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Cyrano Mon Amour, la genesi di un’opera teatrale al cinema

Cyrano Mon Amour, la genesi di un’opera teatrale al cinema

Cyrano Mon Amour

Alexis Michalik sognava da tempo di raccontare come nacque uno spettacolo teatrale nella sua Francia. L’idea del regista risale all’ormai lontano 1999, quando trascorse un’indimenticabile serata in un cinema. Il film sul grande schermo era Shakespeare in love, di John Madden. Basandosi su fatti reali, la trama raccontava la nascita della tragedia che tutti noi ricordiamo come il suo indiscusso capolavoro, Romeo e Giulietta.
Rimandato di continuo a data da destinarsi, il progetto è rimasto soltanto un sogno nel cassetto fino al giorno in cui per caso, in una sala d’aspetto, si il regista si imbatte in un articolo sulla nascita di Cyrano, la commedia più famosa mai realizzata nel paese transalpino. L’autore, un semi-sconosciuto Edmond Rostand, nel 1895  è noto soltanto come drammaturgo impegnato e noioso. I due precedenti spettacoli da lui proposti si sono rivelati un vero disastro. Nel bel mezzo della rappresentazione il pubblico abbandona in anticipo la sala ogni sera, considerando i suoi spettacoli adatti per dormire. Solo qualche “addetto ai lavori” conosce il suo nome. La sua unica vera ammiratrice, una costumista di nome Sarah, gli consiglia di prendere contatti con un attore di sua conoscenza, Costant Coquelin. Questi, gli chiede di poter leggere la sua nuova commedia per metterla in scena entro Natale. Un’impresa impossibile per due motivi, mancano solo tre settimane alle feste e in secondo luogo, soprattutto, il presunto testo in realtà non è stato mai scritto. Se ne conosce solo il titolo: Cyrano de Bergerac.
Questa la trama molto convincente, le aspettative sembrano condurre lo spettatore alla visione di un bel film. Se però nella prima parte, la narrazione mantiene vivo un certo ritmo e concede qualche risata, la seconda non lascia spazio a sorprese. La sequenza delle immagini scorre lentamente verso un finale scontato, così come alcune scene in cui il regista si prende qualche libertà. Non è difficile prevedere che nel bel mezzo dell’anteprima, un’attrice scettica e capricciosa come Maria, interpretata da una brava Mathilde Seigner, abbandoni la scena per lasciarsi sostituire da Sarah, la costumista. Altra nota negativa, la scelta di accompagnare la fase che anticipa lo spettacolo con l’esecuzione del Bolero di Maurice Ravel,  composto, tra l’altro, diversi anni dopo.
Con la sua piccola statura e quello sguardo un po’ timido, l’attore Thomas Solivérs nei panni di Edmond, si rivela un’ottima scelta per questo film. Come il protagonista messo in scena, anche il vero autore di Cyrano era un personaggio puro, che nel corso di queste burrascose settimane di lavorazione, ha realmente vissuto una serie di equivoci. Ottima anche la ricostruzione di un’epoca gioiosa e pacifica come la Belle Epoque, di cui la Francia e soprattutto Parigi, sono state simbolo grazie alle opere architettoniche più moderne e a nuove forme di spettacolo, in cui rientra sicuramente anche Cyrano de Bergerac. Il film di Alexis Michalik, Cyrano mon amour in sala dal 18 aprile, ci permette di rivivere, anche se solo parzialmente, i fatti accaduti nel 1897 e rendere omaggio alla vita di uno scrittore destinata a cambiare grazie al successo.

Eugenio Bonardi