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“ Scordato”: grande Rocco Papaleo nella sua Lucania

“ Scordato”: grande Rocco Papaleo nella sua Lucania

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Rocco Papaleo giunge, con questo film, alla sua quarta regia: dopo “ Basilicata coast to coast”, “ Una piccola impresa meridionale” e “ Onda su onda” si cimenta ora in sua autobiografia, scritta e preparata durante il locdown, per descrivere la storia di un uomo che non è in sintonia con il contesto ambientale all’interno del quale vive e lavora da accordatore di pianoforti.

E proprio questo suo mestiere individua la personalità sfuggente di Orlando che, da rinunciatario giunto ai sessanta, incontra Olga una fisioterapista la quale, per curarlo dai dolori di cui soffre alla schiena, lo invoglia a recuperare qualche sua foto da giovane per confrontare la sua postura attuale con quella dei suoi anni giovanili vissuti a Lauria, il noto centro in provincia di Potenza del quale il Papaleo regista descrive con grande maestria tanto l’incantevole paesaggio che le caratteristiche dei suoi abitanti semplici ma profondamente umani.

La storia brillantemente narrata rappresenta il viaggio emotivo di un uomo distrutto nei sentimenti da varie vicissitudini familiari che tenta di nascondere: un accordatore di pianoforti “ scordato “, in contrasto continuo con se stesso, rinunciatario, svogliato e privo di ogni desiderio al punto che spesso non riesce a portare a compimento il poco lavoro che gli capita.

Ma quando incontra Olga ( la cantante Giorgia al suo brillante esordio nel cinema ) la sua vita sembra reagire pian piano dietro i suoi stimoli francamente disinteressati ma egregiamente posti in essere fino al punto di riuscire a porlo davanti a se stesso e ai demoni che nel passato lo hanno afflitto, vincendoli alla fine rappresentata da una lunga, decisa camminata su una diga ( quella del Cogliandrino? ) che intende rappresentare una sorta di rinascita, di rivitalizzazione e di ritorno alla vita normale fatta di poesia e di presa d’atto che, dopo tante tristezze vissute, finalmente riprende un cammino normale consapevole di essere diventato un uomo fatto anche di sentimenti grazie alle brutture che per tanti anni ha dovuto subire.

Dominano nel film i riferimenti ai valori della famiglia, l’affetto verso la sorella ( diventata brigatista ) che Orlando non voleva mai più vedere e con la quale, in maniera assolutamente colma di poesia, si riappacifica.

Insomma, un viaggio, una retrospettiva accompagnata da un avatar della sua infanzia che lo perseguita ma che riesce a farlo diventare un uomo “ normale “ che finalmente riesce ad abbandonare le contrazioni fisiche e psicologiche che lo hanno attanagliato nel corso di una vita che lo ha reso solitario e schivo.

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