atmosfere a cavallo tra tradizione sarda e tematiche come l’amore, la ricerca di se stessi e l’inquietudine, ci trasportano in luoghi diversi in cui la musica regna sovrana. Dal carcere di San Sebastiano a Sassari dove è stato girato il video del primo singolo Alla ricerca del tempo perduto con i detenuti, alla collaborazione con il tenore Matteo Desole per Oro e cristallo che ci catapulta nell’atmosfera più quieta di un concerto in cui si fondono pop e lirica. Nel corso del viaggio, non mancano il salto in un’ipotetica sala insonorizzata per godere l’energia del rock (Coro); un imprecisato centro cittadino per ascoltare la banda che attraversa le sue strade (Innos) e le piste da ballo: quelle in cui troviamo un pubblico più maturo (Dentro le parole), come quelle più adatte ai giovani che amano sgambettare liberamente (A nos biere). Di questo ultimo brano è presente anche una versione remixata.
“L’elemento in comune è uno solo, la musica. Noi ci divertiamo a farla e questo è il risultato bello. Nel disco andiamo dalle ballate pop fino alla disco music, volendo però mantenere una certa tradizione che rappresenta la Sardegna…” Il senso della parola Antìstatis non ha nulla a che fare con la politica né tanto meno con la guerra ma “… vuole sottolineare l’immagine della gente che ingaggia una nuova forma creativa di difesa e capacità di sopravvivere a tutto”. I Tazenda l’hanno trovata nella musica, ma ognuno può scegliere personalmente il rimedio che ritiene opportuno. “… L’importante, sta nel saper accettare la situazione, non sottomettersi…”. Questi i commenti a caldo del gruppo che sente di aver ancora tanta storia da scrivere, come del resto ha già fatto in molti anni.
Oltre alla collaborazione con Pierangelo Bertoli del 1991, i Tazenda hanno anche portato al successo un brano di Fabrizio De André, Pitzinnos in sa gherra l’anno successivo per Sanremo; la bellissima Sa danza in cui la voce di Maria Carta intona la strofa inaugurale; Domo mia, un semplice e sincero omaggio con Eros Ramazzotti ad Andrea Parodi, l’indimenticabile voce che fino al 2006 era l’anima del gruppo.
Tutti ricordano la sua grande carica di vitalità, ma la testimonianza più bella su di lui è senza dubbio quella di Al Di Meola. Il chitarrista jazz non esitava a definirlo il cantante migliore che avesse mai ascoltato in vita sua. Una dichiarazione esagerata? Probabilmente… Ma sta di certo che Parodi, con quel timbro unico e acuto era una voce fuori dal comune. Un personaggio speciale che potremmo definire “Freddie Mercury della Sardegna”.
Come Mercury, anche il cantante di Porto Torres ci ha lasciati troppo presto a causa di un tumore allo stomaco. Quel maledetto 16 ottobre 2006, aveva solo 51 anni. E la rabbia cresce, pensando che se ne è andato in un momento particolarmente positivo della sua vita professionale, anche perché si era appena riunito ai Tazenda dopo una lunga pausa per dedicarsi alla carriera da solista. Chissà quante cose avrebbero fatto ancora insieme, magari anche Antìstasis.
L’album è ora disponibile nei negozi di dischi e sul mercato online, ma l’ascolto delle 12 nuove canzoni incise, sembra essere solo un assaggio. Approfittando della pandemia, i Tazenda hanno lavorato sodo in sala per preparare un nuovo ed emozionante tour, in cui oltre a rendere omaggio ai loro successi, ci regaleranno tante sorprese. E allora aspetteremo con pazienza, sperando di vederne delle belle.
Eugenio Bonardi