Home Cinema IL DIRITTO DI UCCIDERE: un film di rara intelligenza.

IL DIRITTO DI UCCIDERE: un film di rara intelligenza.

A Nairobi, una cellula terroristica sta per reclutare due nuovi kamikaze per compiere un attentato in nome del fondamentalismo di matrice islamica. Il colonnello inglese Powell (Helen Mirren), in collaborazione con le forze speciali americane e Kenyote, dirige una missione di vitale importanza: sganciare un missile da un drone per far abortire l’opera di massacro dei terroristi. Questi fanatici si trovano però all’interno di un’abitazione limitrofa alle zone abitate dai civili. Al momento del lancio dell’ordigno, compare infatti un’ innocente bambina, che vende il pane proprio accanto al bersaglio. Da qui, un dilemma morale costringe i protagonisti ad interrogarsi sul da fare.

Con Il diritto di uccidere, Gavin Hood dirige un’opera cinematografica di intelligenza rara e di profonda sensibilità. Il tema trattato è infatti di strettissima attualità e il regista sudafricano dimostra di domare la delicata vicenda del terrorismo con un occhio sempre vigile, senza perdere mai di vista le numerose articolazioni che un fenomeno del genere porta con se. La grandezza di questo film sta proprio nella descrizione cruda, realistica, di come le scelte politiche vadano ad intaccarsi con i sentimenti più umani, creando terribili vortici di amoralità e di smarrimento. Il fulcro del racconto, come è intuibile dalla sinossi, è il sacrificio di una vittima innocente, per lo più minorenne. Ma al cospetto di una possibile vittima ci sono altre centinaia di persone che rischierebbero la vita se non si colpissero immediatamente gli esecutori. Di fronte all’innocenza, allo straordinario potere emotivo di una piccola creatura, è però così semplice essere freddi e determinati? E’ così scontato dover rendere conto unicamente all’opinione pubblica? E’ proprio su questo frangente che il film si fa meravigliosamente umano, sensibile, attento. Dal colonnello Powell, al ministro degli esteri americano fino a giungere al pilota del drone, questo conflitto interiore viene sempre fuori in maniera forte, tangibile, anche grazie ad uno script davvero impeccabile. Tra gli altri aspetti interessanti anche quello di sottolineare il distacco tra il fanatismo religioso e l’Islam, che si manifesta col grande amore e la protezione della bambina protagonista da parte del padre, che le dà il diritto al gioco e all’istruzione in un contesto dove tutto sembra essere negato al genere femminile.

Dal punto di vista meramente tecnico è forse inutile dilungarsi eccessivamente. La fotografia è semplicemente eccezionale, il montaggio è straordinariamente serrato e le inquadrature aeree danno la sensazione di penetrare anche fisicamente all’interno delle sequenze, senza bisogno di rallenty o di velocizzazioni invasive. Il diritto di uccidere è oltretutto una pellicola memorabile per la sua capacità di mischiare i generi; dentro c’è azione, spionaggio, thriller e soprattutto una importante traccia drammatica. Un film di questo calibro, inoltre, non ha bisogno di decollare, perchè mantiene un indicibile tasso di tensione dal primo minuto fino ai titoli di coda.

Assolutamente imperdibile!

 

Luca Di Dio
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