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“Bla bla baby” di Fausto Brizzi, un film per tutta la famiglia

“Bla bla baby” di Fausto Brizzi, un film per tutta la famiglia

L’ obiettivo era categorico: «Evitare una classica commedia all’italiana». È questa la bussola seguita da Fausto Brizzi per il suo ultimo film. Ispirato a classici degli anni Ottanta/Novanta come “Senti chi parla” o “Mamma, ho perso l’aereo”, ma anche alle strisce comico/ironiche di fumetti come i Peanuts e Mafalda. È il mix di ingredienti alla base di “Bla Bla baby”: «L’idea è venuta a mia moglie che mi ha detto “ma perché non fai un film tipo Ted?”», ha raccontato il cineasta nella conferenza stampa di presentazione a Roma. Solo che qui a parlare non è un orsetto di peluche, ma una banda scalmanata di bambini, veri o “ricostruiti” nella loro versione digitale. L’intento è riuscito: la pellicola è davvero una commedia godibile per tutta la famiglia, capace di strappare più di una risata e senza ricorrere a parolacce o grevita’.

Il film è incentrato sul caso fortuito che dona a Luca (Alessandro Preziosi), bidello 45enne bistrattato nell’asilo nido di una grande società di energie sostenibili, la Greenlight, un temporaneo talento da supereroe: ghiotto di un omogeneizzato alla platessa, grazie a un lotto avariato (che sottrae all’asilo) riesce infatti a interpretare i “versetti” e quindi a interloquire con il gruppo di pestiferi infanti sotto i due anni ai quali bada. Con la presenza fra i protagonisti anche di Matilde Gioli per l’immancabile storia d’amore, in un cast che comprende Massimo De Lorenzo, Maria Di Biase, Chiara Noschese, Cristiano Caccamo, Nicolas Vaporidis, Nina Torresi, Nico Di Renzo e Fabrizio Nardi, il film arriva solo nei cinema per scelta rivendicata dai produttori (Eliseo Multimedia con Rai Cinema), in almeno 300 copie distribuite da “01”.

Molto godibile nella prima parte, nella seconda concede però un po’ troppo alla fantasia e a risvolti improbabili, cercando di assumere tratti anche da “action movie”. Nella storia Luca, classico seduttore ma con poche frecce economiche all’arco (lo ospita il migliore amico Ivano, scienziato e impiegato nella stessa ditta), pensa subito di sfruttare il nuovo talento ricevuto per creare un’app da vendere ai genitori, in modo da riuscire finalmente a comprendere i propri figli; e anche per avvicinarsi a Silvia (Gioli), dirigente nella società e mamma single del piccolo Martino, che passa da piccolo “nemico” a complice del bidello. Ma finisce poi con l’usarla per smascherare la truffa tentata da Mattia (Caccamo), capo azienda apparentemente perfetto e rivale sentimentale nell’interesse alla bella Giulia.

Nel film «volevo far guardare e giudicare ai bambini il mondo frettoloso degli adulti, per ricordare a noi genitori che non sempre diamo il miglior esempio – spiega Brizzi -. Soprattutto sono da proteggere i bambini nativi digitali. Non sappiamo cosa accadrà a un bambino abbandonato per ore davanti all’ipad. Quando lavori con bimbi così piccoli (tutti “reclutati” in coppie di gemelli, saliti sul palco alla presentazione, ndr) è come realizzare un documentario per National Geographic: aspetti, anche per ore, che prendano qualcosa, ti guardino, sorridano. La nostra sfida tecnologica è stata non far capire al pubblico quando si vede il bambino vero e quando invece è ricreato digitalmente».

In queste finalità Brizzi incappa in qualche limite: pur avendo spunti originali (vedi la simil seduta di psicanalisi con Luca sdraiato su una poltroncina dell’asilo), resta a un livello superficiale del rapporto fra genitori e bimbi piccoli, forse volutamente per non appesantire i toni comici. Il progetto rimane tuttavia 《molto bello e importante – come ha sottolineato Matilde Gioli -. Non sono ancora mamma, il rapporto con bimbi così piccoli è stata una cosa abbastanza nuova anche se ho cresciuto i miei fratelli. Anche solo guardandoli, ti viene la voglia di recitare in maniera più spontanea». Anche Alessandro Preziosi si è ritrovato nel progetto: «Sono riuscito a recuperare, rispetto alla mia esperienza di genitore molto giovane, la leggerezza di padre e di uomo». D’accordo con lui è il produttore Luca Barbareschi (di Eliseo Multimedia, che produrrà fra gli altri, anche i nuovi film di Polanski e Mamet): «C’è un pubblico per le commedie Disney e Pixar, perché non provare a intercettarlo?», si chiede.