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La docu-serie “Il mio nemico”, di Luigi Pelazza, in onda da questa sera su Sky Atlantic HD, 23.15

"Il mio nemico" - Luigi Pelazza
“Il mio nemico” – Luigi Pelazza

La docu-serie “Il mio nemico”, di Luigi Pelazza, in onda da questa sera su Sky Atlantic HD, 23.15, per tre settimane, disponibile anche su Sky On Demand, all’interno del ciclo de “Il racconto del reale”. Una storia dove la cronaca di una Libia in guerra fa da sottofondo all’avvincente testimonianza in prima persona di un infiltrato nelle milizie dello Stato Islamico. Un racconto in soggettiva, fatto attraverso l’esperienza dagli insider protagonisti del doc, ma anche da Luigi Pelazza, regista in campo e al tempo stesso narratore della storia.  

Prodotta da Showlab, la docu-serie di Luigi Pelazza è un narrazione embedded degli scontri tra i terroristi islamici e il governo regolare libico, che nel luglio 2017 hanno portato alla liberazione della città di Bengasi, in Cirenaica, dopo tre anni di combattimenti. Ma è anche il racconto di come dall’Europa sia possibile unirsi all’Isis come combattente. Più di due anni vissuti pericolosamente dai due protagonisti, gli “insider” che Luigi Pelazza ha infiltrato prima negli ambienti radicalizzati in Italia e Tunisia e poi in una cellula dell’Isis attiva in Libia. Una missione compiuta a rischio della vita.

Ma al rischio si è esposto anche Luigi Pelazza, narratore “atipico” della storia, che anziché raccontare come una voce fuori campo ha scelto di vivere in prima persona la realtà che ha voluto portare alla luce. In quanto mandante, ha seguito da vicino e spesso organizzato l’attività degli insider che ha infiltrato, condividendo con loro i pericoli corsi, per trasmettere al pubblico tutte le emozioni e le tensioni vissute sul campo di battaglia.

La docu-serie prende il via da Milano, dove Pelazza ingaggia Moahmed, ristoratore rimasto senza lavoro, con la scusa di offrirgli un impiego come lavapiatti. Quando i due si incontrano, Pelazza svela la reale richiesta: infiltrarsi nella Moschea di Milano per capire se esistono ragazzi pronti a partire per combattere come foreign fighters. Moahmed accetta e prende contatti con gli ambienti dell’islamismo più radicale, fino a carpirne la fiducia e ottenere la possibilità di raggiungere la Tunisia, per proseguire il percorso verso la Libia. Nel frattempo Pelazza si prepara a raggiungere egli stesso la Tunisia e, da lì, la Cirenaica. La storia prosegue con l’incontro a Tunisi tra Moahmed e un ragazzo tunisino, già in contatto con le persone che potrebbero condurlo direttamente in Libia per entrare in azione con le milizie dello Stato Islamico. Questo ragazzo si infiltra al posto di Moahmed, con un ruolo fondamentale nello Stato Islamico, quello di videomaker del regime, chiamato a realizzare i filmati di propaganda che documentano le azioni di guerra.

Pelazza raggiunge Bengasi, una città ferita, da poco liberata dalle truppe del sedicente Stato Islamico, che hanno lasciato profonde cicatrici nell’animo della gente. Da lì si sposta sulla linea del fronte, accompagnato da un colonnello delle truppe di Haftar.

L’atroce quotidianità dell’infiltrato, fatta di indottrinamento, raid, interviste a futuri “martiri” realizzate per essere diffuse nel web come veri e propri filmati pubblicitari, va di pari passo con il racconto di Luigi Pelazza al fronte. Faccia a faccia con la guerra, la morte, la paura e il coraggio, Luigi affianca i soldati di Haftar nella battaglia finale per la liberazione di Bengasi.