Non c’è stato l’ultimo atto, Dario Fo se n’è andato rimanendo in scena fino all’ultimo minuto. E’ vero era in ospedale, ma lui sempre allegro e ottimista era attaccato alla vita e, nonostante i sui novanta anni, aveva in programma ancora tante cose da fare, tanti progetti. E’ stata questa la sua forza, non si è mai fermato davanti a nulla, ha continuato fino alla fine ad esporre le sue idee facendolo da Artista a 360 gradi: attore, pittore, scenografo, poeta, scrittore… Le sue opere lo rappresentano in pieno, profonde e gioiose allo stesso tempo, è questo che ci ha lasciato nel vederlo alla presentazione della mostra che racconta Maria Callas, al Museo AMO di Verona, accompagnandoci nel suo mondo fatto di colori forti e decisi e, contemporaneamente, delicati nei sentimenti che esprimono: ha esposto il percorso di vita della soprano greca più famosa al mondo. Una donna che Fo ha conosciuto e amato come artista. Attraverso i suoi dipinti ne ha ripercorso le tante fasi della vita, tormentata di donna e artista. Ascoltare Dario Fo che racconta è stato come assistere ad uno spettacolo teatrale, oltre che ad una bellissima mostra. Il cambio di intonazione dal gioioso al serio ai suoni onomatopeici per rafforzare un racconto già di suoi pieno di colori e di sfaccettature. Non si è sottratto nemmeno alle nostre domande sulla politica, sempre pronto a dire la sua con grande serenità e lucidità. Era preoccupato il Maestro di come oggi la politica porta avanti il Paese, per nulla assoggettato al potere era un uomo libero. Se un insegnamento, tra tutti, può essere sintetizzato ecco l’insegnamento più grande che ci ha lasciato è che ognuno di noi deve essere libero di esprimersi, senza accanimento verso qualcuno o qualcosa, con gioia e serenità di pensiero si può affrontare la vita e anche la morte senza paura.
