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Caso Mr Rizzus, Striscia rimanda il Tapiro al mittente

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CASO MR. RIZZUS: TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO DETTO È VERO

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RISPEDIAMO IL TAPIRO AL MITTENTE

Abbiamo appreso da Rebecca Staffelli, figlia del noto inviato, gli esiti delle verifiche svolte dal suo difensore presso il Tribunale di Monza, relative al processo penale contro Simone Rizzuto (alias Mr. Rizzus) per il reato di diffamazione. A questo punto riteniamo di dover scherzosamente restituire al mittente il Tapiro che metaforicamente ci era stato consegnato dal Procuratore dottor Gittardi.

Innanzitutto, è emerso che non risulta registrata la nomina dell’avvocato difensore di Rebecca. Eppure, proprio quest’ultimo, nella sua veste di difensore, aveva ricevuto l’avviso della richiesta di archiviazione, cui si era opposto con atto scritto e depositato… Beh, non c’è alcuna traccia né di tale atto di opposizione né della fissazione della conseguente udienza davanti al Gip.

Però si tratta esattamente del procedimento penale di cui abbiamo parlato nel servizio del 25 Aprile. In quel procedimento erano invece state rese oggetto di querela tre distinte ipotesi di reato: minacce, istigazione a delinquere e diffamazione. Le prime due fattispecie – le più gravi – sono inspiegabilmente rimaste prive di seguito, nonostante la Procura, quando ancora il procedimento pendeva contro ignoti, avesse iscritto tale procedimento anche per minacce e istigazione a delinquere.

Insomma, ci domandiamo come sia possibile che da un lato la Procura chieda l’archiviazione per essere rimasto ignoto l’autore del fatto ed ignota la sorte dell’opposizione e, dall’altro, la stessa Procura abbia invece identificato il responsabile e chiesto il relativo giudizio, restando invece paradossalmente ignoto il difensore di Rebecca Staffelli.

Sta di fatto che sono tre anni che Rebecca aspetta una qualche giustizia dopo che ha denunciato la gravità delle rime di Mr. Rizzus che purtroppo, però, nonostante incitino alla violenza contro una donna e la offendano nel modo più triviale, sono ancora disponibili on line alla mercè di tutti, giovanissimi inclusi, e ciò con buona pace delle ragioni che hanno ispirato la riforma del Codice Rosso.

A questo punto, quindi, come dicevamo, non possiamo fare altro che restituire al mittente l’immeritato Tapiro.