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FINALMENTE RIAPERTO AL PUBBLICO IL “ CARCER TULLIANUM “

carcer press1-1Dopo un lungo periodo di scavi e di lavori ha riaperto al pubblico il Carcer Tullianum, più noto ai romani con il nome di “ Carcere Mamertino “, monumento dell’età repubblicana di Roma che custodisce una grande ricchezza storica ed archeologica da più di tremila anni.

Il carcere che, mamertino02come è noto, si trova, al di sotto dell’attuale Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami e si affaccia sul Foro Romano, è tradizionalmente consociuto per essere stato luogo di detenzione di San Pietro il quale, allo scopo di battezzare gli altri reclusi ed anche i suoi carcerieri, utilizzò l’acqua di una fonte che una tradizione popolare vuole sia stata da lui stesso fatta scaturire in quel luogo: un  luogo quindi di particolare interesse storico, archeologico, religioso in grado di descrivere, grazie alle recenti indagini archeologiche, la sua storia, una storia legata a doppio filo alle origini di Roma ed ai suoi successivi trascorsi.

interno Tre campagne di indagini e di studi effettuate dalla Soprintendenza per il Colosseo e l’Area Archeologica Centrale di Roma, con l’ausilio dell’Opera Romana Pellegrinaggi hanno riportato alla luce resti murari di grande interesse e sepolture ad inumazione in grado di dimostrare, esse sole, il valore altamente simbolico dell’area; la presenza di una sorgente, denominata Tulliana, ed il rinvenimento di un deposito votivo custodito in una fossa scavata all’uopo in un blocco del pavimento antico sono il segno di una sacralizzazione dell’edificio che le fonti fanno risalire al re Servio Tullio; il luogo diviene così’ il passaggio, simbolico, dalla realtà sotterranea a quella sopra terra utilizzando l’acqua come elemento della natura.

Nella piccola fossa votiva scavata nel blocco del pavimento sono stati addirittura rinvenuti resti di ceramica, di animali, di vegetali che sembrerebbero deposti in segno rituale agli inizi del primo secolo d.C.: tali oggetti sono ora esposti nel museo; in particolare un limone, rinvenuto nello scavo del Tullianum, rappresenta il più antico esemplare rinvenuto in un contesto archeologico europeo che ha consentito di determinare come la provenienza dell’agrume non sia asiatica, come credevasi, ma europea.

foto_roma_077_carcere_mamertinoL’edificio nel quale sorge il carcere è il risultato di diversi interventi effettuati nel tempo e che hanno dato vita ad una struttura monumentale complessa: il carcere non fu un carcere per comuni detenuti ma il luogo nel quale rinchiudere i peggiori nemici di Roma; oltre a San Pietro sembra abbia ospitato il comandante dei Galli, Vercingetorige.

In età monarchica e repubblicana il complesso del Tullianum era parte integrante di quel Foro sul quale oggi si affaccia, e lo dominava, insieme alla Curia ( ove si riuniva il Senato ), ai Rostra ( le tribune dalle quali parlavano gli oratori ), alla Graecostasis ( il luogo ove venivano accolti gli ambasciatori ); verso la fine dell’età repubblicana il Carcere inglobò il Tullianum e quest’ultimo perse la sua originaria forma circolare; l’intero complesso in tal modo formatosi assunse quiondi l’aspetto di un vero e proprio monumento.

Successivamente , intorno al VII secolo d. C., il Carcer Tullianum assunse la funzione di luogo di culto sacro ai Cristiani: leggenda vuole che oltre a San Pietro anche l’Apostolo Paolo sia stato ivi detenuto: i recenti lavori hanno portato alla luce anche una cattedra, il seggio dell’officiante, dimostrando quindi che in epoca alto medievale il Tullianum era adibiti a chiesa.

lapide L’attuale sistemazione del luogo è opera della Congregazione dei Falegnami che dal 1540 lo prese in consegna e ne concluse i lavori nel 1663: ai primi del Novecento lo storico Antonio Munoz inizia ad effettuare scavi archeologici e dà vita ad una diversa sistemazione dell’area, molto più simile a quella attuale.

Alla cerimonia di riapertura del Carcer Tullianum hanno preso parte, tra gli altri, Mons. Liberio Andreatta, Vice Presidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi che ha rilevato come il luogo, oltre che essere stato tradizionalmente il luogo di detenzione dei San Pietro, è anche – attualmente – il luogo in cui è conservata una delle prime rappresentazioni della Madonna della Misericordia, affresco del XIII secolo.

Il Soprintendente per l’Area Archeologica Centrale di Roma, Francesco Prosperetti, ha evidenziato l’importanza del monumento per la vita culturale di Roma alla quale, per mezzo delle indagini archeologiche tanto genialmente condotte, è stata restituita l’immagine dell’intera storia di Roma.

sezioneUn efficace percorso multimediale, altamente tecnologico ed in 3D attraverso il quale è possibile vedere le ricostruzioni degli ambienti così come erano originariamente, aiuta il visitatore ad approfondire le notizie sulla recente campagna di scavi e sui ritrovamenti ad essa conseguenti.