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Cannes 72: Iñárritu e la Giuria a pranzo con tutti i giornalisti

 

 

 

 

 

Cannes 72: Iñárritu e la Giuria a pranzo con tutti i giornalisti

Tarantino… Stallone… Delon… Uno spettacolo ininterrotto, il Festival di Cannes. Tuttavia, il momento più emozionante rimane per me il tradizionale “Pranzo per la stampa”.

Nella location più suggestiva della cittadina, con vista panoramica a trecentosessanta gradi su mare e costa, noi reporter, dopo una corroborante passeggiata in salita, siamo stati accolti dalla banda locale allineata sul vialetto.

Una sorpresa che mi rimarrà sempre nel cuore, ed anche una scelta organizzativa per salutare ed omaggiare tutti i giornalisti indistintamente, dal più blasonato al ragazzotto dell’ultimo portale web.

Scelta sancita dalla compresenza della Giuria del Festival al completo, da Elle Fanning ad Alice Rohrwacher, con Alejandro González Iñárritu a fare gli onori di casa e ad intrattenersi con i giornalisti.

Per lo spazio di un pranzo, il Festival ha abbattuto le barriere (tra Giuria e cronisti e tra i vari livelli di badge), dando a ciascuno di noi il giusto riconoscimento e permettendoci altresì di conoscerci lontano dal clamore e le corse tra una sala e l’altra.

Massimo Nardin è Dottore di ricerca in Scienze della comunicazione e organizzazioni complesse, docente universitario presso l'Università LUMSA di Roma e l'Università degli Studi Roma Tre, diplomato in Fotografia allo IED Istituto Europeo di Design di Roma, giornalista pubblicista, critico cinematografico, sceneggiatore e regista. È redattore capo della sezione Cinema della rivista on-line “Il profumo della dolce vita” e membro del comitato di redazione di “Cabiria. Studi di cinema - Ciemme nuova serie”, quadrimestrale del Cinit Cineforum Italiano edito da Il Geko Edizioni (Avegno, GE). È membro della Giuria di “Sorriso diverso”, premio di critica sociale della Mostra del Cinema di Venezia, e del Festival internazionale del film corto “Tulipani di seta nera”. Oltre a numerosi saggi e articoli sul cinema e le nuove tecnologie, ha pubblicato finora tre libri: “Evocare l'inatteso. Lo sguardo trasfigurante nel cinema di Andrej Tarkovskij” (ANCCI, Roma 2002 - Menzione speciale al “Premio Diego Fabbri 2003”), “Il cinema e le Muse. Dalla scrittura al digitale” (Aracne, Roma 2006) e “Il giuda digitale. Il cinema del futuro dalle ceneri del passato” (Carocci, Roma 2008). Ha scritto e diretto diversi cortometraggi ed è autore di due progetti originali per lungometraggio di finzione: “Transilvaniaburg” e “La bambina di Chernobyl”, quest'ultimo scritto assieme a Luca Caprara. “Transilvaniaburg” ha vinto il “Premio internazionale di sceneggiatura Salvatore Quasimodo” (2007) e nel 2010 è stato ammesso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al contributo per lo sviluppo di progetti di lungometraggio tratti da sceneggiature originali; nell'autunno 2020, il MiBACT ha ammesso “La bambina di Chernobyl” al contributo per la scrittura di opere cinematografiche di lungometraggio.