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A Cannes EUFORIA di Valeria Golino

Presentato martedì scorso a Cannes, nella sezione “Un certain regard”, “Euforia”, il secondo lungometraggio di Valeria Golino.

Narra la storia di due fratelli dalle vite antitetiche come i destini che, in apparenza, li separano.

Matteo (un Riccardo Scamarcio sempre più a suo agio in ruoli eccessivi come quello di “Loro”) è un affermato imprenditore dell’arte (sacra rivisitata dalle nuove tecnologie), premiato dal successo ma schiavizzato dalla droga. È legato sentimentalmente a un uomo, con cui convive in un lussuoso attico terrazzato vista piazza Venezia. Ettore, invece, è un mite insegnante delle medie rimasto nella natia provincia, premiato dall’incondizionato affetto delle donne – la madre, la moglie in crisi (una intensa Isabella Ferrari), l’amante che lui ha lasciato (una Jasmine Trinca che illumina il finale) ma non dal denaro (“Guadagno cento volte più di te”, gli dice Matteo). Né dalla salute. L’unico a sapere fino in fondo la verità sulla malattia di Ettore è proprio il fratello, che, come sempre nella vita, vuole condurre il gioco, cercando di gestire quella nuova e tragica esistenza in ogni dettaglio (dalle cure ai contatti personali). Le piccole e costanti tensioni quotidiane apriranno il cuore di entrambi, mettendoli nelle condizioni di affrontare temi profondi e irrisolti. E così, paradossalmente, saranno la mitezza e il destino di Ettore a salvare l’aitante ma autodistruttivo Matteo.
La Golino regista disegna questo percorso con leggerezza e attenzione ai particolari, nel suo film non si percepisce la dimostrazione di alcun teorema né la ricerca di soluzioni forzatamente poetiche, ma il rispetto di ogni personaggio, dai principali ai secondari (tra i quali una puntuale Valentina Cervi).

Massimo Nardin è Dottore di ricerca in Scienze della comunicazione e organizzazioni complesse, docente universitario presso l'Università LUMSA di Roma e l'Università degli Studi Roma Tre, diplomato in Fotografia allo IED Istituto Europeo di Design di Roma, giornalista pubblicista, critico cinematografico, sceneggiatore e regista. È redattore capo della sezione Cinema della rivista on-line “Il profumo della dolce vita” e membro del comitato di redazione di “Cabiria. Studi di cinema - Ciemme nuova serie”, quadrimestrale del Cinit Cineforum Italiano edito da Il Geko Edizioni (Avegno, GE). È membro della Giuria di “Sorriso diverso”, premio di critica sociale della Mostra del Cinema di Venezia, e del Festival internazionale del film corto “Tulipani di seta nera”. Oltre a numerosi saggi e articoli sul cinema e le nuove tecnologie, ha pubblicato finora tre libri: “Evocare l'inatteso. Lo sguardo trasfigurante nel cinema di Andrej Tarkovskij” (ANCCI, Roma 2002 - Menzione speciale al “Premio Diego Fabbri 2003”), “Il cinema e le Muse. Dalla scrittura al digitale” (Aracne, Roma 2006) e “Il giuda digitale. Il cinema del futuro dalle ceneri del passato” (Carocci, Roma 2008). Ha scritto e diretto diversi cortometraggi ed è autore di due progetti originali per lungometraggio di finzione: “Transilvaniaburg” e “La bambina di Chernobyl”, quest'ultimo scritto assieme a Luca Caprara. “Transilvaniaburg” ha vinto il “Premio internazionale di sceneggiatura Salvatore Quasimodo” (2007) e nel 2010 è stato ammesso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al contributo per lo sviluppo di progetti di lungometraggio tratti da sceneggiature originali; nell'autunno 2020, il MiBACT ha ammesso “La bambina di Chernobyl” al contributo per la scrittura di opere cinematografiche di lungometraggio.