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Dall’8 al 12 giugno le “Stelle d’argento” del Festival del Cinema Italiano

La seconda edizione del Festival del Cinema Italiano si terrà a San Vito Lo Capo dall’8 al 12 giugno sotto la direzione artistica di Paolo Genovese. Le iscrizioni rimarranno aperte fino al 25 maggio.

Attori, registi e critici cinematografici saranno il cuore di una maratona di proiezioni ed incontri scientifici di alto livello: in questa sua seconda edizione, il Festival del Cinema Italiano, dall’8 al 12 giugno a San Vito Lo Capo, darà ampio spazio anche all’ambiente con documentari e dibattiti a tema.

In concorso 8 lungometraggi, di cui 4 opere prime, 14 cortometraggi e 4 documentari con al centro l’ambiente, che diventeranno il link per trattare tematiche ambientali e per conoscere più da vicino i grandi temi relativi alla battaglia contro i cambiamenti climatici e le misure più adatte per affrontare il futuro in chiave sostenibile. Alla selezione saranno ammesse produzioni cinematografiche italiane ultimate dopo il 31 dicembre 2019, realizzate sul nostro territorio ma che possono includere pure tematiche e riprese di luoghi internazionali.

Il regista Paolo Genovese, Direttore artistico del Festival
(da siciliaogginotizie.it)

«L’obiettivo dell’evento – ha sottolineato Paolo Genovese, Direttore artistico del Festival – è quello di far crescere la passione del cinema attraverso la conoscenza diretta di chi ci sta dietro. Il pubblico, oltre a vedere il film, percepisce dalle parole di registi, sceneggiatori, attori, montatori e direttori della fotografia quanta passione c’è in questo lavoro, quante attenzioni, quanti sacrifici. Al di là della natura e delle caratteristiche dei festival, la cosa importante è portare chi fa cinema fra la gente. Questo è infatti un modo importantissimo di fare cultura, anche perché nelle nostre scuole non esiste l’insegnamento di cinema, che invece andrebbe proposto e valorizzato».

L’evento culturale sarà segno di ripartenza per il mondo della cultura ed una vera e propria cassa di risonanza per le realtà imprenditoriali del settore, messe a dura prova dalla pandemia. Anche quest’anno, ampio spazio sarà dedicato all’ambiente, con la proiezioni dei documentari in concorso e i dibattiti con esperti nazionali ed internazionali che, con il coordinamento scientifico del giornalista RAI Maurizio Menicucci, tratteranno il tema della “Riforestazione terrestre e marina”.

«Il Festival del Cinema Italiano – ha affermato Antonio Voltolina, Direttore generale del Festival –, per il secondo anno a San Vito Lo Capo, porta in Sicilia il meglio del nostro cinema. L’evento, nato dalla ferma intenzione di celebrare e valorizzare le produzioni nazionali, quest’anno mira ad offrire un contributo concreto alla ripartenza della cultura nel nostro Paese».

Le due Giurie – una per i film e i cortometraggi, l’altra per i documentari, composte da attori, registi, critici cinematografici e giornalisti – assegneranno nella serata finale le “Stelle d’Argento 2021” per le seguenti sezioni: Miglior film, Migliore opera prima, Miglior documentario, Miglior cortometraggio, Migliore attore protagonista e Migliore attrice protagonista, Migliore attore non protagonista e Miglior attrice non protagonista, il Premio al personaggio dell’anno e il Premio del pubblico. Saranno inoltre conferiti i Premi speciali istituiti dal Festival e intitolati a Vittorio Gassman e a Franca Valeri.

La conduttrice televisiva e showgirl Veronica Maya
(da raiplay.it)

«Questo Festival – ha detto Veronica Maya, che presenterà la serata finale per il secondo anno – rappresenta un atto di grande coraggio, un atto dovuto a chi vive di questo mestiere. Spero che questo appuntamento sia un motivo di incontro e confronto fra gli artisti in un momento molto difficile che ha travolto il mondo dello spettacolo. Mi auguro che questo evento sia una festa per tutti e che sia anche un’occasione per ripartire».

In attesa di scoprire il calendario della seconda edizione del Festival e i grandi nomi che si alterneranno sul palco nella seconda settimana di giugno, San Vito Lo Capo si riconferma location ideale per far brillare le “Stelle d’argento” nel firmamento del cinema italiano, all’interno di un Festival che porta la cinematografia made in Italy anche nei luoghi in cui il cinema non c’è, attraverso una rassegna cinematografica che celebra e valorizza le produzioni nazionali, in particolare le opere prime e seconde uscite nelle sale nell’ultimo anno.

Quelli del Festival del Cinema Italiano, infatti, sono tutti appuntamenti caratterizzati da una forte connotazione territoriale che guarda al futuro del mondo intero, eventi che valorizzano appieno il sito di pregio naturalistico e ambientale in cui hanno luogo: in San Vito Lo Capo il Festival trova il proprio punto d’arrivo ideale grazie al forte legame storico di questa località siciliana con le produzioni cinematografiche italiane e internazionali. Un rapporto iniziato già alla fine degli anni ’50 con “Vento del Sud” di Enzo Provenzale, il film in cui una giovanissima Claudia Cardinale muoveva i primi passi nel mondo della celluloide. Sempre qui, sulla piccola spiaggia di Macari, nel 1986 Sandro Bolchi diresse una meravigliosa Lea Massari in “La Vigna di Uve Nere” e, sei anni più tardi, il regista premio Oscar Giuseppe Tornatore girò le prime scene di “Stanno tutti bene”, con Marcello Mastroianni.

In questi settant’anni, altri registi e attori di fama internazionale hanno fatto conoscere e apprezzare San Vito Lo Capo nel mondo per le sue scenografie naturali, eleggendole a sfondo delle loro opere: pensiamo a Michael Cimino e al suo “The Sicilian”, biografia romanzata di Salvatore Giuliano, al pluripremiato “Nuovomondo” di Emanuele Crialese, con Charlotte Gainsbourg, a “Maria Maddalena” di Garth Davis, con Joaquin Phoenix e Rooney Mara, e a “My Name is Tanino”, il film che ha consacrato il talento di Paolo Virzì.

La locandina di “My Name is Tanino” di Paolo Virzì
(da comingsoon.it)

Anche il piccolo schermo ha trovato location ideali e ottimi spunti per film tv e serie: “la Tonnara” del paese è stata la caserma militare di “Cefalonia”, con Luca Zingaretti, e poi un covo di trafficanti in “Il Giro di Boa”, uno degli episodi del campione di audience “Il Commissario Montalbano”.

Il Festival del Cinema Italiano ha il patrocinio del Ministero della Cultura (MiC), del Ministero dell’Ambiente, della Regione Sicilia, del Comune di San Vito Lo Capo, del Centro Sperimentale di Cinematografia e della Riserva Naturale dello Zingaro. Ed il sostegno del MiC e del Comune di San Vito Lo Capo. L’organizzazione e la produzione sono a cura di A&D Comunicazione.

Massimo Nardin è Dottore di ricerca in Scienze della comunicazione e organizzazioni complesse, docente universitario presso l'Università LUMSA di Roma e l'Università degli Studi Roma Tre, diplomato in Fotografia allo IED Istituto Europeo di Design di Roma, giornalista pubblicista, critico cinematografico, sceneggiatore e regista. È redattore capo della sezione Cinema della rivista on-line “Il profumo della dolce vita” e membro del comitato di redazione di “Cabiria. Studi di cinema - Ciemme nuova serie”, quadrimestrale del Cinit Cineforum Italiano edito da Il Geko Edizioni (Avegno, GE). È membro della Giuria di “Sorriso diverso”, premio di critica sociale della Mostra del Cinema di Venezia, e del Festival internazionale del film corto “Tulipani di seta nera”. Oltre a numerosi saggi e articoli sul cinema e le nuove tecnologie, ha pubblicato finora tre libri: “Evocare l'inatteso. Lo sguardo trasfigurante nel cinema di Andrej Tarkovskij” (ANCCI, Roma 2002 - Menzione speciale al “Premio Diego Fabbri 2003”), “Il cinema e le Muse. Dalla scrittura al digitale” (Aracne, Roma 2006) e “Il giuda digitale. Il cinema del futuro dalle ceneri del passato” (Carocci, Roma 2008). Ha scritto e diretto diversi cortometraggi ed è autore di due progetti originali per lungometraggio di finzione: “Transilvaniaburg” e “La bambina di Chernobyl”, quest'ultimo scritto assieme a Luca Caprara. “Transilvaniaburg” ha vinto il “Premio internazionale di sceneggiatura Salvatore Quasimodo” (2007) e nel 2010 è stato ammesso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al contributo per lo sviluppo di progetti di lungometraggio tratti da sceneggiature originali; nell'autunno 2020, il MiBACT ha ammesso “La bambina di Chernobyl” al contributo per la scrittura di opere cinematografiche di lungometraggio.