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Fino al 20 gennaio il Festival di Danza Spagnola e Flamenco al’Auditorium Parco della Musica

Dallo scorso 10 gennaio scorre, all’Auditorium Parco della Musica, un fiume di ritmo, passione, musica e danza che il Ministero della Cultura spagnolo e l’Ambasciata di Spagna a Roma hanno organizzato, insieme alla Comunità Autonoma dell’Andalusia, patria del flamenco, con l’intento di diffondere se mai ve ne fosse ancora bisogno, la danza spagnola in generale ed il flamenco in particolare.

Il flamenco è il segno dell’espressione artistica dell’Andalusia e forma parte integrante e fondamentale di quella società, segno inteso come arte a carattere sociale, antropologico e culturale dell’anima di quel popolo tanto che la sua multidisciplinarietà è stata riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità.

Il flamenco non è soltanto il distintivo della ricchezza storica di quel paese ma ne costituisce  anche un suo patrimonio culturale che caratterizza l’Andalusia fuori delle sue frontiere, un patrimonio che le aziende andaluse di flamenco intendono trasferire al mondo quale segno distintivo di un tesoro che raccoglie in se musica e danza fondendoli in un unicum spettacolare, pieno di sensibilità e di passione.

La kermesse, che ha avuto inizio giovedì 10 gennaio con “ Siroco “, di Emilio Ochando, è continuata con “ Déja vu “, una esibizione assolutamente particolare  meravigliosamente interpretata, in prima assoluta,  da due artiste che hanno saputo rinnovare un incantesimo esprimendo per il pubblico presente la magia dell’assoluto sincronismo tra le loro anime  concretizzato con la fusione non tanto delle singole esibizioni ma quanto con l’armonia interpretativa che ha saputo descrivere sensualità, eleganza, rigore delle forme alle quali si sono- pur conferendo all’esibizione un loro particolare aspetto- attenute le due grandi interpreti: Belén Maya e Mayte Martin, la prima precorritrice del nuovo flamenco, quello di questo millennio, e la seconda, elegante cantante, serena, in grado di  conferire una immensa quantità di sfumature alla sua interpretazione; entrambe sapientemente accompagnate  da un eccezionale Alejandro Hurtado alla chitarra e da un bravissimo Chigo Fargas alle percussioni.

“ Flamenca’s Trio “ , in scena sabato 12 gennaio, è stato il trio che, composto dalla chitarrista Antonia Jimenez, dalla percussionista Nasrine Rahmani e dalla vocalist Naike Ponce, grandi interpreti di quell’arte jondo che intende rendere omaggio alla donna flamenca, ha saputo entusiasmare il pubblico dell’Auditorium con una clamorosa esibizione.

La esibizione al maschile della danza andalusa è stata invece affidata, la scorsa domenica 13, a due promettenti danzatori: El Yiyo e El Tete mentre per giovedi 17 sono in programma esibizioni di giovani talenti, coreografi e danzatori emergenti, del nuovo ballet flamenco che rispondono ai nomi di Selene Munoz, Christian Martin, Albert Hernandez Lledò e Irene Tena.

I nuovi talenti del ballet flamenco Selene Munoz, Cristian Martin, Albert Hernandez Lledo e Irene Tena saranni protagonisti, giovedi 17, di una serie di esibizioni attraverso le quali intendono perseguire lo scopo di approfondire una ricerca artistica attesa la loro forte inquietudine creativa

Il Festival prosegue sabato 19 con il Balletto Flamenco di Jesu Carmona, uno dei maggiori esponenti dell’attuale scena flamenca, che si esibirà in “ Impetu’s “, manifesto dell’arte del ballerino catalano accompagnato da un quintetto di strumentisti.

Chiusura alla grande domenica 20 gennaio con una ensemble in grado di mescolare stili musicali diversi accomunati nel flamenco, la “Camerata Flamenco Project”, che accompagnata dalla danzatrice Anabel Veloso presenterà “ El Amor Bruji” del grande Manuel De Falla.