Home News Dal 12 novembre il Festival della Peste: quattro giorni di performance con...

Dal 12 novembre il Festival della Peste: quattro giorni di performance con laboratori e progetti artistici

Torna anche quest’anno, in versione completamente rinnovata, il Festival della Peste che giunge alla terza edizione, una edizione il cui leit motiv è la pazzia.

Quattro giorni di performance, laboratori, progetti artistici che si
alterneranno sul web al sito www.ilfestivaldellapeste.com per adattarsi
alle attuali limitazioni imposte dalla pandemia, ma sempre con l’obiettivo di provare a promuovere una riflessione sui processi di cambiamento e trasformazione individuale e collettiva.

Al centro dell’edizione 2020 del Festival – promosso dalla Fondazione il Lazzaretto – un’indagine sulla Pazzia, tema guida del 2020 (come ogni anno focalizza la propria programmazione su un argomento rispetto al quale intende stimolare e accogliere sguardi eterogenei e plurali).

Attraverso quattro giorni di performance, laboratori e progetti artistici inediti il pubblico sarà coinvolto in una riflessione collettiva sulla follia che prenderà vita nelle giornate della manifestazione.

Gli eventi saranno prenotabili attraverso il sito, mentre gli sviluppi dei progetti che erano previsti in presenza presso la Fondazione il Lazzaretto verranno riprogrammati nei prossimi mesi non appena sarà possibile.

Numerose le tematiche affrontate: parlare di pazzia significa infatti parlare di alterità, di diversità, di incomunicabilità, di paura, di aspetti non normati e non pacificati, di incomprensione, ma anche di gesto creativo, del rapporto tra follia e correnti artistiche nel tempo, di codici di comportamento e di abbigliamento; significa, insomma, affrontare e confrontarsi con l’alterità e con un luogo reale o immaginario e con i suoi eventuali confini.

Ad aprire questa terza edizione uno speciale concerto/performance on line a cura del musicista e visual artist Andrea Marinelli che, proprio per l’occasione, presenterà un’edizione inedita del suo nuovo lavoro Skreen 2020, azione audiovisiva corale sulla difformità del viso per dar vita a nuovi folli “mostri metropolitani”.

Tra le novità e gli ospiti dell’edizione 2020 saranno presentati diversi lavori inediti: per la prima volta il team creativo della Fondazione Il Lazzaretto contribuirà con un contenuto originale al palinsesto del Festival attraverso il progetto “Maionesi impazzite” che raccoglie “100 ricette per perdere la testa”; Valentina Furian – vincitrice del Premio Lydia! per artisti under30, promosso dalla Fondazione con la mentorship dell’artista Adrian Paci – presenterà in anteprima “Bastardo”, un’opera originale incentrata sul tema della follia rispetto al rapporto tra umano e animale; la performance “Zooming Rabbits” ideata e curata dal Teatro delle Moire sarà un’incursione digitale straniante – ispirata al personaggio carrolliano del Bianconiglio – che prende spunto da un’immagine divenuta ricorrente in questo periodo ovvero quella di un gruppo di persone inquadrate a mezzo busto in ambienti casalinghi sulle piattaforme digitali; la danzatrice Cristina Negro insieme all’attore Simone Lampis e all’esperta di scrittura creativa Roberta Secchi presenteranno “A Room’s of One’s Madness”, un laboratorio che darà vita ad un’inedita performance interattiva con gli spettatori che saranno “trasportati” virtualmente nelle stanze della follia dove incontreranno folli personaggi; a partire dall’esperienza dello spettacolo teatrale “GIANNI” gli autori Caroline Baglioni e Michelangelo Bellani, attraverso il laboratorio “REC-ALL, chiederanno ai partecipanti di registrare in una traccia sonora alcuni pensieri e riflessioni, al fine di dar vita ad un viaggio soggettivo e interiore; “Le follie del conte Mario”, a cura dell’artista Gianni Moretti e della psicoterapeuta Chiara Ronzoni sarà invece un’occasione per approfondire le varie forme di follia partendo dalla vicenda folle del Conte Mario, l’imprenditore che negli anni ’60 acquistò Consonno, cittadina in provincia di Lecco, per poi demolirla e ricostruirla per la creazione di una “città dei divertimenti”.

A questi progetti si aggiungerà anche il lancio di inedite Residenze Internazionali dedicate ad artisti stranieri, realizzate grazie al contributo di Fondazione Cariplo e alla partnership con FARE e AIR – artinresidence. Tra le oltre 47 proposte arrivate da tutto il mondo, sono stati selezionati i progetti dell’artista Bora Baboci (Albania) e della sound designer e sociologa Myroslava Kuts (Ucraina) che saranno presentati in anteprima all’interno del programma del Festival. In un’ottica di sperimentazione e di riconfigurazione delle pratiche artistiche in ambito digitale, la residenza si svolgerà online e con momenti di ricerca, confronto e discussione sul tema centrale del Festival della Peste!. Agli artisti coinvolti è stato chiesto di indagare il tema della pazzia con la più ampia libertà di metodo e lavoro rispetto alla ricerca e alla realizzazione del progetto.