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Klaus, il film di Natale di Netflix disponibile dal 15 novembre

Klaus, il film di Natale targato Netflix. Con le voci di Marco Mengoni, Carla Signoris, Francesco Pannofino, Neri Marcorè e Ambra Angiolini

Una buona azione ne ispira sempre un’altra, anche in un luogo lontano e ghiacciato. Il nuovo postino di Smeerensburg Jesper (Marco Mengoni) fa amicizia con il giocattolaio Klaus (Francesco Pannofino). Con i loro doni i due risolvono una vecchia faida dando il via a una valanga di tradizioni natalizie.

Jesper (Marco Mengoni) si distingue alla Regia Accademia Postale come peggior studente e viene mandato in servizio in un’isola ghiacciata oltre il circolo polare artico, dove i litigiosi abitanti si parlano molto di rado e si scrivono ancora meno. Jesper sta per gettare la spugna quando trovo un’alleata in Alva (Ambra Angiolini), un’insegnante locale, e conosce Klaus (Francesco Pannofino), un misterioso falegname che vive da solo in una casetta piena di giocattoli fatti a mano. Queste improbabili amicizie faranno tornare il buonumore a Smeerensburg, generando nuove abitudini caratterizzate da vicini generosi, tradizioni magiche e calze appese al camino con trepidazione. KLAUS è una commedia natalizia animata diretta dal co-ideatore di ​Cattivissimo me Sergio Pablos e ha come protagonisti personaggi con le voci di Marco Mengoni, Francesco Pannofino, Ambra Angiolini, Neri Marcorè e Carla Signoris.

Nella versione originale Jesper è Jason Schwartzman, Klaus è J.K. Simmons, Alva è Rashida Jones, Norm Macdonald è Mogens, ed infine Joan Cusack è la signora Krum.

Il primo film animato di Netflix, KLAUS, sarà disponibile in tutto il mondo il 15 novembre, due settimane in anticipo rispetto a ​Dov’è il mio corpo ​ (​J’ai perdu mon corps ​ ), del regista Jérémy Clapin, vincitore a Cannes del Gran Premio della Settimana Internazionale della Critica. L’offerta di titoli di animazione dello studio per il 2020 include ​I Willoughbys di ​Kris Pearn e Over the Moon di Glen Keane. Nella lista dei titoli in arrivo a partire dal 2021 figurano, tra gli altri, ​Wendell & Wild di Henry Selick, ​Pinocchio di Guillermo del Toro e ​My Father’s Dragon di Nora Twomey.

UN DESIDERIO CHE SI È AVVERATO​ ​❄

L’abilità di disegnatore e le idee di Sergio Pablos hanno influenzato il cinema di animazione per quasi trent’anni. Prima di essere co-ideatore di ​Cattivissimo me ​ , ha lavorato come animatore (​Hercules ​ ), animatore supervisore (​Tarzan, Il pianeta del tesoro) e character designer (​Rio ​ ), prestando la sua maestria anche a classici Disney come ​Il gobbo di Notre Dame ​ . Dopo aver vissuto gran parte della sua vita professionale all’estero, Pablos ritorna a Madrid insieme alla moglie Marisa Román, affermata responsabile delle comunicazioni per Disney, per creare e sostenere l’industria locale con la fondazione nel 2004 di The Sergio Pablos Animation (SPA) Studios.

Eppure fino a poco tempo fa la regia di un lungometraggio rimaneva per lui un obiettivo sfuggente. “Aiutavo sempre qualcun altro a raccontare la sua storia”, ricorda Pablos, CEO e direttore creativo di SPA Studios. “Quando ho iniziato a lavorare alla realizzazione di film, spesso i progetti che ideavo venivano completati da altri.”
Poi è arrivato ​KLAUS ​ .

CHI BEN COMINCIA: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI​ ​

Come Babbo Natale, nel 2010 Pablos ha redatto una lista. Ispirato da film come ​Batman Begin ​ s, ha capito l’importanza per il pubblico moderno dell’esplorazione delle origini di un personaggio di grande influenza da mettere in pratica come espediente narrativo. Ha buttato giù dei nomi storici e letterari, da Dracula a Napoleone, fino al portatore di doni più allegro al mondo. “Mi sono detto: ‘Lascia perdere’. Perché la storia che mi era venuta in mente per lui era veramente melensa”, ammette Pablos. “Però non riuscivo a togliermi dalla testa che c’era qualcosa da approfondire.”
Pablos ha voluto scoprire l’uomo reale dietro la mitologia natalizia. ​Quali esperienze l’avevano formato ​ ? Come interagiva con la sua comunità? E ha cercato spiegazioni concrete per il volo delle renne e le discese nel camino.
“Il film non è prettamente sul Natale e Babbo Natale”, afferma​il produttore Matt Teevan (​Chi ha incastrato Roger Rabbit, Il principe d’Egitto ​ e​Gnomeo e Giulietta ​ ). “Fa un determinato percorso prima di arrivarci. Come se qualcuno ti dicesse: ‘Siediti, adesso ti racconto una bella storia.
Ascoltala con calma e non te ne pentirai.’ Questa sicurezza narrativa è qualcosa di veramente nuovo e stimolante.”
Anche Jason Schwartzman​, uno degli ideatori di​Mozart in the Jungle ​ e co-sceneggiatore di due film di Wes Anderson, ha riconosciuto la finezza con cui Pablos costruisce mondi e delinea linee narrative. ​“​Mi piace il fatto che prende la magia e lo stupore del Natale e li inserisce in una storia nuova di zecca, con nuovi personaggi e un nuovo mito che assomiglia alla vita reale, ma ambientato in un mondo immaginario”, afferma l’artista.

Il postino (con la voce di Schwartzman nella versione originale, e di Marco Mengoni in quella italiana), Jesper, inventa ed esagera la tradizione natalizia per incoraggiare gli abitanti a scrivere più lettere. ​Ad esempio, quando deve giustificare il carbone lasciato nella calza di un giovane bullo, Jesper suggerisce che sia il suo partner giocattolaio Klaus (J.K. Simmons) a tenere traccia dei bambini “buoni” e di quelli “cattivi”. “In questo film molti luoghi comuni natalizi dal sapore magico vengono spiegati nel loro aspetto pratico”, indica Schwartzman. “Il racconto parte da situazioni pratiche per poi assumere un carattere sempre più fatato.”

Con calma, Pablos ha lavorato alla proposta di un film ambientato nel 18º secolo. La località principale, Smeerensburg, fa il verso a Smeerenburg, un vero insediamento di balenieri danesi e olandesi dei primi anni del Seicento. “​Un tempo era un luogo prosperoso, ora è solo un ammasso di rocce”, dichiara Pablos.

Come abitanti di una società in declino al di là del circolo polare artico, Pablos ha ideato due famiglie estese, gli Ellingboe e i Krum, che mantengono viva la loro discordia per onore della tradizione. Tale atteggiamento divisorio ha subito ricordato qualcosa al character designer Torsten Schrank, cresciuto a Berlino Ovest completamente separato dai suoi compatrioti dell’Est.

Insieme a Schrank, Pablos ha aggiunto all’“irrazionale” rivalità di Smeerensburg un tocco giocoso. “In un certo senso sono come i tifosi del calcio. ​È incredibile pensare che l’umore di qualcuno venga influenzato dalla vittoria di 11 giocatori in qualche parte del mondo”, afferma Pablos a proposito dei clan dominanti che vedono come una minaccia l’arrivo a Smeerensburg degli atti di bontà.
Proprio come una squadra sportiva, ogni famiglia indossa colori specifici (​rosso e arancione opposti a blu e grigio) e mette in moto diverse sequenze d’azione del film.​In un caso, colti tra gli agguati delle opposte fazioni, Jesper e Klaus devono evitare un enorme masso mentre un albero sta per cadere sulle loro teste. Si salvano in extremis mentre la carrozza si frantuma in aria.

Sapendo che Klaus sarebbe stato un simbolo di altruismo nonché catalizzatore di bontà, Pablos ha deciso di accoppiarlo a qualcuno “che aveva bisogno di imparare una lezione”. Postino svogliato di seconda generazione, Jesper viene mandato a Smeerensburg per un anno con il compito di consegnare 6.000 lettere. Questo è solo il primo degli ostacoli che deve affrontare. Abbandonate le calde lenzuola e il caffè fumante, Jesper è il surrogato degli spettatori, allibito dalle ostilità cittadine (e dalla scarsità dei colleghi) che lo circondano.

È anche un manipolatore, che inizialmente socializza con Klaus solo per avere accesso a un magazzino di giocattoli fatti a mano. Eppure, attraverso una serie di atti egoistici, Jesper, nelle parole di Pablos, “​inavvertitamente crea la leggenda di Babbo Natale. Jesper non si rende conto che sta trasformando la cittadina. E infine quella stessa energia trasforma anche lui facendogli capire che c’è di più nel dare che nel ricevere. È questa l’ironia che mi ha attirato e mi ha fatto decidere: ​Facciamone un film ​ ”.

“Spero che il pubblico legga bene i titoli di coda per capire quante persone occorrono per realizzare questo tipo di film”, dichiara Simmons. “Il talento di tutti questi artisti visivi è veramente incredibile. Il tempo che gli attori dedicano al film è una frazione infinitesimale rispetto a quello richiesto a creatori e animatori. In pratica per fare il film ci vuole il lavoro di un intero villaggio.”

A parte aiutare Pablos a raccontare un storia senza tempo destinata agli abbonati Netflix di oltre 190 paesi, gli artisti hanno avuto la rara opportunità di realizzare un film importante con animazione disegnata a mano. L’ultima opera simile è stata​La principessa e il ranocchio (2009) di Disney. “Mentre sceglievamo gli animatori, i candidati erano veramente entusiasti: ‘Oh mio Dio, possiamo disegnare? Sul serio?’”, ricorda Román. Gli artisti dei diversi reparti hanno disegnato su tablet digitali, utilizzando Harmony di ToonBoom come strumento principale per realizzare ogni fotogramma della ricercata animazione. È stata anche istituita una partnership strategica tra SPA Studios e ToonBoom per consentire aggiornamenti dinamici e personalizzazione del software. Gli artisti non solo hanno disegnato i soggetti, ma hanno anche colorato a mano tutti i 3.160 layout di scena.

I lungometraggi CGI animati sono arrivati negli anni ’90, sbancando il botteghino e ridelineando l’innovazione nel campo dei cartoni animati. Da allora i lungometraggi animati di Hollywood disegnati a mano sono diventati “quasi un’arte perduta”, ammette Gotoh​. Eppure, Pablos ha sempre creduto nell’evoluzione dello stile classico ​e si è chiesto: “Se non ci fosse stato il CGI, dove saremmo arrivati con l’animazione tradizionale?”

Rivedendo tale metodo, in uso oramai da 85 anni, ha identificato alcune limitazioni tecniche che ostacolavano la linea narrativa. ​“​Con il metodo tradizionale l’animazione dei personaggi è una matrice piatta posizionata sopra uno sfondo completamente renderizzato, spesso senza una perfetta corrispondenza”, spiega Marcin Jakubowski, membro del team di scenografia insieme a Szymon Biernacki, polacco come lui.
È cominciata quindi la ricerca e lo sviluppo di ​strumenti di illuminazione personalizzati che potessero dare ai personaggi gli stessi volumi e le texture dell’ambiente circostante. Dopo aver sviluppato e testato con successo il sistema rudimentale di illuminazione usato nella verifica concettuale originale, i realizzatori hanno chiesto all’azienda francese di Angoulême “Les Films du Poisson Rouge” di considerare la possibilità di adattare il suo software proprietario per ottimizzare il processo e renderlo utilizzabile per la produzione di un lungometraggio. Anaël

DONI E NOTE: MUSICA E FORME DI ​ K L A U S ​

L’ambientazione di Smeerensburg mescola paesaggi e architetture chi si trovano in Norvegia, Svezia e Islanda. “È un luogo che deve risultare ostico per Jesper”, chiarisce lo scenografo Biernacki. “Siamo partiti dagli elementi di riferimento di quei paesi e cercato di enfatizzarli per creare un ambiente dall’aspetto ostile. Le case hanno un’unica forma primitiva: una scatola con un tetto triangolare sopra. Sembrano instabili, con assi di legno poggiate su rocce, neve e poca vegetazione. Tutto ha un aspetto traballante. Abbiamo cercato di evitare linee parallele; abbiamo usato molte diagonali, molti triangoli e forme appuntite per sottolineare la mancanza di comodità per il personaggio.”

Ogni sfondo chiave del film è stato considerato come elemento dotato di personalità e arco narrativo. “Alla fine Smeerensburg diventa questo bel villaggio scandinavo, con quattro colori e un’atmosfera piacevole”, afferma Biernacki.

La casetta di Klaus, invece, è perfettamente adattata alla fisicità del falegname. “Klaus è enorme e ha un baricentro molto basso”, spiega Biernacki. “Con lui volevamo invertire il trend di Smeerensburg e creare un’abitazione di aspetto stabile con solide fondamenta. È travolgente, è grande e fa sempre parte di Smeerensburg. Con l’evolversi di Jesper e Klaus, anche questo luogo subisce una piccola trasformazione​, in particolare di colori e luci.” Quando Jesper infine collega Klaus al Natale, la casa del falegname fa sentire il postino “sicuro, con uno scopo nella vita.”
A completare l’ambientazione di ​KLAUS c’è la colonna sonora di Alfonso G. Aguilar, madrileno come Pablos. Dopo essersi conosciuti grazie a un’amicizia comune, hanno cominciato a discutere del progetto cinque anni fa, prima che esistesse un copione. “Gli ho detto: ‘Voglio collaborare a questo film’”, dice Aguilar. “‘Non mi importa se è il prossimo anno o fra tre anni. Non mi importa dei soldi. Non mi importa del budget. Semplicemente adoro quello che stai creando.’ Sergio è un genio.”

Dopo quella prima conversazione, Aguilar si è messo al pianoforte e ha scritto la canzone “A Story About Letters”, che poi si è trasformata nel brano iniziale. Per arrivare ai 66 minuti usati nel film, il compositore ha scritto dalle sette alle otto ore di musica. Tra queste ci sono 89 spezzoni musicali originali, alcuni dei quali hanno richiesto una trentina di revisioni prima di arrivare alla versione giusta. Considerando gli strumentisti, i produttori, gli arrangiatori e i montatori, il team musicale di ​KLAUS ​ comprende oltre 300 individui.

“Questo film è cresciuto un giorno dopo l’altro, come un bambino”, fa notare Aguilar. “Ogni volta che ricevevo una nuova versione animatic, vedevo nuove cose, nuovi colori, nuove animazioni e mi venivano nuove idee.”
Ogni personaggio principale di​KLAUS subisce una trasformazione. “Jesper vede i cambiamenti ottenuti, il buono che ha fatto e il male che ha causato quando non è stato onesto”, afferma Schwartzman. “Improvvisamente il mio personaggio giunge a questa conclusione: ​Devo cambiare i miei comportamenti e aprire il mio cuore. ​ ” Così Aguilar ha voluto rendere ogni tema musicale adattabile ai luoghi e agli abitanti. “La sfida era trovare melodie uniche per ogni personaggio che fossero riconoscibili al primo ascolto”, afferma il compositore. Lo stesso set di note doveva essere in grado di suscitare nel pubblico emozioni diverse a seconda dell’azione associata a una particolare musica d’entrata.

La star svedese Zara Larsson interpreta la canzone originale del film, “Invisible”. L’autore candidato ai Golden Globe Justin Tranter (​Ferdinand ​ ) ha scritto le parole insieme a Jussi Ilmari Karvinen​, produttore che ha lavorato con Kelly Clarkson e Bebe Rexha, e a Caroline Pennell, ex finalista di ​The Voice ​ . È stata registrata una versione pop per le radio, mentre Aguilar ha scritto la ballata che appare nel film,​inserendo umili note di pianoforte ed echi di fiati giocosi nel suono riverberante dei 126 strumentisti dell’Orchestra Sinfonica di Vienna.

“Ero io a condurre l’orchestra, è una canzone che sento mia”, ammette Aguilar. “Volevo esserne parte integrante.”

L’interpretazione effervescente di Larsson fa ritornare tutti bambini. Nell’intima scena tra Alva, Margu e Jesper, il ritornello “​The greatest things you’ll ever know/they are invisible” (le cose migliori che imparerai sono invisibili) riprende l’idea di ciò che il protagonista sta imparando a proposito di amicizia, gioia, amore e bontà.

ALLA SCOPERTA DI UNA LEGGENDA NATALIZIA​ ​

Nel bel mezzo del subbuglio di Smeerensburg​, dove a ogni tocco della campana di battaglia segue un colpo di cannone, ​Jesper, Klaus e Alva condividono il desiderio intrinseco di trovare una famiglia. ​“È un’esperienza incredibile poter trascorrere la tua intera esistenza in un luogo, per poi andare via, incontrare tanta gente e vedere che la tua mente si apre”, spiega Biernacki. Questa affermazione potrebbe essere ispirata dalla trama centrale del film, ma in realtà fa riferimento all’esperienza di ​KLAUS ​ vissuta alla SPA Studios. Biernacki aggiunge: “Credo che ogni persona che ho incontrato qui resterà mia amica per tutta la vita.”

Gli artisti hanno sviluppato un forte cameratismo perché, grazie ai pareri e alle verifiche incrociate, agivano da gruppo di controllo uno dell’altro. ​“Dal punto di vista creativo è stato incredibile”, ammette Pablos. “Netflix ci ha detto: ​‘Fateci sapere se avete bisogno di aiuto’, e ci ha dato la più assoluta libertà, una cosa che in pratica non succede mai.”

Intersecando diversi generi, la troupe ha creato un’epopea accattivante che porta lontano. “Il film ha il giusto equilibrio di dramma e commedia, e Sergio ha spinto per far sì che la storia fosse universale”, dichiara Jakubowski. “Spero non diventi solo un classico del periodo natalizio. Credo che ci siano tutti gli ingredienti per far sì che il film si trasformi in un classico tout court.”
Schwartzman prevede che le famiglie di tutti gli angoli del mondo “vorranno vedere​Klaus ​ mille volte. Al centro del film c’è lo spirito del Natale, vale a dire pensare a qualcun altro prima che a se stessi, diffondere amore e considerare gli effetti che possiamo avere sugli altri.” Poi conclude: “Alla fine del film credo ti venga una gran voglia di fare dei regali.”

DESCRIZIONI DEI PERSONAGGI​ ​

Jesper ​Johansson​ ​(Marco Mengoni) Jesper è troppo indulgente con se stesso per accollarsi gli affari di famiglia, vale a dire consegnare la posta. Quando il padre lo spedisce a Smeerensburg, lui cerca di far sì che il servizio postale entri a regime quanto prima, in modo da poter tornare subito a casa. Tuttavia, mentre sull’isola viene risolta una rivalità locale, il legame con Klaus, Alva e Margu è tale da convincerlo a rimanere.
Klaus​ (Francesco Pannofino) Klaus è da tempo isolato dalla società con un mantello e una casetta come rifugio. Aiutando Jesper, però, rientra lentamente nel mondo di Smeerensburg. La loro amicizia è una sorpresa per entrambi​. Si incontrano quando Jesper entra in punta di piedi nella casa di Klaus. ​Abile falegname e giocattolaio, Klaus ritrova la gioia creando regali per bambini e bambine.
Alva​ (Ambra Angiolini)

Alva è arrivata a Smeerensburg cinque anni prima, felice di poter incontrare i suoi primi studenti. Quando nessun bambino si presenta alle sue lezioni, decide di prendere in mano il proprio destino e converte la sua casa-scuola in una pescheria, imparando da sola un mestiere nuovo e difficile. Mentre accantona i risparmi, Alva progetta la sua prossima avventura in un’aula lontana.
Signora Krum​ (Carla Signoris) ​e signor Ellingboe Lei prende le decisioni per la famiglia Krum mentre lui è a capo dei loro arcinemici, gli Ellingboe. Questi scontrosi leader vogliono difendere a spada tratta la tradizione, sostenendo qualsiasi idea che possa dare fastidio all’altra fazione. Ma quando le buone azioni di Jesper e Klaus minacciano di porre fine alle ostilità, la signora Krum e il signor Ellingboe considerano una nuova strategia.
Mogens​ (Neri Marcorè) Mordace traghettatore, Mogens ha condotto vari postini sulle rive ghiacciate di Smeerensburg, e tutti sono se la sono data a gambe. Come burlone locale ha incoraggiato Jesper a suonare la campana di battaglia e a entrare nella proprietà di Klaus, ogni volta creando puro caos. Mogens si preoccupa solo di mangiare e dormire, ignorando le ultime peripezie dei Krum e degli Ellingboe.

Margu Questa bambina fa parte di una tribù indigena che vive sull’isola. Quando Jesper si sente solo, ​Margu lo segue chiacchierando senza sosta in dialetto Saami, fino a diventare la sua piccola confidente. Malgrado la barriera linguistica, Margu consolida i legami tra i personaggi principali aiutandoli a instaurare una vera comunicazione.
Padre orgoglioso e tutto d’un pezzo di Jesper, ​il direttore generale delle poste ​Johansen ha dedicato tutta la vita al servizio postale, consegnando lettere tra neve e ghiaccio prima di diventare dirigente. Quando il figlio non dimostra alcun interesse nel seguire le orme paterne, ci resta male e lo manda via. Mentre il figlio deve affrontare una grande sfida al nord, il direttore generale delle poste ha il tempo di capire che Jesper è in grado di prendere da solo le decisioni che lo riguardano.