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James Senese, napoletano con la pelle nera e l’amarezza di Pino Daniele

James Senese al backstage del concerto del 1°maggio Ph. Elena Mattirolo
James Senese al backstage del concerto del 1°maggio Ph. Elena Mattirolo
James Senese al backstage del concerto del 1°maggio Ph. Elena Mattirolo

Non ha bisogno certo di presentazioni James Senese, musicista storico di “Napoli Centrale”, che torna sul palco del concerto del 1° maggio con la sua band che ha mosso i primi passi ben 40 anni fa, e che ha visto il debutto musicale del grande Pino Daniele. Un ritorno emozionante per James Senese, che finalmente è “figlio di Napoli”, ci spiega: dopo 40 anni di musica Jazz i napoletani mi riconoscono come uno dei suoi figli, nonostante la pelle nera. Inevitabile parlare con James del suo rapporto con Pino Daniele che per lui è stato un “padre, nonostante fosse più giovane di me…Ci sentivamo venti volte in un mese, era un rapporto d’amore, più di un’amicizia. Con me si confidava”. Forse proprio per la grande emozione, non sarà Senese con “Napoli Centrale” a ricordare sul palco in piazza San Giovanni, l’artista scomparso troppo presto dal mondo. Anche di questo ci racconta James dal backstage del palco, mentre in sottofondo suonano le note degli artisti per le prove generali, il giorno prima del grande evento condotto dall’energica Camila Raznovich.

Un napoletano con la pelle nera, ci racconti?

Dopo quaranta anni di musica a Napoli, finalmente Napoli mi accoglie come un suo figlio!
Vi racconto un aneddoto divertente e significativo: Il mio primo concerto nella galleria Umberto I, a via Toledo, dopo aver suonato per due ore con “Napoli Centrale”, si avvicinano un po’ di fan…Ero contento, poi uno di loro si avvicina e mi chiede: “ce la canti una canzone in napoletano?”. Capisco che è strano vedere uno con la pelle nera che canta in napoletano…

La tua storica amicizia con Pino Daniele, che ricordi hai di Pino?

Non ho ricordi, la nostra era più di un’amicizia, era un amore. Nonostante fosse più giovane di me è stato come un padre. Ci sentivamo venti volte in un mese, si confidava con me…

Come viveva Pino i suoi problemi di salute?
Non ci pensava, avendo superato tanti momenti difficili, scampando alla morte tante volte, non pensava che un giorno potesse essere fatale. Non si è riguardato anche per le pressioni delle persone che gli erano intorno…era costretto a lavorare.

Ha suonato persino a Courmayeur per il capodanno e poi…

Stava male, la sua sofferenza più grande però erano le pressioni delle persone vicine, non posso aggiungere molto, solo che era amareggiato e non si fermava, non si poteva fermare.

Avevate un rapporto speciale, avete suonato insieme infinite volte…

Pino ha iniziato a suonare con me con “Napoli Centrale”, poi è diventato Pino Daniele. Ha avuto sempre grande riconoscenza, non mi ha mai abbandonato, non ci siamo mai lasciati.

Rossella Smiraglia