Home Teatro Ambrogio Sparagna incanta la cavea del parco della Musica

Ambrogio Sparagna incanta la cavea del parco della Musica

E’ uno Sparagna nuovo, per lo meno insolito, quello che ieri sera ha conquistato l’attento e partecipativo pubblico che riempiva la cavea del Parco della Musica dedicata ad Alessandro Berio ( l’intero corpo del Parco è stato invece recentemente dedicato al grande Ennio Morricone ): uno Sparagna che, rovistando tra la musica tradizionale di genere folk ed il ballo è pienamente riuscito ad imbastire un grandioso spettacolo, un Gran Varietà, fatto di tanta musica trascinante e di sonorità insolite.

Con strumenti tradizionali e non ( vedi la tromba-violino o la ghironda, un cordofono, quest’ultimo, di origine medievale  suonato attraverso una manovella che fa strusciare le sue  corde da un disco rotante ) o anche di stretta convenzione natalizia come la zampogna o le ciaramelle, per non tralasciare la forza espressiva della tamborra o degli organetti, tamburelli, mandolini, violini, chitarre battenti, lire, arpicelle, conchiglie e tanti altri strumenti “minori” che caratterizzano il grande repertorio etnomusicale nazionale, il Maestro di Minturno ha eseguito canti popolari rivisitati e resi pienamente attuali nell’intento di voler qualificare la musica folk quale segno ed antidoto alla fatica non solo fisica del lavoro dei campi ma anche quale soddisfazione mentale alle delusioni della vita: il bravo Ambrogio è riuscito a fondere musica e spettacolo introducendo in quest’ultimo nientemeno che il ballo.

E così, tra canzoni appassionate, melodie immortali, tarantelle di eccezionale levatura eseguite da danzatori provenienti dalle regioni del Su d’Italia quasi a dimostrare la caratteristica tutta italiana di questa danza tradizionale che con la veloce corrispondenza tra veloci melodie e movenze ha ispirato, dal 1600 in poi e continua ad ispirare, diversi compositori tra i quali vanno annoverati Rossini, Respighi, Prokofiev, è andato in scena uno spettacolo veramente indimenticabile, appassionante.

Ognuno degli spettatori presenti ha potuto in tal modo conoscere ed anche acquisire la forza nascosta negli antichi riti tradizionali che L’Orchestra Popolare Italiana condotta da Sparagna tende continuamente ad esaltare, e con buona ragione facendo leva sulla collaborazione offertagli dal parco della Musica.

Date le limitazioni imposte dalla attuale situazione sanitaria il coro che compone l’organigramma dell’apparato gestito dal  Maestro, non ha potuto concentrarsi sul pur ampio palcoscenico della cavea ma, intelligentemente, è stato disposto dalla sua coordinatrice Anna Rita Colaianni  per gruppi all’interno della platea, con un risultato pregno di originalità mista ad una eccezionale funzionalità e con una resa spettacolare veramente degna; la stessa direttrice del coro, brava ed appassionata, oltre che ad esibirsi in un emozionante a solo eseguendo le note di una canzone che ha saputo infondere il tono all’intero spettacolo, ha diretto dal palco i vari gruppi sparsi del “ suo “ coro mixandoli in maniera perfetta e suggestiva.

Uno spettacolo tutto da vedere e da assimilare perché non soltanto spettacolo puro ma anche insegnamento di vita per dimostrare al mondo quanto la fatica dell’uomo possa essere sminuita e sostenuta da un elemento primordiale quale è la musica.