Home Primo Piano I supereroi umanizzati di “Eternals” conquistano il botteghino, convincono solo in parte

I supereroi umanizzati di “Eternals” conquistano il botteghino, convincono solo in parte

I supereroi umanizzati di “Eternals” conquistano il botteghino, convincono solo in parte

Recensione di Eugenio Fatigante

I supereroi sono tornati. E, soprattutto, sono più umani del solito. Ruota attorno a questo schema il senso di “Eternals”, film scritto da Chloé Zhao, premio Oscar per “Nomadland” inevitabilmente attratta dal “sistema Hollywood” e, in particolare, dall’universo Marvel per questa produzione che sta sbancando i botteghini (già quasi 5 milioni d’incassi in Italia). Di scena sono gli Eterni, una razza aliena immortale creata dai Celestiali, che hanno vissuto in segreto, ciascuno per conto proprio, per oltre 7mila anni fra gli umani allo scopo di proteggerli dai “cattivi”, i Devianti. Ora costretti a radunarsi tutti insieme per fronteggiare, ovviamente, una nuova minaccia.

Il film inizia con un prologo di scritte che scorrono a spiegare l’antefatto, in stile “Guerre stellari”: una pietra di paragone ambiziosa che, al di là della tara dei 150 minuti di durata, alla lunga non regge nel complesso per una pellicola che può pur accontentare gli appassionati del genere. Tipico film da blockbuster, “Eternals” lascia la sensazione di un esperimento a metà. Analizzando il mondo delle figure – gli Eterni, appunto – create nel 1976 dal fumettista Jack Kirby, si concentra su ben 10 personaggi per offrire un caleidoscopio che smaccatamente vuol strizzare l’occhio a tutte le fasce di pubblico possibili in chiave planetaria, radunando il cast più internazionale di sempre nell’universo Marvel e puntando sui temi dell’inclusione sociale, come una grande famiglia multi-funzionale: ecco così il primo supereroe indiano, Kingo (anche il più ironico, che si è integrato nel mondo dello spettacolo, dove lavora); il primo eroe sordo; quello rimasto dietro un aspetto da adolescente, che costituisce il suo cruccio davvero eterno; e c’è anche il primo supereroe dichiaratamente gay nella sua vita quotidiana. L’intento vuol essere anche quello di offrire una gamma degli aspetti più umani, e in alcuni casi più deboli, di questi personaggi integratisi da millenni sulla Terra, fra contraddizioni e sensi di colpa, in modo da avvicinare a essi l’animo degli spettatori. Un intento evidente in particolare nei personaggi di Ajak (Salma Hayek), la leader spirituale del gruppo; di Thena, una Angelina Jolie, tornata per l’occasione con la chioma bionda, la cui espressione monocorde va qui forse al di là di quanto richiesto dal personaggio; e di Sersi (Gemma Chan) e Ikaris (Richard Madden) che vivono, per quanto possibile, una loro storia d’amore. Nello sviscerare questi propositi la pellicola, pur risentendo dell’innegabile sapienza tecnica della regista, soffre così di alcune pecche: da un lato una presenza limitata delle scene d’azione, che scontenterà quanti in questi movies cercano soprattutto questo; dall’altro un eccesso didascalico nel dipanare le storie individuali e quella collettiva. Un film senz’altro innovativo, dunque, anche se non raggiunge l’epopea dei capolavori del genere. I produttori, però, si consoleranno certo con gli incassi. In attesa delle prossime puntate.

Di seguito Uno spettacolo di luci per il lancio a Roma di Eternals