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A Cannes, Lina Wertmüller, Giancarlo Giannini, il Centro Sperimentale e due progetti Genoma Films

Il 72° Festival di Cannes ha celebrato Lina Wertmüller e uno dei suoi capolavori, “Pasqualino Settebellezze”, alla presenza di Giancarlo Giannini e del Centro Sperimentale di Cinematografia / Cineteca Nazionale, curatore del restauro assieme alla Genoma Films. Oltre a Giannini, a rappresentare il CSC c’erano il suo Presidente, Felice Laudadio, e il direttore generale Marcello Foti.

Il tributo ad una commossa Wertmüller è stato accompagnato dalla presentazione di “Dittatura Last Minute – Addio Ceausescu”, il nuovo film coprodotto proprio da Genoma Film, la società di produzione e distribuzione di Paolo Rossi Pisu.

Il progetto, con protagonista Lodo Guenzi e la regia di Antonio Pisu, fa seguito al successo produttivo di critica e di pubblico ottenuto da Genoma nel 2018 con la black comedy in costume “Nobili bugie”.

“Dittatura Last Minute” (titolo provvisorio) è un road-movie alla vigilia della caduta del Muro di Berlino. Tratto da una storia vera, vedrà cominciare le riprese a settembre tra il Cesenate e la Romania. Il film è scritto e diretto da Antonio Pisu (che ritorna alla regia dopo la sua opera prima “Nobili bugie”) e prodotto, oltre che da Genoma, dalla società rumena Kinotopia di Daniel Burlac (co-produttore di “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni”, Palma d’Oro a Cannes nel 2008) e in collaborazione con Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi.

La storia nasce da una idea di questi ultimi, che nel 1989, ventiquattrenni dal grande entusiasmo, intrapresero con un amico il viaggio raccontato nel film. Protagonista nel ruolo di Rice sarà Lodo Guenzi, voce e chitarra de Lo Stato Sociale. Lodo, diplomatosi all’accademia di Arte Drammatica Nico Pepe, ha da sempre portato avanti la sua carriere di attore parallelamente alle attività della band e si prepara adesso all’esordio sul grande schermo.

“Io e i ragazzi – ha dichiarato Guenzi – cerchiamo da sempre di fare cose nuove e matte. Appena ho avuto questa opportunità ho pensato che sarebbe stato un bel modo di fare qualcosa di nuovo per la prima volta. Esplorare ambiti che non conosco resta da sempre uno dei miei sport preferiti!”

Il film è ambientato nel 1989, a poche settimane dalla caduta del Muro di Berlino. Pago, Rice e Bibi, tre ragazzi di ventiquattro anni, lasciano la tranquilla Cesena in cerca di avventura: dieci giorni di vacanza nell’Europa dell’est, verso quei luoghi in cui è ancora presente il regime sovietico. Giunti a Budapest conoscono Emil, un rumeno in fuga dal suo paese a causa della dittatura. L’uomo, preoccupato per la famiglia rimasta in Romania, chiede l’aiuto dei tre Italiani. Il compito è semplice: portare una valigia alla moglie e alla figlia. Mossi da compassione e in cerca di emozioni, i tre si dirigono in direzione Bucarest, nel cuore della dittatura di Ceaușescu. Senza sapere cosa li aspetta, in un viaggio oltre la loro immaginazione, Pago, Rice e Bibi si troveranno in un paese sotto il regime dittatoriale, implicati in situazioni surreali e circondati da personaggi improbabili che metteranno seriamente a rischio la loro vita. Tra numerose gag e colpi di scena, i tre protagonisti capiranno il giusto valore di ciò che quotidianamente diamo per scontato. Ritroveranno se stessi, consolideranno la loro amicizia e uniranno le loro forze per portare a compimento la missione più importante della loro vita.

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Genoma Films, casa di produzione e distribuzione cinematografica fondata nel 2016 da un’idea di Paolo Rossi Pisu, si pone come obiettivo quello di sostenere, affiancare e promuovere il cinema indipendente italiano e le opere prime, appoggiando le figure professionali che hanno a cuore la diffusione dell’arte in ogni sua forma e affiancando la passione per l’audiovisivo a un senso di responsabilità sociale. Il ricavato di ogni progetto viene infatti sempre devoluto parzialmente a enti benefici. Genoma Films, oltre ai numerosi riconoscimenti in festival internazionali, ha ricevuto il premio Green Drop Award alla 74. Mostra del Cinema di Venezia, per aver realizzato un film totalmente eco-sostenibile. È stata inoltre la prima società ad accedere all’incentivo dell’art bonus – in associazione con Deisa Ebano Calzanetto – per il contributo erogato nei restauri di “Italiani brava gente” e “Pasqualino Settebellezze”, entrambi realizzati con il CSC – Cineteca Nazionale e ora per il nuovo progetto lanciato.

Massimo Nardin è Dottore di ricerca in Scienze della comunicazione e organizzazioni complesse, docente universitario presso l'Università LUMSA di Roma e l'Università degli Studi Roma Tre, diplomato in Fotografia allo IED Istituto Europeo di Design di Roma, giornalista pubblicista, critico cinematografico, sceneggiatore e regista. È redattore capo della sezione Cinema della rivista on-line “Il profumo della dolce vita” e membro del comitato di redazione di “Cabiria. Studi di cinema - Ciemme nuova serie”, quadrimestrale del Cinit Cineforum Italiano edito da Il Geko Edizioni (Avegno, GE). È membro della Giuria di “Sorriso diverso”, premio di critica sociale della Mostra del Cinema di Venezia, e del Festival internazionale del film corto “Tulipani di seta nera”. Oltre a numerosi saggi e articoli sul cinema e le nuove tecnologie, ha pubblicato finora tre libri: “Evocare l'inatteso. Lo sguardo trasfigurante nel cinema di Andrej Tarkovskij” (ANCCI, Roma 2002 - Menzione speciale al “Premio Diego Fabbri 2003”), “Il cinema e le Muse. Dalla scrittura al digitale” (Aracne, Roma 2006) e “Il giuda digitale. Il cinema del futuro dalle ceneri del passato” (Carocci, Roma 2008). Ha scritto e diretto diversi cortometraggi ed è autore di due progetti originali per lungometraggio di finzione: “Transilvaniaburg” e “La bambina di Chernobyl”, quest'ultimo scritto assieme a Luca Caprara. “Transilvaniaburg” ha vinto il “Premio internazionale di sceneggiatura Salvatore Quasimodo” (2007) e nel 2010 è stato ammesso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al contributo per lo sviluppo di progetti di lungometraggio tratti da sceneggiature originali; nell'autunno 2020, il MiBACT ha ammesso “La bambina di Chernobyl” al contributo per la scrittura di opere cinematografiche di lungometraggio.