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“ La bambina che non voleva cantare “: Rai 1 in prima serata , mercoledi 10 marzo

E’ la storia, densa di malinconia ma non scevra da una latente felicità, di un mito della canzone italiana che, iniziato alla fine degli anni sessanta, è e resta tutt’ora una leggenda nella storia delle musica italiana e non solo e che esce pressoché in concomitanza con il Festiva di Sanremo.

E’ un film realizzato per la televisione che la regista Costanza Quatriglio ha illustrato stamane nel corso in conferenza stampa alla quale hanno partecipato i principali interpreti della pellicola liberamente ispirata a Nada Malanima, mito italiano, toscano, che, tratta dal suo libro “ Il mio cuore umano “, racconta non solo gli esordi della sua carriera luminosa ma che descrive anche e soprattutto i suoi intimi sentimenti, le motivazioni, le ferite sopportate e il coraggio che hanno spinto “la bambina che non voleva cantare” a diventare un personaggio di riferimento della musica italiana.

Interpreti della bella storia che la regista Costanza Quatriglio ha illustrato alla stampa  sono Carolina Crescentini, Sergio Albelli, Paolo Calabresi, Tecla Insolia, Giulietta Rebeggiani, Massimo Poggio, Paola Minaccioni e Nunzia Schiano nel ruolo di Nonna Mora, quest’ultimo personaggio ispiratrice e trait d’union della catena costituita da nonna, madre e nipote diventata celebre grazie anche all’educazione familiare da lei tramandatale nel tempo.

Nada Malanima: il suo universo è composto da nonna Mora, dalla sorella Miria, dal babbo Gino, un uomo buono e silenzioso, e dalla mamma Viviana, spesso preda di forti depressioni che la tengono lontana dalla figlia e dal mondo.

Altro importante personaggio della storia narrata è suor Margherita, che scopre il talento di Nada per il canto e che riesce a convincere la timorosa bambina del talento che la sua originalissima voce rappresenta: Nada aderisce alla insistenze di suor Margherita e si convince che solo la sua voce prodigiosa ha il potere di far guarire la mamma.

Tra la speranza, forse illusoria, di veder la madre finalmente felice e la paura che la malattia si possa riaffacciare all’orizzonte, Nada cresce accettando ciò che la mamma desidera per lei: il successo, un giusto riconoscimento alle sue doti canore per far si che l’innata forza interiore della bimba possa sopravvivere persino alle sue stesse paure nella convinzione che tutti scopriranno presto la voce unica di quella “ bambina che non voleva cantare”

Parte assai importante riveste nel complesso del racconto è la figura di Leonildo, il maestro di canto: un uomo buono, romanticamente simpatico, appassionato di Mina, che con il suo cuore sensibile, accoglie la piccola Nada alle lezioni di canto dannandosi per i dispetti di quella bambina dalla voce prodigiosa che non vuol cantare.

Insegnandole canzoni d’amore, con il passare degli anni, il maestro instaura con la sua allieva un dialogo struggente sul significato dell’amore romantico.

Il film riesce a riunire la favola dell’infanzia con la musica, i personaggi lievi e vitali insieme con i lati più oscuri dell’animo umano, la potenza del talento e della vocazione con le paure più segrete dell’infanzia: il timore dell’abbandono, di non essere amati abbastanza, della morte dei genitori.

Attraverso i testi che parlano di sentimenti, il film è anche un viaggio nella canzone italiana di quegli anni. Mina, Vanoni, Paoli, Claudio Villa: la musica ci ricorda chi siamo e da dove veniamo, facendoci immergere nella nostra tradizione e nel nostro immaginario.

In tal modo, se il racconto dell’infanzia ha il sapore del ricordo, nell’adolescenza, man mano che la storia procede, sentiamo avvicinarsi la contemporaneità con stupore ed emozione per un mondo che è tutto da scoprire.

La regista ha risposto a domande circa le location nelle quali sono state girate le scene, precisando che, diversamente da quanto potrebbe pensarsi, non sono state girate in Toscana ma, per motivi connessi alla pandemia, nel Lazio, sia pure ai confini tra le due regioni.

Tra gli interpreti, molto intelligente e posata nelle riposte alle domande rivoltelle, è Tecla Insolia ( Nada ); molto toccante la figura della mamma interpretata dalla brava e sensibile Carolina Crescentini.

Discorso a parte, per la sua profonda umanità, è quello relativo a Nonna Mora ( Nunzia Schiano ), una nonna che tutti vorremmo avere; ma non debbono dimenticarsi le figure del padre di Nada ( Sergio Albelli ) e di suor Margherita ( una bravissima ed inattesa Paola Minaccioni ).

Assolutamente augurabile un sequel.