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“Calibro 9” di Toni D’Angelo, al via le riprese in Calabria

Toni D'Angelo immagine dal web

Toni D'Angelo immagine dal web

“Calibro 9” è un affresco impietoso sulla ndrangheta, la più influente organizzazione criminale al mondo
Un affresco impietoso sulla ndrangheta, la più influente organizzazione criminale al mondo

Sono iniziate in Calabria le riprese del film Calibro 9, la nuova pellicola di Toni D’Angelo, regista del film noir “Falchi”.

Il film si propone come ideale proseguimento del capolavoro di Fernando Di Leo, “Milano Calibro 9” ed è prodotto da Minerva Pictures con Rai Cinema in co-produzione con Gapbusters (Belgio) e con il contributo del MIBAC e della Calabria Film Commission. Le riprese dureranno nove settimane e si svolgeranno tra Calabria, Milano, Roma e Anversa in Belgio.

Marco Bocci, Ksenia Rappoport, Michele Placido, Alessio Boni e Barbara Bouchet sono i protagonisti di questa storia che si propone di tracciare un ponte ideale tra il celebre racconto di Fernando Di Leo sulla malavita organizzata di fine anni ’70 e il contesto criminale della ndrangheta di oggi.

SINOSSI

Milano, oggi. Fernando – il figlio di Ugo Piazza – è un brillante penalista cresciuto da sua madre Nelly con l’intento di farne un uomo diverso da suo padre. Ma se in città scompaiono 100 milioni di euro con una truffa telematica, e se il principale indiziato è proprio un cliente dell’avvocato Fernando Piazza, quel cognome non può non avere un peso e portare ad un naturale collegamento. Soprattutto se la società truffata è solo una copertura e, chi c’è dietro, è una delle più potenti organizzazioni criminali del pianeta; la ‘ndrangheta.

Milano, Calabria, Francoforte, Mosca e Anversa sono solo alcune caselle dello scacchiere su cui Fernando è costretto a giocare la partita per la propria vita… una partita da giocare a tutto campo, impegnativa come il nemico che si trova a fronteggiare.

Sarà supportato da Maia Corapi, una donna con il destino segnato sin da quando è nata. La sua “gabbia” gli scorre nelle vene. È la nipote prediletta di Don Mimmo, il boss… non c’è altro da sapere. Ha studiato legge all’estero per volere di suo zio, ha lasciato il ragazzo che amava e sposato un altro uomo, per preciso volere di suo zio…. Ora che Don Mimmo vive come un topo la sua latitanza – e suo marito è in galera – controlla gli interessi della famiglia da uno studio legale del centro di Milano. È bella, ricca, potente: ma non può decidere nulla della sua vita… non l’ha mai potuto fare. Anche quando Fernando andrà a bussare alla sua porta chiedendo aiuto, non sarà lei a decidere. Lo aiuterà a trovare una soluzione al suo problema, ma ancora una volta in nome dei “Corapi”. Don Mimmo ha infatti un debito d’onore con Rocco: quando era recluso a San Vittore gli ha salvato la vita e ora il boss vuole restituire il favore. Ma durante il loro viaggio saranno osteggiati anche da un poliziotto, Valerio: è lui a muovere le fila di tutto ciò che accade.

Sono iniziate in Calabria le riprese del film Calibro 9, la nuova pellicola di Toni D’Angelo, regista del film noir “Falchi”.

Il film si propone come ideale proseguimento del capolavoro di Fernando Di Leo, “Milano Calibro 9” ed è prodotto da Minerva Pictures con Rai Cinema in co-produzione con Gapbusters (Belgio) e con il contributo del MIBAC e della Calabria Film Commission. Le riprese dureranno nove settimane e si svolgeranno tra Calabria, Milano, Roma e Anversa in Belgio.

Marco Bocci, Ksenia Rappoport, Michele Placido, Alessio Boni e Barbara Bouchet sono i protagonisti di questa storia che si propone di tracciare un ponte ideale tra il celebre racconto di Fernando Di Leo sulla malavita organizzata di fine anni ’70 e il contesto criminale della ndrangheta di oggi.

SINOSSI

Milano, oggi. Fernando – il figlio di Ugo Piazza – è un brillante penalista cresciuto da sua madre Nelly con l’intento di farne un uomo diverso da suo padre. Ma se in città scompaiono 100 milioni di euro con una truffa telematica, e se il principale indiziato è proprio un cliente dell’avvocato Fernando Piazza, quel cognome non può non avere un peso e portare ad un naturale collegamento. Soprattutto se la società truffata è solo una copertura e, chi c’è dietro, è una delle più potenti organizzazioni criminali del pianeta; la ‘ndrangheta.

Milano, Calabria, Francoforte, Mosca e Anversa sono solo alcune caselle dello scacchiere su cui Fernando è costretto a giocare la partita per la propria vita… una partita da giocare a tutto campo, impegnativa come il nemico che si trova a fronteggiare.

Sarà supportato da Maia Corapi, una donna con il destino segnato sin da quando è nata. La sua “gabbia” gli scorre nelle vene. È la nipote prediletta di Don Mimmo, il boss… non c’è altro da sapere. Ha studiato legge all’estero per volere di suo zio, ha lasciato il ragazzo che amava e sposato un altro uomo, per preciso volere di suo zio…. Ora che Don Mimmo vive come un topo la sua latitanza – e suo marito è in galera – controlla gli interessi della famiglia da uno studio legale del centro di Milano. È bella, ricca, potente: ma non può decidere nulla della sua vita… non l’ha mai potuto fare. Anche quando Fernando andrà a bussare alla sua porta chiedendo aiuto, non sarà lei a decidere. Lo aiuterà a trovare una soluzione al suo problema, ma ancora una volta in nome dei “Corapi”. Don Mimmo ha infatti un debito d’onore con Rocco: quando era recluso a San Vittore gli ha salvato la vita e ora il boss vuole restituire il favore. Ma durante il loro viaggio saranno osteggiati anche da un poliziotto, Valerio: è lui a muovere le fila di tutto ciò che accade.