Home News “Generazione Diabolika”: Vladimir Luxuria e compagni ri-conquistano l’Italia con questo docufilm

“Generazione Diabolika”: Vladimir Luxuria e compagni ri-conquistano l’Italia con questo docufilm

Première – Generazione Diabolika

Roma, Palermo, Napoli e tante altre città ancora: dall’anteprima al Multisala Barberini del 10 giugno scorso ne sta facendo, di strada, “Generazione Diabolika”, il docufilm che Silvio Laccetti ha scritto, diretto e co-prodotto assieme a Giuseppe Di Renzo e Gianmarco Capri. Girato tra settembre 2017 e marzo 2018, ripercorre in 70 minuti un’avventura durata più di un decennio, dalla fine degli anni novanta ai dieci del Duemila, quando un nuovo modo di concepire la notte si diffuse dalla periferia romana in tutta Europa, portando nelle discoteche alcuni tra i dj e i vocalist più acclamati dell’epoca, accolti come star internazionali: Emanuele Inglese, Luigi “D-Lewis” Di Filippo, Paolo Bolognesi, Emix, Simone Lp, Henry Pass, Vladimir Luxuria, Fabrizio De Meis, Stefano Santacruz e Lou Belluci. Il docufilm comincia proprio a pochi giorni dall’improvvisa morte di quest’ultimo (15 settembre 2017).

A metà degli anni novanta, Vladimir Luxuria, regina del Muccassassina, scoprì il talento di Emanuele Inglese, uno dei dj che ha reso grande un evento poi divenuto fenomeno di costume e vero e proprio format, unico concept house made in Italy esportato all’estero. Le sonorità della tech-house si uniscono nel film alle interviste ai protagonisti e a immagini inedite delle serate più trasgressive alla discoteca NRG di Ciampino, preziosi tasselli del complesso mosaico della società italiana di quel decennio.

«Mordi la mela, perché si vive meglio», parole d’ordine: euforia, libertà, trasgressione senza limiti. Diabolika ha tracciato il modello di divertimento della serata in discoteca, ballare musica (elettronica e non solo) senza preoccuparsi del domani. Laccetti fa riaffiorare le caratteristiche di quel periodo, ancora lontano dall’epidemia-social, con cellulari impiegati esclusivamente per chiamate ed sms e media tradizionali ancora predominanti sulla Rete. Co-protagonista assoluta la radio: dalla partnership con l’emittente M2O e le sue dirette del sabato notte, Diabolika ricevette la spinta per valicare il Grande Raccordo Anulare, “contagiare” l’Italia intera e spingersi oltre, fino allo Space di Ibiza.

A raccontare questo fenomeno sono proprio coloro che l’hanno vissuto in prima persona e che ne hanno decretato il successo: dai primi passi nel mondo dello showbiz alla consacrazione globale, dalle serate sold-out alla selezione dei locali, fino all’affiorare di quei dissidi interni che, assieme al graduale cambiamento di gusti e abitudini del popolo della notte e alle campagne mediatiche centrate sul connubio droga & discoteca, hanno portato alla chiusura di Diabolika.

Che “riapre” adesso con questo docufilm, rivolto ai nostalgici frequentatori di quelle notti insonni ma anche a chi è venuto dopo e desidera allargare i propri orizzonti immergendosi in quelle irripetibili atmosfere

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Massimo Nardin è Dottore di ricerca in Scienze della comunicazione e organizzazioni complesse, docente universitario presso l'Università LUMSA di Roma e l'Università degli Studi Roma Tre, diplomato in Fotografia allo IED Istituto Europeo di Design di Roma, giornalista pubblicista, critico cinematografico, sceneggiatore e regista. È redattore capo della sezione Cinema della rivista on-line “Il profumo della dolce vita” e membro del comitato di redazione di “Cabiria. Studi di cinema - Ciemme nuova serie”, quadrimestrale del Cinit Cineforum Italiano edito da Il Geko Edizioni (Avegno, GE). È membro della Giuria di “Sorriso diverso”, premio di critica sociale della Mostra del Cinema di Venezia, e del Festival internazionale del film corto “Tulipani di seta nera”. Oltre a numerosi saggi e articoli sul cinema e le nuove tecnologie, ha pubblicato finora tre libri: “Evocare l'inatteso. Lo sguardo trasfigurante nel cinema di Andrej Tarkovskij” (ANCCI, Roma 2002 - Menzione speciale al “Premio Diego Fabbri 2003”), “Il cinema e le Muse. Dalla scrittura al digitale” (Aracne, Roma 2006) e “Il giuda digitale. Il cinema del futuro dalle ceneri del passato” (Carocci, Roma 2008). Ha scritto e diretto diversi cortometraggi ed è autore di due progetti originali per lungometraggio di finzione: “Transilvaniaburg” e “La bambina di Chernobyl”, quest'ultimo scritto assieme a Luca Caprara. “Transilvaniaburg” ha vinto il “Premio internazionale di sceneggiatura Salvatore Quasimodo” (2007) e nel 2010 è stato ammesso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al contributo per lo sviluppo di progetti di lungometraggio tratti da sceneggiature originali; nell'autunno 2020, il MiBACT ha ammesso “La bambina di Chernobyl” al contributo per la scrittura di opere cinematografiche di lungometraggio.