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LA NAPOLI VELATA DI FERZAN OZPETEK

Più di trecento persone tra giornalisti, critici e appassionati, sono accorsi questa mattina allo Space Moderno, per assistere all’anteprima del film Napoli velata, di Ferzan Ozpetek, in sala dal prossimo 28 dicembre. L’ultimo lavoro, diretto dal regista turco, ma che ormai possiamo definire italiano d’adozione, ha un’origine piuttosto curiosa. L’idea è nata durante il periodo trascorso nel capoluogo partenopeo per portare in scena La traviata al teatro San Carlo, esplorandone ogni angolo e scoprendo i tanti segreti “che la città non svela a nessuno”. Se nel lontano 1963, Francesco Rosi aveva intitolato il suo capolavoro, Le mani sulla città con l’obiettivo di mostrarci una Napoli corrotta e dominata dalla camorra, oggi grazie a Ozepetek, si parla invece di veli sulla città.
Contrariamente alle aspettative, non si tratta però di un’opera corale ma di un viaggio interiore intrapreso da una sola protagonista: Adriana, interpretata da un’ottima Giovanna Mezzogiorno. Innamoratasi di Andrea, un ragazzo più giovane di lei conosciuto a una festa, la donna accetta di trascorrere la notte in sua compagnia. Sembra l’inizio di una dolce, quanto romantica storia d’amore. Due giorni dopo però, Adriana deve riconoscere il suo corpo, ucciso brutalmente e almeno all’apparenza per motivi ignoti. Le indagini che susseguiranno al delitto rimetteranno in discussione la vita della donna, costretta a rivedere alcuni lati negativi del suo carattere e a confrontarsi con il suo passato.
Per il regista, Adriana ha le stesse caratteristiche di Napoli. Il personaggio oscilla tra il bisogno “di sessualità, amore e chiusura netta della realtà”. Allo stesso modo la città si mostra invece come un “labirinto in cui cambiano continuamente dimensioni e colori”, come ha detto Ozpetek. In una delle prime sequenze, il film ci mostra per esempio i “femminelli”, un rito in cui un maschio con espressività femminile simula la nascita di un bambino; la tombola vajassa o il consulto con la finta “Santa” in grado di leggere il futuro. Naturalmente, non mancano anche riferimenti al volto buono di Napoli, che va dalle prestigiose opere d’arte come il Cristo velato, fino alle caratteristiche dei suoi stessi abitanti, da cui è impossibile non lasciarsi conquistare. “Il film non sarebbe stato tale se non c’era Napoli. È l’unico mio film legato ad una città”. Questa la risposta che Ozpetek mi ha concesso quando gli ho chiesto se lo scenario napoletano fosse l’unico realmente adatto per la sua ambientazione. È doveroso infatti sottolineare che molte scene di cronaca quotidiana tra quelle girate, potrebbero verificarsi in qualsiasi altra città d’Italia, come del mondo.
Oltre a Giovanna Mezzogiorno, tornata a lavorare al fianco di Ozpetek 15 anni dopo la bellissima prova de La finestra di fronte, il film si avvale della preziosissima collaborazione di altri importantissimi attori di tutto rispetto tra cui citiamo Alessandro Borghi nel ruolo di Andrea, Anna Bonaiuto, Luisa Ranieri, Maria Pia Calzone, Biagio Forestieri e Isabella Ferrari. A completare l’ottimo prodotto, la splendida colonna sonora, di cui fanno parte due bellissimi brani composti dal più che acclamato compositore Enzo Gragnaniello. E al termine della conferenza stampa, non poteva mancare un’ultima emozione regalataci dalla cantante Arisa, che ha intonato le note della splendida Besame.

Eugenio Bonardi