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“Smetto quando voglio”: un gruppo di colti banditi

Smetto Quando Voglio
Smetto Quando Voglio
Smetto Quando Voglio

“SMETTO QUANDO VOGLIO” UN GRUPPO DI COLTI BANDITI di Sidney Sibilia
E’ proprio vero: questa nostra società, così sfasciata, così superficiale, scontenta, disastrata, non finisce mai di stupirci; e lo fa con un film che a dir poco è il suo pedissequo specchio, uno specchio nel quale ognuno di noi vede riflessi i suoi problemi, le sue ansie e le sue angosce, anche quelle che non vorrebbe vedere.
A rifletterci bene, questo è un film egregio, pieno di belle idee messe in pratica, interpretato da un cast che meglio non si sarebbe potuto organizzare per descrivere una serie di situazioni assurdamente vere, riflessi di una società che ogni giorno è sotto i nostri occhi.
Come non riflettere sul licenziamento del protagonista del film? Come sottacere l’atteggiamento falsamente ipocrita del professore che rappresenta il suo “ punto di riferimento “ all’interno dell’università nella quale è faticosamente riuscito ad entrare come “ precario “? E che dire della splendida idea che gli viene in mente quando, rimasto senza quell’appena decente impiego che però lo rendeva minimamente dignitoso di fronte alla moglie, si inventa mettendo a frutto la scienza della quale è portatore per delinquere?
Si è detto di un’altra “ banda degli onesti “ e così è! Ai limiti della legge, il nostro, interpretato da uno splendido Edoardo Leo, riesce ad organizzare un qualcosa che potrebbe sembrare assurdo ma che è comunque legale e…. fa i soldi!
Un gruppo di laureati e ricercatori universitari: un antropologo, due latinisti che anche quando sono costretti a lavorare come benzinai parlano e disertano tra di loro utilizzando la lingua madre, un archeologo ed un neurobiologo assunti da extracomunitari che svolgono lavori a dir poco inusitati per la loro preparazione culturale costutuiscono la spina dorsale di questa banda che si mette a produrre, border line con la legge, pasticche di droga che vendono a poco prezzo e che finiscono con l’interessare una vera banda di spacciatori con i quali addirittura arrivano al compromesso, un compromesso che, però, come tutte le favole, stavolta non è proprio a lieto fine: il finale lo dovete vedere coi vostri occhi perché il film va vissuto tutto, dal di dentro, assaporandone le più sottili sfumature e riflettendo sui tanti momenti di vita vissuta che ci evidenzia come, se in fondo uno è onesto, non può trasformarsi in un bandito e diventa addirittura nemico di se stesso.
Un film prodotto da Fandango e Ascent che esce il 6 febbraio nelle sale di tutta Italia e che ti fa tornare indietro nel tempo rivolgendo la memoria a “ I soliti ignoti “ o a “ Ocean’s eleven “, a “ Romanzo criminale “, dai quali però si distanzia per lo spessore comico che finemente emana e che è il leit motiv del lavoro di Paolo Calabresi tratto da storie più o meno vere, egregiamente diretto da Sydney Sibilia ( che come esordio non è per niente male ) e distribuito da 01.