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Dante Alighieri batte la pandenia: oltre 40mila spettatori alla maxi mostra alla Galleria degli Uffizi

Sono più di 40mila le presenze registrate, in appena due mesi e nonostante le tante restrizioni imposte dalla pandemia, alla mostra  organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì insieme alle Gallerie degli Uffizi per raccontare, nel settecentenario della morte, il mito del Sommo Poeta durante il trascorrere dei secoli.

Dante. La visione dell’arte è stato l’evento espositivo di maggior rilievo per numero di opere, impianto narrativo e approfondimento scientifico dedicato al Sommo Poeta nell’anno centenario delle sue celebrazioni. Una mostra che, nel perdurare della pandemia, ha costituito al contempo un grande evento culturale e anche un fermo e necessario segnale di ripresa e di speranza.

Ricchissimo il percorso espositivo creato ai Musei San Domenico dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì insieme alle Gallerie degli Uffizi. Per la prima volta è stata proposta al pubblico un’esclusiva pinacoteca dantesca di 300 opere, collocate in un arco temporale ampio dal Duecento al Novecento, e che ha offerto una nuova lettura della figura di Dante e della sua opera in rapporto all’arte.

Un vero e proprio catalogo di capolavori, provenienti dai più grandi musei del mondo, dove si sono incontrati Cimabue, Giotto, Lorenzetti, Andrea del Castagno, Beato Angelico, Botticelli, Signorelli, Beccafumi, Michelangelo, Lorenzo Lotto, Tintoretto, Brueghel il Vecchio, Guido Reni, Canova, Bouguereau, Picasso, Arnolfo di Cambio. Tra i manoscritti dell’antica vulgata Pacino da Buonaguida e Niccolò di ser Sozzo, tra le fonti di Dante Le Roman de la Rosee il Liber figurarum di Gioachino da Fiore; poi le prime edizioni a stampa. Un inedito confronto tra una selezione di disegni di Federico Zuccari e di Giovanni Stradano. Il rapporto tra Dante e i Nazareni raccontato da Anton Koch e Vogel von Vogelstein; e poi Cabianca, Agneni, Mochi, Morelli, Petarlini, Sabatelli, Faruffini, Altamura, Duprè, Vela tra coloro che ne rilessero il mito civile ottocentesco. Holiday e Rossetti tra i Preraffaelliti. Le nuove edizioni e la grafica che resero Dante universale con Flaxman, Dixon, Giani, Sabatelli, Corot, Dorè, Nattini. E poi la generazione dei pittori dantisti tra Otto e Novecento: Greiner, Von Bayros, Galileo Chini, De Carolis, Cambellotti, Nomellini, Alberto Martini, Sartorio, Casorati.

Previsto anche un futuro “cinematografico”: l’esposizione infatti adesso si trasforma, diventando un vero e proprio documentario d’arte che verrà diffuso a partire da settembre. Sarà realizzato come una visita guidata e commentata virtuale nella rassegna monstre, forte di oltre 300 opere, grazie alla collaborazione di grandi maestri della ripresa cinematografica e della fotografia; l’obiettivo è metterla a disposizione del grande pubblico, pensando in particolare a quanti non hanno potuto sperimentare, con una visita reale, le stesse emozioni del grande viaggio dantesco raccontato nella mostra forlivese. A cominciare dalle scuole e dagli studenti, gravemente penalizzati nelle loro attività dalla pandemia.

Si è trattato di una mostra interpretativa della relazione tra Dante e l’arte: perché per la prima volta questo intimo rapporto è stato interamente analizzato e ricostruito, presentando gli artisti che si sono cimentati nella grande sfida di rendere in immagini la potenza visionaria di Dante, delle sue opere e in particolare della Divina Commedia, o che hanno trattato tematiche simili a quelle dantesche, o ancora che hanno tratto da lui episodi o personaggi singoli, sganciandoli dall’intera vicenda e facendoli vivere in sé. Un grande percorso espositivo che comprende pittura, scultura, disegni, incisioni, manoscritti, edizioni rare.

Il progetto, nato da un’idea di Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, e di Gianfranco Brunelli, Vice-presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e direttore delle grandi mostre da essa organizzate, è stato coadiuvato dal Professor Antonio Paolucci e dal Professor Fernando Mazzocca, con un numeroso e prestigioso comitato scientifico.

La scelta di Forlì come scenario dell’esposizione mirava a ribadire la centralità di Forlì e del suo territorio nel percorso storico-esistenziale dantesco. Non città di passaggio, Forlì, ma città dantesca.

Abbiamo sfidato con coraggio l’inimmaginabile – dichiara Gianfranco Brunelli – per poter realizzare e aprire una mostra di queste dimensioni e di questa qualità. Il progetto scientifico è stato interamente realizzato. Le opere tutte presenti. La mostra forlivese su Dante ci ha anche restituito una visione di normalità, che vorremmo affrettata”.