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Festa del Cinema di Roma, Sorrentino si racconta al pubblico

Paolo Sorrentino. Ph. Sabina Filice
Paolo Sorrentino Ph. Sabina Filice
Paolo Sorrentino Ph. Sabina Filice

Il regista premio Oscar Paolo Sorrentino ha partecipato ad un incontro col pubblico in occasione della Festa del Cinema di Roma e ha voluto raccontare se stesso attraverso le scene preferite dei film. Abbiamo così scoperto che tra le sue pellicole preferite ci sono La tempesta di ghiaccio di Ang Lee (1997), a cui riconosce la capacità di «coniugare perfettamente il bello con il vero», La notte (1961), di Michelangelo Antonioni, perché «racconta com’è disagevole e tragico stare al mondo», Era mio padre di Sam Mendes, dove l’incontro finale tra Paul Newman e Tom Hanks è per lui una scena che «se mostrata ai ragazzi che vogliono fare cinema farebbe risparmiare due, tre anni di scuola. Insegna come si recita, come si scrive, come s’illumina e soprattutto come si crea un’epica: insomma è la sintesi di che cosa dovrebbe essere il cinema». Tra le pellicole apprezzate e citate c’è poi anche Una storia vera di David Lynch, che «è il film che stabilisce che Lynch è un genio, perché riesce a passare dall’inquietudine alla rassicurazione, cambiando tono con gli stessi elementi». Infine troviamo, a sorpresa, Mars attacks di Tim Burton: la scena dell’aliena che s’infiltra alla Casa Bianca per Sorrentino è «la scena più erotica mai vista al cinema: erotismo dirompente che scaturisce proprio dall’imperturbabilità dell’aliena». Sorprende anche una confessione: «ricordo che da bambino passavo le vacanze intere a guardare i film di Bud Spencer e Terence Hill…e pensare che finora ero sembrato quasi intellettuale…».

Paolo Sorrentino. Ph. Sabina Filice
Paolo Sorrentino. Ph. Sabina Filice

Il regista ha poi parlato del film che sta girando a Roma per la tv, ovvero Young Pope, che vede Jude Law protagonista. Spiega Sorrentino: «Ho pensato subito a lui come l’attore ideale per interpretare questo Papa giovane e bello: un pontefice così non c’è stato mai, e l’idea del film è proprio questa: rendere verosimile un papa cosi».