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La migliore offerta (2012)

Introduzione di Andrea Giostra, 21 agosto 2015

Oggi nella mia pagina Fb dove scrivo di cinema, uno dei miei follower, commentando un film che a me è piaciuto tantissimo, mi ha scritto che secondo lui quel film è stato costruito con eccessiva perizia intellettiva, ragionato, curando scientificamente nei dettagli e per questo non lo aveva preso, non lo aveva appassionato e non gli aveva trasmesso quel pathos che si aspettava. Io gli ho risposto che non ero d’accordo su quel film, “Youth” di Sorrentino”, ma che avevo avuto un’esperienza simile alla sua con “La migliore offerta” di Tornatore, e gli spiegavo rispondendogli su Fb perché.

Parlando poi con il mio direttore, della rivista on line per la quale scrivo di cinema, ilprofumodelladolcevita.com, avendo cercato la mia recensione del film di Tornatore sul sito ufficiale e non avendola trovata, mi ha chiesto di recuperarla e ripubblicarla visto che il sito era stato rinnovato di recente e molte vecchie recensioni erano andate perdute.

E’ così che ho pensato di recuperare la mia recensione su “La migliore offerta” del 2012 di Tornatore, che appassionerà alcuni lettori ma dispiacerà a molti fan di Tornatore.

Io sono uno che ha apprezzato Tornatore fin dal suo primo importante film, “Il Camorrista” del 1986: eccellente film, ma che non ha avuto il successo di pubblico che secondo me avrebbe meritato!

Poi l’ho amato con “Nuovo Cinema Paradiso” del 1988 che Sky sta mandando in onda quasi ogni sera! E l’ho apprezzato di nuovo tantissimo nel film “La sconosciuta” del 2006: straordinario e stupefacente film, bellissimo, con un’attrice protagonista, Ksennia Rappoport, di grandissima bravura e di straordinario talento. Questo per dire che a buon diritto posso ritenermi un fan e un ammiratore di Tornatore regista, sceneggiatore e produttore!

Solo che non tutte le ciambelle vengono col buco – almeno questo è il mio soggettivo parere – e “La migliore offerta” è proprio una di quelle ciambelle in cui il buco non si vede proprio!

Buona visione a tutti e buona estate.

 La migliore offerta (2012)

(recensione di Andrea Giostra)

Perché mai un anziano ricco e di successo uomo nevrotico ossessivo, Geoffrey Rush,

dovrebbe innamorarsi di una bella e giovane donna nevrotica fobica, Sylvia Hoeks? Qual è l’elemento di originalità e di passionalità che attira morbosamente quest’uomo verso

questa donna?

Geoffrey Rush, oltre ad essere un nevrotico fobico, è anche un misofobo, un soggetto che

ha una paura patologica del contatto fisico con qualsiasi oggetto o persona per paura di essere contaminato ed infettato. E’ un maniaco dell’ordine, della pulizia, dell’igiene, della perfezione a modo suo. Le uniche cose che è concesso toccare alle sue mani spoglie dai suoi inseparabili guanti, dei quali possiede una ricca e lussuosa collezione riposta ordinatamente in una super-igienica-cabina-armadio, sono i bassorilievi d’olio delle donne dei dipinti della sua preziosissima collezione di grande esperto collezionista d’arte. E’ solo lì che Tornatore mostra le mani ig-nude di Geoffrey Rush, quando godono del contatto fisico con le forme dipinte di bellissime donne del passato della storia dell’arte e quando chiudono lentamente alla vista dello spettatore, come un sipario che lentamente cala sul palco che ha appena trasmesso virulente emozioni, la schiena bianca e delicata della giovane donna per la quale ha scoperto iracondo il suo cuore aritmico.

La donna è Sylvia Hoeks, esplosa in una cronica forma di nevrosi agorafobica dopo l’improvvisa morte accidentale del giovane fidanzato col quale aveva appena trascorso quello che descrive come un bellissimo viaggio di piacere. E’ l’angoscia che caratterizza la recita da clausura di Hoeks, rintanata in un segreto angolo dell’abbandonata villa di

famiglia e improvvisamente desiderosa di spogliarsi di tutti i beni che s’è ritrovata a

possedere dopo l’improvvisa scomparsa dei genitori.

Jim Sturgess ben recita la parte del giovane seduttore e conquistatore di donne belle e vere, geniale artigiano e grande talento nel riparare qualunque tipo di marchingegno

meccanico ingrippato o danneggiato. Uno Sturgess che possiede saggezza e talento

curativo dei dolori dell’anima e dei turbamenti provocati da passioni improvvise e

travolgenti, incomprensibili e perturbanti all’inesperto e vulnerabile animo di un adesso

goffo e fantozziano Rush.

La sceneggiatura ed il film non trasmettono alcun pathos. Eccessivamente celebrale, costruito con eccessiva perizia scientifica, quasi bariccoso, dunque senz’anima. Quell’anima che Tornatore avrebbe voluto, invece, rappresentare fulgida e libera quando colpita dai sentimenti dirompenti dell’amore terreno. Ma è un’anima, quella del film, che non ha cuore pulsante. E’ un film artigianale, scollegato, artificiale, artificioso, dove non c’è arte vera perché in fondo non trasmette nulla, nessuna emozione. E poi, in fondo, quello che – il comunque sempre bravo – Tornatore ben confeziona allo spettatore è una “truffa”: come il film!