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Vinicio Capossela – nel paese dei coppoloni

PaeseCoppoloni_POSTER_webDopo il successo del suo ultimo libro, Vinicio Capossela arriva al cinema con “Vinicio Capossela – nel paese dei coppoloni”,  un’opera originale e inedita che accompagna lo spettatore proprio in quel “paese dei coppoloni” che aveva ammaliato tutti i suoi lettori.

Un ponte tra le pagine de “Il paese dei coppoloni” e le musiche di “Canzoni della cupa”, il prossimo disco di inediti di Vinicio Capossela da cui è estratta la colonna onora del film.

Questa produzione cinematografica laeffe, PMG e LaCupa debutterà sul grande schermo con un evento speciale martedì 19 e mercoledì 20 gennaio, distribuito da Nexo Digital.

 Il film, in onore dei 25 anni di carriera, è un viaggio cinematografico,  geografico, musicale e fantastico – narrato, cantato e vissuto in prima persona da Vinicio Capossela – in quel territorio giacimento di culture, racconti e canti che hanno ispirato l’ultimo romanzo dell’artista e il suo prossimo disco di inediti.

Diretto da Stefano Obino, il film si svolge in Alta Irpinia, in “quelle terre dell’osso” in cui “un paese ci dice di tutti i paesi del mondo”, tra trivelle petrolifere e case abbandonate, pale eoliche e vecchie ferrovie, boschi, animali selvatici e paesaggi incontaminati. Sono questi i luoghi in cui l’ispirazione letteraria e musicale di Vinicio Capossela è diventata realtà: le voci, i volti, i personaggi, le tradizioni popolari, gli sposalizi, le musiche che percorrono le vene dei sentieri della Cupa, le chiacchiere dal barbiere, le passeggiate sui sentieri dei muli, la Natura selvaggia e resistente.

Un’occasione unica per seguire il “musicista viandante” Capossela in questo viaggio a doppio filo sul fronte della musica e del racconto in un mondo che affronta ormai da 15 anni, accompagnati da una colonna sonora originale tratta dal suo prossimo lavoro discografico, “Canzoni della Cupa”, la cui uscita è prevista per marzo. Inoltre nel film sono presenti anche performance live di classici come “Il ballo di San Vito” e “La marcia del camposanto” fino al tributo a Matteo Salvatore “straordinario cantore dello sfruttamento nel latifondo meridionale”.