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David Bowie, colui che ha fatto la differenza

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David-Bowie-david-bowie-19443350-500-609Ho appreso la notizia della morte di David Bowie appena sveglia e mi sono chiesta se stessi ancora dormendo o se fosse realtà…propendendo più per la prima ipotesi, dal momento che ho sempre considerato il Duca Bianco un immortale, una figura appartenente più alla mitologia che non al mondo reale. Eppure, nonostante questa sua “etereità”, quando ho realizzato che effettivamente non era più tra noi ho sentito un dolore sincero, come se fosse mancata una persona a me cara e vicina, una sensazione che mi ha colto di sorpresa, dal momento che sono sì una sua fan, ma non delle più fanatiche. Il fatto è che Bowie ha sempre fatto parte della mia vita, fin da quando sono nata: avendo un fratello di quasi vent’anni più grande, si può dire che l’ho assaporato fin dal biberon e certi suoi pezzi sono per me un pò come la liturgia della Messa, memorizzati e interiorizzati. Mi sono ritrovata a piangere ed è la prima volta che mi capita per un artista, o in generale per qualcuno che non conosco personalmente…forse perchè nessun altro artista è stato in grado di commuovermi quanto lui. Un uomo straordinario, che se definissimo solamente cantante significherebbe sminuire di molto il suo talento: un intellettuale in senso lato, con una cultura immensa e a 360 gradi, interessato ad ogni aspetto dell’umanità, dalla musica alla letteratura, alla cinematografia, alla pittura. Uno sperimentatore coraggioso, che ha sempre saputo innovare in ogni epoca che ha vissuto, che non è mai stato banale e che è stato un modello per la maggior parte dei protagonisti della scena musicale moderna. Ha dato scandalo, ha turbato, ha esaltato, ha influenzato profondamente intere generazioni. Ha scritto liriche intense, ha creato personaggi (come il mitico Ziggy Stardust), ha tenuto concerti memorabili, ha recitato perfino in dei film che, forse anche grazie a lui, sono diventati cult-movie (penso ad esempio a “Myriam si sveglia a mezzanotte”, al fianco di Catherine Deneuve). E’ stata forse la figura più poliedrica che abbia attraversato l’ultimo secolo ed è una perdita immensa per tutti, non solo per il mondo della musica o per lo star system in generale, ma anche per le persone come me, che hanno scandito i momenti importanti della propria esistenza con le sue canzoni, che sono state catturate dal suo sguardo magnetico e conquistate dal suo inarrivabile carisma. Due giorni fa aveva compiuto 69 anni ed era uscito “Blackstar”, l’attesissimo nuovo album: l’avevo subito ascoltato con orecchio avido, trovandolo di primo acchito forse un pò ostico, ma riconoscendo subito la sua impronta e pensando “ecco finalmente qualcosa di diverso da ascoltare”; al terzo ascolto già ero rapita da questa commistione di jazz, rock, elettronica…una meraviglia, che ancora non capivo quanto fosse il suo conscio testamento. Ora che è successo l’imponderabile non riesco a riascoltarlo, preferisco perdermi nei suoi vecchi capolavori, che sto sentendo in loop da stamattina…come se in qualche modo potessero riportarlo qui. Ecco…per riprendere un suo vecchio successo, mi piacerebbe che potesse nuovamente “cadere sulla terra” e dirci che è stato tutto uno scherzo. Temo che non sarà così…allora preferisco tornare a credere nella sua immortalità.

Elena Mattirolo