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Festival Internazionale VRE -Virtual Reality Experience, la IV edizione viaggia da Nord a Sud

Festival VRE

Festival Internazionale VRE -Virtual Reality Experience, la IV edizione viaggia da Nord a Sud, dal 6 al 9 ottobre

Film e docufilm in Realtà Virtuale, VR Exhibition, Installazioni AR, Mixed Reality, Digital Sculpture e Danza VR, saranno questi i linguaggi utilizzati per presentare le opere dei digital artists che partecipano alla IV edizione del Festival Internazionale VRE -Virtual Reality Experience, ideato e diretto da Mariangela Matarozzo e concepito quest’anno in una versione ancora più estesa. Il Contest, infatti, offre gratuitamente al pubblico la possibilità di assistere alle opere di artisti italiani e di fama internazionale e percorre la nostra Penisola, da nord a sud.

Il VRE 2022 si apre il 6 ottobre, presso il MEET Digital Culture Center di Milano, con una serata di presentazione ufficiale alla presenza di creators e producer, per attivarsi contemporaneamente in cinque città italiane: oltre a Milano, a Roma, in collaborazione con il REF, con la mostra dedicata a Auriea Harvey, un’artista visuale americana, nota a livello internazionale ed importante esponente dell’arte digitale della quale saranno esposte sette sculture digitali presso la Galleria delle Vasche (Pelanda-Mattatoio). Il Focus sulla danza immersiva sarà  presentato a Bologna, presso il Multisala Odeon, grazie alla collaborazione con ZED Festival, alcune delle opere in selezione saranno fruibili a Potenza, nella Sala VRoom della Biblioteca Nazionale, in collaborazione con Noeltan e a Palermo, negli spazi di Crezi.plus, grazie alla collaborazione con il Laboratorio di Comunicazione del Dipartimento di Culture e Società dell’Università degli studi di Palermo e i Cantieri Culturali alla Zisa. Nella sede di Milano le opere saranno disponibili al pubblico fino al 30 ottobre, data in cui si decreterà l’opera vincitrice durante l’evento di chiusura.

GLI ARTISTI E LE OPERE IN CONCORSO:

Tra gli artisti italiani selezionati dal VRE 2022 ci sarà Martin Romeo, che presenta l’opera in Concorso “I and Thou”. Romeo esplora la natura, i corpi e la tecnologia, indagando la relazione tra questi elementi attraverso sculture dinamiche, performance VR e installazioni multimediali. La ricerca di Romeo legge il mondo e lo percepisce intimamente, suddividendo così la sua produzione in opere tangibili e intangibili: le opere tangibili danno forma ai dati, mentre quelle immateriali restituiscono dati sotto forma di esperienza.

Dedicata, invece, alla letteratura è l’opera in Realtà Aumentata dell’artista, regista e operatrice culturale Matilde De Feo, che si concentra sulla figura della scrittrice napoletana Fabrizia Ramondino nel suo “Ramondino’s Apologue”, un ritratto animato in ricordo dell’autrice di numerosi romanzi, scomparsa nel 2008, “insegnante irregolare”, ideatrice e parte attiva di alcune esperienze di pratiche pedagogiche alternative a Napoli, co-sceneggiatore con Mario Martone di “Morte di un Matematico Napoletano”.

“Gold Environment” di Chiara Passa, artista attiva nell’arte digitale dal 1997, è un’applicazione di realtà aumentata che utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per riconoscere lo spazio reale e creare mesh site-specific, presentato al VRE in anteprima.. L’opera mette in evidenza come la realtà aumentata alteri la nostra dimensione percettiva della realtà, sottraendo, aggiungendo, sfocando e modificando per aumentare l’immaginazione nella nostra dimensione reale. Il pubblico, infatti, tramite tablet e smartphone, è invitato a guardare oltre la superficie reale, esplorando la dualità tra luogo tangibile e virtuale.

“Eva & Eva” di Alessandro Asciutto, nasce in seguito alle suggestioni e ricordi avuti durante l’esperienza del coma vissuto dal regista, a causa di un incidente stradale. Il corto, realizzato in realtà virtuale, è una rivisitazione della Genesi Biblica con due figure di Eva ed un Adamo, di forte impatto visivo e immaginifico. Grazie al supporto del dott. Giovanni Morone e del Prof. Marco Iosa, ricercatore della Fondazione Santa Lucia di Roma e professore del Dipartimento di Psicologia dell’Università Sapienza esperto di tecnologie virtuali per la neuroriabilitazione, Asciutto ha ricevuto un supporto motivazionale, clinico e scientifico per diffondere il film “Eva & Eva”.

Un’opera che prende le mosse da un’esperienza totalmente reale per essere indagata attraverso la Realtà Virtuale, il docufilm, dal titolo “Affiorare” della regista e antropologa torinese Rossella Schillaci. Presentato in anteprima nazionale, il film è ambientato in un carcere femminile, tra mamme e bambini che vivono questa realtà. Un viaggio magico nella loro vita quotidiana, con animazioni dei loro ricordi surreali del passato e sogni per il futuro, creati attraverso un processo collaborativo.

Tra le VR Immersive Experience provenienti dall’estero abbiamo “An Domhan” del francese Gaëtan Le Coarer, che unisce realtà virtuale e aumentata nell’adattamento della leggenda celtica irlandese “The Tragic Death of the Tuireann Children”. Gli utenti incarnano i personaggi principali della leggenda in un universo astratto in bianco e nero. L’utente che utilizza l’AR può interagire con l’utente con il visore VR.

Dagli States arriva invece l’opera “Diagnosia” di Mengtai Zhang e Lemon Guo, in cui l’utente viene proiettato nei ricordi di Mengtai, carcerato in un campo di dipendenza da Internet gestito dai militari a Pechino nel 2007, dove i problemi giovanili vengono trattati come un grave disturbo mentale con mezzi a volte violenti. L’opera è una riflessione su come, in alcuni Paesi, le patologie dei giovani vengano usate come strumento di controllo sociale.

L’opera di Christopher Boulton ci porta in un viaggio immersivo nel tempo e nello spazio: con “Cosmic-Atomic” ci si proietta nel cortometraggio “Powers of Ten” del designer Charles Eames, collocando lo spettatore all’interno di un anello caleidoscopico a 360 gradi di ascesa/discesa speculare. L’opera comprime i sessant’anni di immaginazione scientifica che hanno preceduto e seguito la visione di Eames.

Dalla Polonia arriva “Cosmogonic” di Pawel Szarzynski, la prima esperienza VR ispirata allo scrittore di fantascienza polacco Stanisław Lem, noto per aver indagato sull’umanità e sulla giustizia sociale attraverso visioni di pianeti lontani ed esseri meccanici.

Adattamento di un racconto del 1965 di Lem, Cosmogonic parla al mondo di oggi, dove il populismo e la disinformazione minacciano la democrazia.

Un altro lavoro interessante è “On the morning you wake (to the end of the world)” dei registi Mike Brett, Arnaud Colinart, Steve Jamison e Pierre Zandrowicz, che descrivono le conseguenze che nel 2008 ebbe la falsa comunicazione di una minaccia nucleare ai cittadini delle Hawaii con un alert falso, gettando 1,4 milioni di persone nel panico e paralizzando l’intero Arcipelago.

Da Taiwan arriva in anteprima “Childhood Revisited” di Hsin-Chien Huang, ispirato ad una vecchia fotografia del villaggio Hakka Wugoshuei a Wanluan. Il regista ricostruisce scene di vita quotidiana nel passato attraverso le più recenti tecnologie di realtà virtuale per consentire al pubblico di intravedere l’ambiente, gli edifici, le morfologie, i paesaggi naturali dell’epoca.

Altro lavoro da segnalare è “Madame Pirate Becoming a Legend” di Morgan Ommer e Dan-Chi Huang, la storia favolistica di Cheng I Sao, il più grande pirata di tutti i tempi. In un mondo senza legge, invaso da navi erranti e uomini spietati, una ragazza abbandona una vita di prostituzione forzata per comandare la flotta pirata più grande e di maggior successo nella storia del mondo.

Dalla Francia arriva “The Starry Sand Beach” di Nina Barbier e Hsin-Chien Huang, una fiaba scientifica sui granelli di sabbia stellati che si trovano su più spiagge del Mar Cinese Orientale. Un viaggio negli abissi dove si assiste ai segni dell’acidificazione degli oceani, alla profondità del cielo costellato da miriadi di stelle, innumerevoli come tutti i granelli di sabbia della Terra.

“When The Heart Tightens” di Lea Dedola è un’esperienza in cui il giocatore si sveglia in una casa di particelle all’interno della quale rivivrà i suoi ricordi più significativi. La ricerca artistica riguarda la creazione di ambienti emozionali in “puntinismo 3D”.

Dal continente australiano giunge “Lustration” di Ryan Griffen. A metà tra fantasy e poliziesco noir, Lustration è una serie animata in 4 parti che segue un gruppo di personaggi le cui storie sono misteriosamente intrecciate sia nel mondo reale che nell’aldilà. Mentre le storie si svolgono e si intersecano, scopriamo fino a che punto alcuni si spingeranno in nome dell’amore.

 “Theatrum Radix” di Marlene Bart è un progetto di realtà virtuale che stimola un dialogo transdisciplinare e surreale sul ruolo degli oggetti nel mondo scientifico e artistico considerando sia la loro connessione storica che le prospettive contemporanee sulle architetture enciclopediche della conoscenza e la presentazione di manufatti naturali e artistici.

“Repetition Redundancies” dell’iraniano Mohsen Hazrati è un’opera in Realtà Virtuale che immerge lo spettatore in un flusso cinematico visionario. Ambienti immersivi si susseguono uno dopo l’altro creando un’esperienza multidimensionale che mette in discussione l’ambiguità del linguaggio e della nostra interpretazione del mondo. Ogni ambiente immersivo rappresenta un punto di visto unico, un frammento che descrive il tutto.

Canadese è John Desnoyers-Stewart, autore di “Star-Stuff: a way for the universe to know itself”, esperienza che unisce due persone in remoto e offre loro una nuova prospettiva su sé stessi, sull’umanità e sull’Universo in una luce comune priva di caratteristiche superficiali che ci dividono e ci distorcono.

E, ancora, l’opera “Webby’s Wonder World” di Nataliya Velykanova è un viaggio artistico dell’eccentrico mondo del Web: un’esperienza videoludica coinvolgente e divertente che mostra gli aspetti positivi del web ma anche i suoi lati oscuri.

Goliath: Playing with Reality di Barry Gene Murphy e May Abdalla, che propongono la storia vera di un uomo a cui viene diagnosticata la schizofrenia.  Trascorre molti anni  in un ospedale psichiatrico per lo più in isolamento. Quando esce trova la connessione giocando a giochi per computer multiplayer online.

Infine, tra gli artisti internazionali, Nikita Shokhov e Masha Vorslav con  “Dragzina”,  un’esperienza immersiva che sfida la nostra percezione dello spazio. La comunità LGBTQIA+ è spesso disorientata all’interno di spazi eteronormativi e questa performance di trascinamento olografico inverte quella dicotomia disorientando il pubblico. Nikita Shokhov è una regista che lavora nella realtà aumentata negli Stati Uniti. Studia la condizione umana nel XXI secolo attraverso tecnologie immersive e spingendosi oltre i confini dell’approccio documentaristico.